Cap. 8- Antares / Dafne

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I wanna be your slave, Maneskin

La vidi confabulare con quella sua amica rossa, e poi sorridere in modo molto eloquente al suo Peccatore. 

La vidi salire sul ring, e mettersi nella posizione che le avevo appena insegnato.

La vidi sorridere, complice, all'occhiolino che la sua amica rossa le fece.

E poi ci vidi nero. 

Dafne cadde a terra, di schiena, colpita da un pugno sulla mascella calcolato perfettamente. La sua amica era forte, e non aveva esitato un momento a buttarla a terra. Corsi verso il ring, la preoccupazione che mi ostruiva la gola, ma la vidi rialzarsi, sputacchiando sangue, per poi riprendere la posizione iniziale e contrattaccare. Scaraventò un calcio sull'inguine all'avversaria, ma venne colpita di nuovo allo stomaco da essa, tanto forte che rotolò di nuovo a terra. 

La rossa si avvicinò a lei, sorridendo astutamente, e si chinò, pronta a tirarle il gancio finale, che l' avrebbe stesa di sicuro. Come si era cacciata Dafne in quella situazione? La rossa era il doppio di lei! Vidi la rossa caricare il colpo, ma prima che spaccasse il naso alla mia protetta, corsi sul ring, bloccando lo scontro. Dafne era rannicchiata a terra in posizione fetale, e si proteggeva il viso con le braccia alzate, indifesa. D'altro canto, la rossa sembrava pronta a colpire me, arrabbiata perchè mi ero messo in mezzo.

"Basta così. Lasciala in pace" dichiarai, girandomi per offrire il mio aiuto a Dafne. Lei riaprì gli occhi, guardandomi storto, e rifiutò la mia mano tesa, alzandosi in preda ai gemiti da terra.

Piccola peste orgogliosa.

Si asciugò il sangue che le colava dal labbro con la manica della tuta, ed evitò il mio sguardo incazzato. Perchè cazzo si era messa in quella situazione? Cercai di avvicinarmi ancora, ma lei si allontanò, uscendo dal ring. Chinata in due, si diresse verso la postazione dei coltelli e si lasciò cadere a terra, la faccia imbruttita da una smorfia di dolore.

Vederla così mi fece ribollire il sangue nelle vene. Incazzato come non mai, mi girai verso il compagno della rossa, pronto a dirgliene quattro per non essere intervenuto. Stavo per scendere dal ring e affrontarlo faccia a faccia, quando la 3 mi bloccò, prendendomi per il braccio.

"Non c'entra nulla lui. E' stata un'idea sua" mi sussurrò, indicando con il mento la sua amica, che gemeva sul pavimento della sala.

"Cosa?" sbottai, incredulo. Quale pazzo si sarebbe mai fatto picchiare di proposito? Ovvio, la mia guerriera.

La rossa annuì, poi mi lasciò andare. Incazzato ancora più di prima, mi diressi verso Dafne, pronto a gridarle contro tutta la preoccupazione che mi si era gelata nelle vene. Lei non alzò nemmeno lo sguardo verso di me quando mi avvicinai, ma disse solamente:" Allora? Come sta?"

"Chi?" risposi, il mio rimprovero ancora incastrato in gola, i pugni stretti lungo i fianchi.

"Il tuo grandissimo ego. Non pensavo si sarebbe potuto ritirare per farti venire in mio soccorso" disse lei, ridacchiando e congelandomi sul posto con i suoi occhi verdi.

Non ci potevo credere che l'avesse fatto solo perchè l'avevo provocata prima.

"Tu sei completamente fuori. Farsi menare a sangue perchè sono stato scortese? Ti pare normale?" sbottai, ancora più incazzato e sorpreso di prima.

Lei scrollò le spalle, toccandosi con le dita il labbro spaccato. Con un grugnito, mi chinai di fianco a lei e le scostai la mano, guardandola attentamente negli occhi. Il suo sguardo era sorpreso e impaurito, come se temesse un mio scatto d'ira. Sotto i suoi occhi vigili, mi arrischiai a sfiorarle il labbro con dita tremanti. Il sangue mi sporcò i polpastrelli, ma la morbidezza delle sue labbra mi distrasse abbastanza da non farmelo notare. Notai, invece, che lei trattenne il respiro quando avvicinai le dita insanguinate alla mia bocca e le strinsi, rabbioso. 

The last piece of youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora