RayVenticinque anni fa...
Seduto sull'erba fresca e leggermente umida dell'asilo, inizio a giocare da solo con le macchinine della polizia. Dovrei giocare con gli altri bambini, ma sono geloso delle mie cose e non voglio condividerle con nessuno.
"Hey ciao! Posso giocare con te?" mi domanda un bambino. Sembra un principe azzurro: ha gli occhi blu e i capelli biondi e brillanti come l'oro.
"No! Non voglio. Gioca con le tue cose." rispondo, stringendo tra le dita i miei giochi.
"Dai! Per favore! Ti prometto che non li romperò." mi rassicura, invitandomi a stringere il suo mignolo. Forse potrei pensarci, poiché sappiamo tutti che non si può mentire dopo la stretta del mignolino: quelle sono promesse serie.
"Mi prometti di non rubare le mie macchinine?" mi accerto prima di dargliele.
"Promesso." accetto la sua richiesta stringendogli il mignolo e donandogli la mia macchinina preferita: una macchinina della polizia, rossa, con le lucine che possono illuminarsi tramite un bottoncino.
"Che bella questa macchinina! Si illumina!" afferma, rimanendo estasiato dal mio gioco.
"Si lo so... È la mia preferita." confesso, guardandola con attenzione.
"È tua o dell'asilo?" domanda curioso.
"È mia, me l'hanno regalata a Natale." rispondo, mentre un lontano ricordo riappare ai miei occhi. Che bello il periodo natalizio...
"Ora che ci penso, ne ho una simile anche io. Sai che c'è una piccola radio di polizia dentro?" rivela con voce bassa.
"Veramente? Com'è possibile?" rimango incredulo.
"Chiudi gli occhi, così ti faccio una sorpresa. Non te lo aspetterai!" serro le palpebre, aspettando di sentire la voce di un poliziotto, ma al posto di questa, sento solo un profondo silenzio. A me non piace il silenzio. Dopo qualche secondo, apro gli occhi, tradendo la richiesta del mio nuovo amichetto, che sembra appena essere sparito dalla mia vista.
Mi giro intorno, solo per realizzare che quel bambino è scappato con la mia macchinina preferita.
Mi metto a piangere silenziosamente, coprendomi il viso con le mani, perché non mi piace farmi vedere mentre piango. Odio le bugie! Le odio con tutto me stesso!
"Hey ciao, perché piangi?" una vocina dolce mi distrae. Sarà forse la vocina di una fata? Alzo lo sguardo e noto che c'è una bambina molto bella davanti a me: ha lunghi boccoli rossicci e dei grandissimi occhi marroni. È bella come le principesse.
"Mi hanno rubato la mia macchinina preferita..." rispondo, tirando su con il naso.
"Chi te l'ha rubata?" mi interroga.
"Un bambino biondo con gli occhi azzurri... Non so il suo nome. Sono stupido! Non glielo chiesto! Mi sono fidato di uno sconosciuto!" urlo, mettendomi di nuovo a piangere disperatamente. Non rivedrò più la mia macchinina adorata.
"Indossava una maglia rossa e dei pantaloni blu?" continua a chiedermi, senza dare peso alla mia scenata.
"Mi pare d-di sì..." singhiozzo.
La bambina corre via da me, lasciandomi di nuovo solo. Afferro le mie ultime due macchinine rimaste e le stringo forte al mio petto con gelosia, poiché non voglio che qualcun'altro me le rubi.
"È questa la macchinina?" la bambina bella di prima è appena ritornata, ma questa volta ha tra le mani la mia macchinina preferita.
"Si! È proprio questa! Grazie!" esclamo riprendendomi il mio gioco.
"Di nulla, ho solo detto alla maestra che Lucas ha preso il tuo giocattolo. Ti chiami Ray, giusto?" si informa ancora, inclinando leggermente il viso per scrutarmi meglio.
"Si... Come lo sai?"
"Ho sentito il tuo nome prima, quando la maestra ti ha chiamato."
"Ah, capisco. Tu come ti chiami?" non so il motivo, ma la mia domanda ha spaventato la bambina bella. Non pensavo fosse difficile rispondere.
"E- Elisabeth." balbetta nervosa.
"Piacere Elisabeth... Grazie per aver ripreso la mia macchinina."
"Prego Ray." È proprio molto carina, ha delle guance così rosee che sembra una bambola.
"Vuoi... essere mia amica? Io non ho molti amici..." le rivelo, abbassando lo sguardo.
"Si! Si! Io non ho nemmeno un amico!"
"Ottimo! Perciò siamo amici?"
"Si! Anzi... Facciamo migliori amici!"Ventitré anni fa...
"Forza Ray, non fare un dramma adesso. È il tuo ultimo giorno di asilo, vedrai che le elementari saranno bellissime!" mi tranquillizza mia mamma con tono sereno, cercando di essere convincente.
"Mamma ma io non voglio studiare! Non sono pronto."
"Ma cosa dici! Certo che sei pronto. Ora vai, sennò farai tardi." mi ordina dandomi un bacio veloce e delicato sulla fronte.
Come sempre, entro nell'asilo, saluto le maestre e lascio il giubbotto sull'appendino. Mi giro e cerco con lo sguardo la bambina bella, nonché la mia unica migliore amica. La cerco e ricerco, ma non la trovo da nessuna parte. Di solito è puntuale, arriva prima di me.
Vado dalla maestra, e domando di Elisabeth.
"Maestra, Elisabeth non c'è oggi?"
"Oh... no, piccolo Ray. Elisabeth si è trasferita questo week end. Purtroppo, non è riuscita a salutarci." appena finisce di parlare, non ho reazioni particolari, mi metto solo a piangere inginocchiandomi sul pavimento. Ora non ho più la mia Elisabeth. Non ho più la mia migliore amica. Ho perso la bambina bella.
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Il Riflesso Di Una Bugiarda
RomanceUn posto di lavoro e due criminologi pronti ad ottenerlo. Una bugiarda professionista e un uomo intenzionato a scoprire la verità. Daphne White colpisce come un proiettile ma è fragile come una rosa. La Volpe Nera la cerca con fame e bramosia, atte...