7. Dispetti

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Ray

"Non è giusto! Tu hai il computer molto più grande!" mi lamento, dopo aver notato che la sua postazione è nettamente migliore della mia.
"Oh, povero Ray, sai, ho problemi gravi di miopia. Probabilmente non vorranno che la loro futura criminologa stia male. Mi spiace." mi provoca la mia sfidante con sguardo fiero.
"Porti le lenti? Non hai gli occhiali." faccio notare.
"No, non porto niente. Semplicemente volevo lavorare su uno schermo più grande e più nuovo. Mi capisci, vero?" chiede fingendo un tono dolce e innocente.
"Penso sia molto difficile capirti." ammetto, sinceramente frustrato dalla situazione.
"Touché" controbatte, alzando un cappello invisibile sopra la sua testa. Sbuffo, girandomi verso la mia povera e poco arricchita scrivania.
"Non ci posso credere. Hai anche la sedia più comoda!"
"Problemi di schiena, sai com'è..." mi risponde, recitando un'espressione fintamente sofferente.
"Dirò questa cosa ai superiori, vedo troppi trattamenti differenti tra me e te." Prendo un foglio di carta e fingo di scriverci sopra, quando in realtà lo sfrutto per sfogarmi, iniziando a scarabocchiarci sopra. Non faccio un vero e proprio disegno, creo solo un insieme di linee disordinate.
Una volta occupato l'intero foglio, lo accartoccio per buttarlo nel cestino, ma mi accorgo di non averne uno a disposizione. Vuoi vedere che quella smorfiosa ha rubato anche quello?
Mi alzo e mi dirigo con passo spedito dietro la sua postazione per trovare le prove.
"Qualche problema, Ray? Devi invidiarmi qualcos'altro?"
"Non esiste che tu abbia il cestino di entrambi sotto la tua scrivania." metto in chiaro. Io e lei siamo sullo stesso piano, perciò non accetterò abusi di potere ingiustificati
"Sai... Avendo i tacchi devo camminare poco. Altrimenti non lavoro bene." si giustifica, mettendo a dura prova la mia pazienza.
Afferro il cestino e mi dirigo verso la mia scrivania, ma la mia sfidante mi ostacola cercando di strapparmi il cestino, che però non mollo.
"Ti sembra questo il modo?!" mi sgrida.
"Vuoi parlarmi tu di modi? Sei una persona egoista e viziata. Hai preso tutta la postazione e i mezzi migliori solo per un capriccio." affermo senza nemmeno tentare di mettere un freno la lingua. Credo di aver sinceramente raggiunto il limite.
"Tu dovresti imparare il termine 'furbizia'."
"E tu 'umiltà'." controbatto prontamente.
"Dammi questo diavolo di cestino!" insiste.
"Scordatelo." alzo le braccia per non permetterle di afferrare l'oggetto della discordia, la oltrepasso, e appoggio il cestino in un punto che si trova a equa distanza da entrambe le postazioni "Questo cestino starà qui, e se lo sposti lo metterò sopra l'armadio. Chiaro?"
"Sei un arrogante, Ray." mi insulta.
"E tu una bugiarda." rispondo a tono, senza permetterle di avere l'ultima parola.
"Giuro che se t-" le sue minacce di morte vengono troncate dal rumore delle porte che si spalancano. Ad aprirle è un uomo abbastanza anziano. Credo che sia l'addetto alle pulizie poiché stringe un panno sporco e una scopa tra le mani.
"Signorina Daphne, è di suo gradimento lo schermo? Ho cercato di trovarle il computer più grande, in modo tale da non sforzarle la vista." si spiega, porgendosi con gentilezza.
"Oh, la ringrazio. È perfetto." calma la sua espressione inviperita, trasformandola in una molto più dolce e delicata.
"Ottimo, se avete già scelto le postazioni, allora posso portare le targhette con incisi i vostri nomi?" chiede cortesemente, appoggiando le sue cose per pulire a terra.
"Le targhette? Cosa servono se siamo solo in prova?" domando.
"Beh, uno di voi due verrà preso, alla fine dei giochi, così abbiamo già preparato il necessario. In caso butteremo la targhetta inutile. Ora vado a prenderle." chiarisce, lasciandomi di nuovo da solo con la mia rivale che ho appena scoperto chiamarsi 'Daphne'. Un nome particolarmente familiare, ora che ci penso.
"Hai sentito Daphne? Se vuoi potrai conservare la targhetta a casa tua, sarebbe uno spreco buttarla." provoco, squadrandola da capo a piedi.
"Hai ragione, così potranno creare una targhetta nuova per me con su scritto 'Criminologa Daphne'. Bravo Ray, ottima idea." Purtroppo, devo ammettere che possiede una bella difesa. Viziata sì, ma stupida no.
Le porte si riaprono, accogliendo lo spazzino di prima, che questa volta ha in mano dei piccoli e lunghi triangolini di ferro con incisi i nostri nomi. Afferro la mia targhetta e la posiziono davanti alla scrivania, rigirando il mio nome dalla parte opposta alla mia, così da renderlo leggibile ai passanti.
Alzo gli occhi verso la targhetta di Daphne e noto che l'ha nascosta.
"Hai paura di farti scoprire Daphne? Hai un'identità segreta che dobbiamo scoprire?" ironizzo.
"No, idiota, semplicemente non ho spazio dove metterla." si giustifica.
"Farai meglio a trovarlo, è una regola dover mostrare il proprio nome e cognome. Poi io non so il tuo cognome." le ricordo, poggiando due dita sotto il mento.
"Ti interesserebbe scoprirlo per caso?" mi chiede modellando i suoi lineamenti in un'espressione ammiccante.
"Certo che sì. Mi servirà sapere nome e cognome della mia futura segretaria." rispondo. I suoi occhi sembrano incenerirmi vivo in questo momento.
"Piuttosto che essere la tua segretaria, divento disoccupata!"
"Uh come sei esagerata."

Il Riflesso Di Una BugiardaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora