Daphne
Mi siedo nella mia postazione, bruciando con lo sguardo il mio nemico attuale: Ray. Esteticamente si presenta bene, un uomo alto, muscoloso, con un leggero strato di barba, capelli scuri ed un portamento estremamente elegante. Se non fosse così antipatico, maleducato e impaziente, potrebbe anche piacermi. Ma la quantità di rabbia che riservo per lui è talmente alta, che non mi provoca assolutamente niente il suo aspetto estetico. Non vedo l'ora di mostrargli con chi ha a che fare.
"Salve, Ray e Daphne, abbiamo il primo caso da consegnarvi. Ci serve il vostro aiuto." ci richiama un agente che ha appena spalancato le porte del nostro ufficio.
"Arriviamo subito." risponde Ray.
Prendo un piccolo quadernino e cerco una penna, che però al momento non trovo. Guardo dentro la borsa, e noto di aver dimenticato l'astuccio.
"Spiderman hai qualche problema? Non trovi per caso il costume?" quanto vorrei mettergli lo scotch in bocca e farlo stare zitto.
"No, stupido. Non trovo una cavolo di penna!"
"Oh quanto mi dispiace, vuol dire che rimarrai indietro con il tuo lavoro, non potendoti scrivere gli appunti necessari."
"Senti, abbassa le ali. Puoi prestarmene una tu?" domando, cercando di sfoggiare i miei occhi da cerbiatto. Di solito con gli uomini funziona, ma Ray sembra esserne immune, difatti ha iniziato a ridere.
"Credi che con quegli occhioni io mi sciolga? Scordati la penna, non funzionano questi mezzucci. Gli uomini non sono più idioti, cara Daphne. Serve molto di più per impietosirli."
"Tu credi, piccolo ed innocuo Ray?" chiedo con aria di sfida.
"Ovvio." mentre i nostri sguardi bruciano la stanza, passa un altro agente: occhiali tondi, camicia a scacchiera, sguardo basso, timidezza... So cosa fare.
"Hey ciao!" esclamo, alzandomi e dirigendomi davanti a lui.
"Oh eh... Ciao!" farfuglia imbarazzato, senza nemmeno guardarmi negli occhi. Non credevo che questa scollatura catturasse così tanto l'attenzione. Rivolgo qualche secondo lo sguardo verso Ray, che incrocia le braccia al petto, aspettando la mia prossima mossa.
"Senti, ti chiedo scusa se ti sto disturbando. Non vorrei giuro, è solo che non ho una penna... Credi di potermi aiutare?" domando, attorcigliando una ciocca di capelli tra le dita.
"Oh, certo che si! Ho una penna rossa, verde, blu e nera. Quante ne vuoi?" bingo.
"Una nera basterà, grazie. Mi hai salvata!" lo ringrazio in maniera plateale, prendendo il bottino, finché l'agente lascia la stanza, lasciandoci nuovamente soli.
"Come dicevi scusa?" richiedo, inclinando la testa da un lato. Ray mi fissa con sguardo serio, leggermente infastidito. Si vede che non gli piace perdere, ma dovrà farsi l'abitudine finché è contro di me.
Prendiamo entrambi il nostro materiale, ed entriamo nell'ufficio. Al centro c'è un grande tavolo con sopra dei fogli, delle foto e alcuni sacchetti che racchiudono degli oggetti.
"Stiamo lavorando su il 'Mostro di Saline'. Un serial killer - mai identificato - ritenuto responsabile di diversi omicidi commessi a Saline. Ha ucciso tredici donne ed un uomo. Ad ogni donna sono state sottoposte molte ferite sul basso ventre e per di più, su ogni cadavere è stato inciso sulla pancia un segno a forma di cuore." ci spiega.
"Le ferite ed i segni sono stati ritrovati solo sulle donne, giusto? L' uomo non ha segni particolari, corretto?"
"Esattamente." conferma l'agente.
"Probabilmente, l'uomo è stato ucciso solo perché ha assistito per sbaglio all'omicidio di una delle donne. E poiché il killer non voleva farsi scoprire, ha ucciso l'uomo. Il killer deve avere sicuramente un'ossessione con le donne. Potrebbe avere subito un trauma per colpa di esse: una madre violenta, un abuso da parte di una donna o anche semplicemente un rifiuto d'amore. " elaboro ad alta voce, mettendo nero su bianco le mie teorie.
"Sicuramente questa è un'ottima spiegazione. Abbiamo trovato alcuni oggetti a fianco ad alcuni corpi..." l'agente si avvicina al tavolo, afferrando con i guanti il primo oggetto "Questa è stata trovata nel primo omicidio. Una collana abbastanza lunga, oro puro, la scientifica ha ipotizzato che questa collana abbia strozzato la vittima."
"La scientifica vi ha detto se le donne presentano segni di violenza sessuale?" chiede Ray. Ottima domanda.
"Le donne non sono state violentate. La scientifica ci ha detto che i corpi, oltre i tagli sul basso ventre ed il taglio dell'incisione sulla pancia, non presentano segni di lotta ed opposizione."
"Capisco... Tutti i corpi presentano segni di strozzamento?" domanda sempre Ray, prendendosi la scena. Pensa, pensa di più.
"Si, tutte con lo stesso segno. Sembrano essere state strozzate con una collana, tutte quante."
"Forse il killer fingeva di mettere delle collane attorno il collo delle vittime, per poi strozzarle quando meno se lo aspettassero." ipotizzo.
"Si, probabile. Il secondo oggetto invece è un profumo."
"Un profumo? Ne siamo certi?"
"No in realtà. La boccetta sembrerebbe quella di un profumo per ambienti, ma all'interno non siamo ancora riusciti a identificarne il liquido. Il killer deve aver usato l'intera boccetta, perché è completamente vuota."
"Scusi, potrebbe mostrarcela meglio? Di che fragranza si tratta?" si informa Ray mentre si avvicina all'agente.
"Nella boccetta c'è scritto 'vaniglia'."
"Mi faccia annusare." propongo, prima che Ray potesse chiederlo. Ha avuto una grande illuminazione: la boccetta potrebbe racchiudere qualsiasi liquido. Non gli farò fare la figura del genio.
Passo davanti a tutti con aria sicura di me, incrociando lo sguardo arrabbiato di Ray. Sa che ora prenderò i suoi meriti, ma che ci posso fare? Non c'è posto per tutti e due.
L'agente avvicina la boccetta, facendomi sentire la fragranza. Annuso, ed un insieme di ricordi invadono la mia mente.Quindici anni fa...
La notte è ormai arrivata, portandosi con sé tutte le stelle.
Dato l'orario, inizio a coricarmi sul letto. Mi sdraio, coprendomi completamente sotto le coperte, sprofondando nel sonno...
Seduta sul tavolo, incrocio gli occhi del mostro che mi sta studiando.
"Avanti Daphne. Ripeti."
"No! Io non mentirò per te! Strega!" grido, cercando di mutare tutta quella paura in rabbia per tentare di spaventarla. Il mostro alza la mano sinistra, la carica, assorbendo la forza che poi viene usata per colpirmi in faccia.
"Daphne ho detto di ripetere! Io comando qui!" le sue urla perforano i miei timpani, facendomi perdere il controllo per poter respirare. Vorrei morire in questo preciso istante, pur di non guardare il mostro in faccia.
"Devi ripeterlo all'infinito! Perché, se solo sbuca fuori la verità, giuro che ti mando in orfanotrofio!"
"Ma io non voglio! Bas..." un altro schiaffo viene tirato sul mio viso, obbligandomi a tacere...
Alzo il busto con un addominale e afferro il cuscino per stringerlo, usandolo come scudo. Il mostro è ancora qui."Tesoro! Che succede!? Sono qui! Calmati!" esclama mio padre che ha appena fatto irruzione nella stanza.
"Papà, mi sembrava qui. Ti giuro che era vicina!" gli spiego, con voce tremante. Vorrei solo poter dormire come le persone normali, senza quel mostro che mi strangola nel sonno.
"No tesoro... non è più qui." afferma, accarezzandomi dolcemente la testa.
"Vuoi che ti dia qualcosa per dormire più serenamente?" mi chiede con tono gentile, andando in contrasto con i ricordi aggressivi che mi tormentano.
"Si per favore! Qualsiasi cosa pur di scacciarla lontano da me e dalla mia testa." lo prego, pronta a intraprendere qualsiasi scelta per crollare in un sonno profondo e possibilmente eterno.
"Ok va bene... Dammi un secondo."
Resto sola nella mia stanza per qualche minuto, dandomi il tempo necessario di regolare il battito cardiaco, seppur con scarsi risultati.
"Tieni, con questo dormirai meglio." afferra dolcemente il cuscino che stavo usando come scudo, abbassando così le mie difese, e spruzza sopra la fodera un liquido trasparente.
Ha un odore strano ma molto fresco. Assomiglia alla lavanda.
"Ora dormirai meglio. Stai tranquilla, lei non c'è più." mi consola, dandomi il bacio della buonanotte.
Appoggio la testa sul cuscino. Inspiro ed espiro.
Serro le palpebre.
Buio.Oggi...
Mi allontano velocemente dalla boccetta, quasi impanicata. Solo il ricordo di quel mostro riesce ad uccidermi.
"Daphne sta bene? Ha capito cos'è?" domanda l'agente.
"Si... È un sonnifero."
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Il Riflesso Di Una Bugiarda
RomantikUn posto di lavoro e due criminologi pronti ad ottenerlo. Una bugiarda professionista e un uomo intenzionato a scoprire la verità. Daphne White colpisce come un proiettile ma è fragile come una rosa. La Volpe Nera la cerca con fame e bramosia, atte...