Capitolo 4

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LO STRONZO PIÙ STRONZO DEL PAESE MI FA UN INTERROGATORIO
Durante la cena mi siedo da sola e leggo. Mi sento tutti gli occhi addosso ma quando alzo gli occhi sono tutti concentrati sul cibo. Io non mi sono neanche avvicinata al piatto. Ho fame ma non voglio mangiare. Sul piatto c'è un po' di pasta al ragù e dei piselli come contorno.
Continuo il libro fino a quando qualcuno si siede al mio stesso tavolo.
Guardo e la vedo. Una ragazza bellissima davanti a me.
"Geia persefóni mou" dice.
Alzo gli occhi.
"Ciao Biancaneve"
"Perché sei seduta qua da sola?" chiede.
"Voglio stare da sola a leggere"
"Dovresti socializzare un po' qui sono tutti gentili"
La guardo male. Ovviamente le voglio bene ma socializzare non fa per me.
"Okay va bene era solo un consiglio" si giustifica.
"Tranquilla ti voglio bene lo stesso"
Mi abbraccia e ora sono sicura che qualche occhio curioso si è voltato a fissarci.
Si stacca da me e mi domanda.
"Perché non mangi?"
"Non ho fame" mento.
"Da quanto tempo non mangi?"
Non rispondo. Faccio finta di niente e continuo a leggere.
Se ne va e si siede a un tavolo pieno di gente. Non vedo da nessuna quello stronzo di Morfeus.
Provo a leggere ma vengo interrotta.
"Perché sei tutta sola ragazzina?" mi sussurra all'orecchio.
"Gamíste sas, Hijo de puta"
Chiudo il libro e glielo lancio addosso. Cade il pugnale dalla spina del libro.
"Ahia ma quante lingue sai?Perché c'è un pugnale dentro il libro?"
Morfeus ha una mano sul naso che sanguina e il labbro leggermente tagliato.
"Te lo traduco: Vaffanculo, figlio di puttana e non ti interessa"
"Simpatica comunque mi hai fatto male"
"Non m'interessa"
"Come fai ad avere quasi 100k dollari in contanti?"
Mi pietrifico. Se c'era qualcuno che non ci stava fissando ora sono sicura al cento per cento che ci stanno fissando tutti.
"Devi venire con me, ragazzina"
"Non vengo da nessuna parte con te" dico alzandomi e prendendo il libro da terra.
Mi afferra il polso e si avvicina a me.
Mi mordo il labbro.
"O vieni con me o vieni con me mentre ti prendo in braccio" mi minaccia ma io non cedo.
"Non avresti il coraggio di farlo" ribatto.
Mi sbaglio di grosso.
Mi prende la vita e mi solleva fino a quando i miei fianchi arrivano all'altezza delle sue spalle e mi poggia sopra.
"Morfeus Smith lasciami subito a terra o giuro che ti strangolo mentre dormi" dico mentre gli tiro dei pugni sulla schiena che a quanto pare non gli fanno neanche un briciolo di dolore.
"Che paura" mi prende in giro.
Inizia a camminare non so verso dove.
"Dove stiamo andando?" domando.
"Nel piccolo palazzo di Poseidone a farti un paio di domande"
"Non risponderò a nessuna delle vostre domande"
"Lo farai"
Mi fa un po' paura ma cerco in tutti modi di nasconderlo. Non deve saperlo sarebbe una debolezza.

Arriviamo davanti a un grande palazzo che ha l'aria di essere molto costoso e lussuoso. A differenza delle casette dove stanno i semidei molto colorate e piccole questa avrà almeno tre piani. Non capisco come abbia fatto a non notarlo visto che è letteralmente accanto all'edificio dove si trova la mia stanza.
"Perché è molto più grande e bella rispetto alle case dei semidei?" chiedo curiosa.
"Perché è dove vive un dio"
"Ma è ingiusto, i semidei sono tanti in case minuscole"
"Gli dei sono più importanti e i semidei possono tranquillamente condividere le stanze con i loro fratelli"
"Non la penso nello stesso modo"
"Le case sono create una per ogni dio o dea maggiore o minore e ci vivono i loro figli che dovrebbero essere onorati di poterci stare"
Non rispondo. Come gli fa ad andare bene questa cosa? Sarà sicuramente il figlio di uno dei tre.
"Sei figlio di Zeus? Poseidone? Ade?"
"Zeus ma come diavolo fai?"
"A fare cosa?"
"A indovinare i genitori divini di tutti"
"Un segreto"
"Non puoi avere segreti qui soprattutto con me"
Mi guarda in tono di sfida e io lo fisso dritto negli occhi.
La porta si apre e Poseidone si piazza in mezzo a noi due.
"Entrate" ci ordina.
Entro senza fare polemiche e gli altri due mi seguono.
Non mi giro ma sento la porta chiudersi.
"Venite in salotto e se evitate di uccidervi nel mentre ve ne sarei grato" dice Poseidone. È come se ci sta prendendo per il culo.
Lancio l'ultima occhiataccia a Morfeus che mi guarda in modo strano. Nessuno mi ha mai guardato come mi guarda Morfeus. Non capisco se mi odia o mi prende in giro.
Arriviamo in una stanza con il pavimento di marmo e le pareti bianche. Ha tre divani di pelle grigia molto grandi e una televisione sempre molto grande.
Mi invita a sedermi e Morfeus lascia la stanza dopo che la sua richiesta di rimanere è stata rifiutata.
"Dove hai vissuto per tutti questi anni?"
Non parlo. Non risponderò mai alle loro domande.
"Come ti sei procurata tutti quei soldi?"
"Non risponderò a nessuna delle vostre domande" rispondo in tono arrogante.
Non è un modo di parlare che uso, di solito sono silenziosa e rispettosa.
"Non usare quel tono con me dolcezza e devi soltanto rispondere a delle stupide domande"
"Io non risponderò a nessuna domanda riguardante la mia vita"
"Lo dovrai fare dolcezza o le cose si metteranno male per te" non capisco se è una minaccia. Il suo volto è calmo ma allo stesso tempo tagliente.
"Puoi andare, per ora" mi congeda.
Mi alzo e io e il mio amato libro ci prepariamo ad andare.
"In che lingua è?" chiede Poseidone.
"Italiano" rispondo. Ormai lo sanno tutti che parlo altre lingue.
"Quante lingue sai?"
Non rispondo e me ne vado.
"Domani ti devi allenare vestiti comoda"
"Non lo farò" urlo e non sento una risposta.

Ritorno alla sala mensa e mi risiedo al tavolo di prima a leggere.
Provo a concentrarmi sul libro che mi porto dietro da oggi pomeriggio ma non ci riesco.
Penso alle parole di Poseidone, allo sguardo di Morfeus e al fatto che mi piace la mia migliore amica.
Ho sempre creduto fossi etero ma negli ultimi due anni ho provato qualcosa anche per le ragazze.
Fra tutte perché proprio la mia migliore amica che mi ha espressamente detto di essere etero molte volte.
Tutti gli sguardi addosso non aiutano. Decido di chiudere il libro e di andarmene. Il più veloce possibile.
Me ne voglio andare da qui. Sono tutti impiccioni e non riesco a stare un attimo da sola. Credo di star per avere una delle mie crisi.
"Stai bene?" mi chiede una voce dolcemente.
Mi giro e vedo la ragazza, figlia di Ares, di stamattina.
Annuisco.
"Mi è piaciuto come hai mantenuto testa a Morfeus, di solito le ragazze gli vanno dietro come cagnolini" si complimenta con me.
Le credo sulla parola. Morfeus è alto, un bel fisico muscoloso e il classico stronzo che fa impazzire le ragazzine.
Non che penso sia bello ma non è neanche brutto.
"Non mi piacciono gli stronzi"
"Hai da fare?" cambia argomento.
"Devo andare in camera mia"
"Ti posso accompagnare?"
"Va bene" accetto la proposta.

Il tragitto è silenzioso ma mi piace.
"Sei simpatica e sei anche molto bella" dico sorridendo. Ricambia il sorriso.
"Anche tu sei simpatica per essere uscita da beh lo sai..."
Annuisco e ringrazio.
"Vuoi un po' di compagnia?" chiede.
"Preferirei stare sola oggi ma se vuoi domani mi piacerebbe stare con te"
"Da quanto tempo conosci Juliette?"
"La conosco dal 27 aprile quindi quasi tre mesi e oggi è pure il mio compleanno quindi mi fa piacere averla intorno"
"Allora auguri e buonanotte"
"Buonanotte e sei simpatica per essere figlia di Ares"
Ridiamo e ci salutiamo.

Percorro il corridoio finché non arrivo alla porta della mia stanza dove evidentemente c'è entrato Morfeus.
È come l'ho lasciata se non fosse per la porta aperta.
Mi metto il pigiama stile Victoria Secret e continuo Percy Jackson finché non mi addormento.


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