PARTO PER UNA MISSIONE SUICIDA E MORFEUS MI RAPISCE
La mattina mi sveglio alle cinque e mezza. Non riesco a riaddormentarmi e decido di prepararmi.
Mi metto un tubino nero senza spalline con pantaloncini integrati visto la parte inferiore a pieghe talmente corta che i miei capelli la superano.
Mi fascia perfettamente il mio fisico a pera ma muoio di freddo e ci aggiungo un cappotto lungo fino alle ginocchia.
Ci aggiungo dei calzini bianchi e dei mocassini.
Mi accorgo di una cosa. Non ho preparato le valigie. La mia nuova libreria è completamente piena. E non ho voglia di vivere.
Prendo una bibita energetica. Cazzo! È l'ultima.
Come posso sopravvivere in un viaggio probabilmente mortale senza caffeina? Se prima odiavo l'idea di partire ora preferirei essere torturata fino a morire.
Ho messo tutti i vestiti nell'armadio e mi pento di questa scelta.
Provo a scegliere cosa portare ma non ce la faccio. Non sono mai stata in barca o in Grecia quindi non ne ho idea.
Passa un'ora e io sono ancora nella stessa situazione.
Sento la serratura scattare e mi volto. Poseidone mi fissa.
"Buongiorno dolcezza"
"È uno schifo di giorno al massimo. Dopo essere obbligata a portare il mio culo sull'olimpo non so neanche che vestiti portarmi" sbotto.
"Porta tutto" dice come se nulla fosse.
"Come cazzo faccio?!" gli urlo addosso dimenticandomi che è un dio.
"Essendo un dio ho dei poteri e quindi potrei magicamente trasferire tutti i tuoi vestiti nella tua stanza sulla barca" dice come se nulla fosse.
"Ho una camera? Tutta mia?" chiedo.
"Certo"
"Anche gli altri?"
Non risponde. Alza gli occhi al cielo ignorandomi.
"Andiamo a fare colazione?" mi chiede.
"C'è anche la colazione?"
"Si ma tu dormi sempre" ribatte "Tranquilla non ci sono uova"
"Come fai a saperlo?"
"Sei mia figlia, no?"
Distolgo lo sguardo dai suoi occhi blu.
Apre la porta e mi fa cenno di andare per prima.La mensa è quasi vuota ed entrare con un dio non fa altro che voltare gli sguardi su di me. Il fatto che abbiamo mentito sui miei genitori sta diventando sempre più pesante. Non so mentire e questa è una cosa seria o almeno credo.
Poseidone mi porge un vassoio con sopra due ciambelle al cioccolato e caffè.
"Da quando c'è il caffè?"
"Da sempre"
"Giuro su dio che ammazzo Morfeus" mi ricordo chi ho accanto "Scusa"
"Di nulla. Approposito lui e gli altri sono al vostro tavolo" li indica e noto che ci stanno guardando.
Juliette mi saluta con la mano e mio padre mi invita a raggiungerli.
"Su vai" dice.
Li raggiungo e mi siedo.
"Buongiorno biancaneve" dico a Juliette baciandola.
"Buongiorno Persefone. Cosa ci fai sveglia a quest'ora?"
"Non riuscivo a dormire" dico sbadigliando.
"Hai preso il caffè" dice Morfeus lanciandomi un'occhiataccia.
"Mi hai mentito" ricambio l'occhiataccia.
"Può darsi" alza le spalle.
"Cosa ci facevi con Poseidone?" chiede Michael.
"Nulla" dico.
"Stai mentendo Rapunzel" mi sorride Michael.
"Può darsi" faccio un sorrisetto ironico.
"Sei una peste" dice.
"Lo so" rido.
Scoppiano a ridere tutti anche se infondo so che pullulano di curiosità. Solo Morfeus lo sa. Non l'ho detto neanche a Juliette e Michael. I miei migliori amici.
"Quando partiamo?"
"Pensavamo più tardi visto che sei una dormigliona" dice Morfeus.
Gli tiro un pugno sul braccio che non gli fa nemmeno un pochino male.
"Prima di tirare un pugno impara ad avere un po' di forza" dice burlandosi di me.
"Ti odio Morfeus Malakai Smith"
Sorride facendo una smorfia "Sei una ragazzina molto antipatica"
"Sembrate usciti dall'asilo" dice Charlotte.
"No, una coppia sposata da cinquant'anni" dice Victoria.
"Concordo" la segue Dafne. Si guardano negli occhi e sorridono.
Giuro che ho voglia di ammazzarle. Tutte e tre.
"Cerca di non ammazzare qualcuno" dice Juliette in italiano come se mi avesse letto nella mente.
"Non credo che riuscirò a controllarmi"
Mi lancia un'occhiata tipo provaci e ti ammazzo io.
"Prima regola da seguire: non parlare nessuna lingua che non sia l'inglese" dice Morfeus severo. Come sempre lo devo prendere per il culo.
"Quale inglese intendi?"
"In che senso?" alza un sopracciglio a fare interrogativo.
"Esistono due tipi di inglese: quello britannico e quello americano" cerco di rimanere il più seria possibile ma appena incrocio lo sguardo di Michael scoppio a ridere.
"Tu hai dei seri problemi" dice Morfeus. Intanto gli altri stanchi del nostro battibecco si parlano a gruppetti. Dafne, Victoria e Juliette. Charlotte, Lucian e Michael e infine gli altri tre.
"Secondo te perché ho vissuto in un manicomio?" lo dico in tono ironico ma lui non lo prende alla stessa maniera. Mi guarda con gli occhi spalancati e finisco la mia colazione in silenzio."Tu così non parti" dice Morfeus appena siamo tutti e undici più Poseidone riuniti davanti al palazzo. Nel frattempo più persone sono in giro e mi dà fastidio.
"Io mi vesto come mi pare kosos"
"Si ma stiamo andando a combattere non alla fashion week" ribatte.
"E quindi? Cosa mi fai?" lo provoco.
"Questo" dice e mi prende a sacco di patate. Di nuovo.
"Morfeus Smith mettimi giù" gli urlo tirandogli pugni sulla schiena.
"Poseidone potrei portare la signorina Miller a cambiarsi?" chiede il permesso e io capisco il motivo. Non vuole fare nulla che darebbe fastidio a mio padre.
"Si, è una missione che la signorina Miller dovrebbe prendere seriamente" concorda con lui.
Mi sta salendo il sangue al cervello a stare a testa in giù.
"Puoi lasciarmi?" gli sussurro dolorante.
"No" mi porta in camera mia e apre la porta. Mi lancia letteralmente sul letto.
"Mi hai fatto male" gemo dolorante.
"Fa niente"
Apre il mio armadio e cerca tra i vestiti.
Prende una maglia rosa pastello corta e dei cargo in jeans.
"Indossali" mi ordina.
"Non mi faccio sottomettere da un uomo"
"Indossali e ti farò bere caffè tutti i giorni" mi ricatta.
Alla fine cedo e prendo i vestiti andando in bagno.
Mi cambio ed esco.
"Ora passiamo ai capelli"
Lo guardo male ma cedo.
"Mi puoi fare la treccia di Katniss Everdeen?"
"Quella di Hunger Games? Va bene"
Mi pettina i capelli e dopo una decina di minuti finisce.
"Aspetta" prende lo struccante e un dischetto.
Come fa ha sapere dove tengo le mie cose? È inquietante.
Mi strucca e mi mette solo mascara e burrocacao.
Prende le converse rosa e me le fa indossare.
"Che profumo usi? Ne hai tantissimi"
"Quello al melograno di Victoria Secret" dico.
"Capisco perché Juliette ti chiama Persefone"
"Ora sono pronta?" chiedo. Odio uscire struccata ma mi sento carina oggi.
"Si impeccabile"
"Dove hai imparato a truccare?"
"Ho una madre modella e due sorelle, ti lascio immaginare"
Rido "Ti posso truccare? Semplice semplice"
"Va bene" cede.
Lo trucco come mi trucco di solito e gli metto il burrocacao, probabilmente lo butterò.
"Stupendo" dico ironica.
"Fanculo Evelyn"
Mi prende la vita e da seduto mi spinge verso di lui.
Cado sulle sue ginocchia.
"Lasciami" gli dico.
"Va bene ragazzina, andiamo"
Apre la porta e usciamo raggiungendo gli altri.
"Cosa ti è successo?" chiede Lucian a Morfeus scoppiando a ridere.
"Sembri una barbie" dice Charlotte anche lei ridendo.
Morfeus mi lancia un'occhiataccia e io scoppio a ridere.
"Sbrigatevi" dice Poseidone seccato.
Tutti hanno un borsone o uno zaino mentre io parto con una borsetta rosa piccolina.
Usciamo dal campo e mi sento stranamente sollevata.
"Dove hai messo la tua roba?" chiede Michael.
Io e Juliette ci teniamo per mano mentre lui si tiene a distanza. Maledetto anaffettivo.
"Sono già lì"
Mi guarda storto ma lascia correre.
È strano vedere posti al di fuori dal manicomio e il campo. A dire la verità non ricordo posti al di fuori di questi."È questa" dice Poseidone stanco. Credo ci odia tutti.
C'è una barca o meglio una crociera.
"Voi salite, Evelyn Morfeus posso parlarvi?"
Annuiamo e gli altri salgono ma rimangono a guardarci.
"Mi mancherete" dice abbracciando Morfeus e baciando me sulla fronte "Avanti salite" ci invita.
Morfeus si avvicina ma io rimango immobile. Il cuore mi batte a mille e non sento le gambe.
"Cosa c'è ragazzina? Non sapevo che la figlia di Poseidone potesse aver paura dell'acqua" urla.
Lo guardo. Lui guarda me. Sbatto le palpebre. Lo hanno sentito tutti ne sono certa. Ci fissano con gli occhi sbarrati.
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War and Water
FantasyEvelyn Miller è una ragazza di 13 anni che vive in un ospedale psichiatrico a New York fin da 6 anni. Il motivo? Dicevano che aveva dissanguato un suo compagno d'orfanotrofio e lei aveva dato la colpa a dei mostri. La sua vita non è tranquilla, è fi...