Capitolo 25

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OGGI HO PROPRIO VOGLIA DI MORIRE
Avete presente quando non riuscite a controllare la vostra espressione. Bene, a me succede ogni giorno, oggi in particolare. Trovarsi davanti alle persone che ti hanno completamente rovinato la vita non ti rende felice.
Juliette mi tira una gomitata. Nella stanza c'è un silenzio assurdo. L'unica cosa che si sente sono io che mi lamento. Tra l'altro sono anche quella messa meglio.
"Controlla la tua espressione facciale e magari non ti tirerò gomitate" dice in italiano.
"Vorrei essere in qualsiasi posto apparte qua, sinceramente non me ne potrebbe importare meno di questi bast-" dico ma vengo interrotta da un forte colpo di tosse palesemente forzato.
Mi volto e vedo chi è stato, la figura al centro con una folgore in mano. Il trono completamente d'oro e chi altro potrà mai essere se non Zeus.
" Modera il linguaggio ragazzina, riesco a capirti benissimo anche se parli in italiano e se provi ancora a fiatare ti fulmino"
"Nomízeis óti me tremàzeis?" (Credi di farmi paura? In greco).
"Poseidone fai chiudere la bocca a tua figlia o farà la fine che avrebbe dovuto fare quando è nata" dice Zeus con la sua voce forte e che si crede superiore al mondo intero.
Morfeus mi fissa con disapprovazione. Ovviamente, Zeus è suo padre starà sempre dalla sua parte. Purtroppo.
"Evelyn potresti ascoltarci e rimanere zitta per un pochino. Per piacere" mi chiede mio padre. Non sembra mio padre, è molto più giovane e biondo platino. Gli occhi però sono gli stessi, color oceano. Ha dei muscoli molto scolpiti come gli altri. Provo a individuare gli altri dieci ma non ce la faccio.
"Voy a tratar de" (Ci proverò, in spagnolo).
"Credi che ci sia una lingua che io non so?" mi provoca Zeus.
"Zeus ora ti metti a litigare con le bambine?" chiede una voce femminile, è una voce forte. Sposto la mia attenzione sulla dea che l'ha detto. È uguale a me soltanto più bella e a differenza mia lei ha i capelli ricci, non mossi.
"Mamma" sussurro.
Lei annuisce, mi avrà sicuramente sentito.
"Se le bambine sono delle mocciose, cara Atena, le devo mettere al loro posto"
Faccio una smorfia ma non aggiungo altro. Sarebbe solo tempo sprecato.
"Comunque vi abbiamo convocato qui per ammirare il vostro coraggio per essere venuti fino a qua da Stony Brook"
Tossisco apposta ma Zeus mi ignora. Primo: non sapevo da dove venivamo e secondo: ci hanno obbligati a venire qui. Non ci avrei messo piede neanche sotto tortura.
"E vorremmo premiare la vostra determinazione nel proteggere l'Olimpo è ammirevole. Vorremmo premiare una persona in particolare. Morfeus, caro figliolo potresti fare un passo avanti" lui lo fa. Voglio odiarlo ma non ci riesco "Vuoi diventare immortale?"
Il suo posto dovrebbe essere il mio ma Morfeus mi sorprende.
Mi guarda per un tempo che sembra infinito e poi risponde "Non mi merito io questa opportunità. È stata Evelyn a uccidere Gea non io"
"Oh no tranquillo c'è pure per Evelyn una piccola cosuccia che deve fare, entrare nel labirinto del Minotauro"
"Io non devo fare un bel niente" rispondo.
"Oh no tu lo farai e ti dirò anche il perché, tu non saresti dovuta nascere e se per tua piccola fortuna sopravviverai accetterò la tua nascita"
"Zeus non puoi farlo, è troppo piccola per partecipare e non sono sopravvissuti semidei molto più forti di lei" dice un'altra dea che per ora non aveva parlato. Nella sala sale un mormorio.
"Non ora Era"
La dea dai capelli biondo scuro mossi e gli occhi color miele. Anche lei ha l'abito bianco con cintura dorata tipico dell'antica Grecia. È davvero bella.
"Sembra divertente" dico sorridendo.
"Quando ti ucciderò sarà divertente ma il labirinto quello è tutt'altro che divertente" mi minaccia Zeus.
"Anche io preferirei essere morta che stare a parlare con te in una lingua che neanche mi piace e con una persona che non ha neanche un neurone"
"Evelyn per quanto io ti posso voler bene, o chiudi la bocca o ti farai uccidere" dice Michael.
"Sai quanto me ne possa fregare di essere uccisa da un bastardo..."
Zeus mi interrompe "Domani mattina entri nel labirinto che ti piaccia o no. Oppure uccido tutti i tuoi cari amichetti"
Ecco una cosa che mi zittisce.
In un lampo siamo di nuovo alla nostra casa galleggiante.
Tutti sono stanchi e hanno il fiato corto. Mi guardano in attesa di una risposta.
"Si. Domani mattina io entrerò nel labirinto" dico.

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