Capitolo 16

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DOBBIAMO RACCONTARE LA VERITÀ PER COLPA DI QUEL COGLIONE MORFEUS CHE NON SA TENERE UN SEGRETO
"Ma quella cazzo di bocca non la riesci a chiudere?" sono incazzata nera. Ho talmente tanta voglia di ucciderlo che se non ci fosse mio padre a tenermi il polso lo avrei fatto.
"Dolcezza primo o poi lo avrebbero scoperto" dice mio padre.
Faccio un respiro profondo e guardo mio padre.
"Puoi salire con me?" mi pentirò sicuro di quello che ho appena detto ma ho paura dell'acqua e di cosa succederà con gli altri appena dopo essere salita.
"Certo" dice prendendomi come una sposa.
Morfeus mi guarda come se stesse per ridere e gli lancio un'occhiata omicida.
Saliamo sulla crociera e mio padre mi lascia andare ma non in uno dei modi più delicati. Meglio dire mi butta a terra.
Tolgo la polvere e le pieghe dai pantaloni e dalla maglia. Siamo in un cerchio e ci fissiamo a vicenda. C'è un silenzio imbarazzante e il mio cuore batte molto più forte del normale.
"Volete che vi faccio fare un giro?" chiede Poseidone rompendo il silenzio.
"Va bene" dice Morfeus.
Io rimango zitta come se non esistessi mentre seguo gli altri.
Ci mostra la piscina, la cucina, la sala da pranzo, l'armeria, la palestra, il cinema cosa di cui sono felicissima e mancano solo le camere.
Tutti hanno un compagno di stanza tranne me e Morfeus che sia i "vip" della situazione con le camere private. Inizia a mostrare quelle maschili e quelle femminili fino a quando non avanziamo solo noi due. Hanno delle porte differenti rispetto alle altri. Probabilmente parleranno male di me. Mio padre apre la porta con una chiave che lascia a me. La camera è stupenda. Poster, fotografie, libri, una specchiera, una scrivania ma manca un armadio.
"Dove sono i miei vestiti?" chiedo.
"Mi sono permesso di comprarne di nuovi e sono dentro la cabina armadio"
Non riesco a crederci. Spalanco gli occhi mentre lui me la mostra.
Vestiti, scarpe, borse e gioielli da migliaia di dollari.
"Hai fatto tutto questo per me?" chiedo emozionata.
"Certo dolcezza, sei mia figlia dopotutto"
Lo abbraccio forte e lui esita per un secondo ma alla fine cede.
"Grazie, grazie, grazie"
"Ci sono anche dei trucchi nuovi" ritorniamo nella camera e mi mostra meglio la specchiera. Ci sono quei contenitori e cassetti pieni di trucchi stile influencer.
Mi mostra anche il bagno e anche quello spettacolare con un lavandino stupendo pieno di prodotti per la skincare, la doccia, la vasca idromassaggio e un semplice gabinetto.
Vorrei fare quei commenti su quanti soldi ha speso ma sto zitta perché sarebbe offensivo per un dio credo.
Riguardo i libri e noto che sono nuovi.
"Ti ho comprato un po' di libri" dice.
"Saranno più di cento!"
"Comunque ho preso diversi generi visto che non sapevo cosa ti piacesse di preciso"
Gli sorrido e lui ricambia.
"Ah e se non ti bastano c'è pure una biblioteca"
Sgrano gli occhi.

"Io ora posso pure andare. Buon viaggio" sta parlando solo per me e Morfeus. Tipico degli dei il sentirsi superiore agli altri.
Da una pacca sulla schiena a Morfeus e mi abbraccia. Per mettersi in mostra si butta in mare e atterra trascinato da un'onda. Faccio una smorfia e sono consapevole del fatto che ora mi toccherà affrontare gli altri. Guardo Poseidone allontanarsi.
Mi giro e sento dieci sguardi addosso.
"Evelyn è vero quello che ha detto Morfeus?" chiede Victoria.
Io guardo Morfeus come se lo volessi uccidere e annuisco.
"Perché diavolo non me lo hai detto?! Sono la tua migliore amica o no?" esclama chiaramente arrabbiata.
"Non potevo e non lo sapresti se non fosse per sto kosos"
"Cosa c'è di male nell'essere figlia di Poseidone?" dice Dafne.
Deglutisco e guardo Morfeus. Lui annuisce capendo cosa voglio fare e dire.
"Puoi dirlo tu?" gli sussurro.
"Evelyn è speciale" dice e lo guardo male "Nel senso che è sia figlia di Poseidone sia di Atena"
"E io che pensavo fosse figlia di Ade" dice Jasper.
"Sa più di Persefone" dice Ethan.
"Per questo la soprannominano Persefone" ragiona Lily. Qualcosa mi dice che non è molto intelligente.
"Io sono solo Evelyn e nient'altro" dico indifferente.
"Ma quindi sei immortale?" chiede Lucian.
"Ecco questo è il problema. Io sono mortalissima"
"Com'è possibile?" chiede Charlotte confusa.
"Me lo chiedo pure io fidati"
"Perché ce lo avete tenuto nascosto?" dice Michael.
"Mi ha proibito di dirlo" dice Morfeus. Michael mi guarda confuso.
"Non io ma Poseidone" spiego.
"E perché mai dovrebbe tenerlo nascosto?" dice Lily.
"Atena è una delle Dee caste insieme a Estia, Artemide e insomma avete capito" spiego.
"Cosa significa?" chiede Lucian.
"Scusate ma non studiate la mitologia greca?" chiedo. Mi sento un genio, la più intelligente del mondo.
"Si ma nessuno la studia veramente" dice Lucian.
"Io si" esclama Juliette ma non mi convince.
"Guarda che Games of Gods non vale" le dico ridendo e fa una faccia arrabbiata.
"Comunque cosa significa?" chiede Ethan.
"Significa che rinuncia a scopare in poche parole" dico e aggiungo "Oppure Era che essendo la dea del matrimonio può andare a letto solo con Zeus"
"La ragazza è sveglia" dice Jasper. Gli sorrido.
"Sono cose facili da imparare" dico.
"Intanto solo te lo sapevi" dice Dafne.
"Voi sapete combattere"
Dafne si schiarisce la gola guardando Victoria e lei sbuffa.
"Sono figlia di Afrodite è normale che non sono brava negli allenamenti" dice Victoria offesa.
"In realtà anche Afrodite è una delle dee della guerra insieme ad Atena e Bellona"
"La tua intelligenza è inquietante ragazzina" dice Morfeus.
"No, il fatto che voi non sappiate queste cose è preoccupante"
"Non tutti prendono seriamente seriamente la storia. Di solito i semidei si preoccupano più della parte pratica che di quella storica"
"Io non sono una semidea"
Non vola una mosca.
"Comunque qua il capo sono io ed entro domani riceverete l'orario" dice Morfeus rompendo il silenzio.
"Chi ti ha nominato capo?" mi arrabbio. Già lo odio figurati se diventa il mio capo.
Tutti apparte me alzano la mano.
"Solo tu mi odi"
"Pure tu Juliette? Sul serio?"
"Scusami Persefone" mi fa un sorrisetto furbo.
"Giuro su dio che..."
Mi interrompe "Entro domani avrete l'orario. Potete andare, vi chiamerò per il pranzo. Ora penso a far partire la barca"

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