capitolo 13.

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Il sole stava calando dietro i canali di Amsterdam, tingeva il cielo di sfumature arancioni e rosse. Lucy stava in piedi sul balcone della casa di sua zia, osservando l'orizzonte. Tutto sembrava calmo, quasi surreale, considerando quello che era successo nelle ultime settimane. La tensione che l'aveva accompagnata durante la loro fuga si era attenuata, ma non era scomparsa. Aveva imparato che il pericolo non svanisce mai davvero, si nasconde solo, in attesa di colpire di nuovo.

Loris era seduto sul divano in soggiorno, ancora pallido, ma finalmente in grado di muoversi con più agilità. Annie era rimasta in contatto, le chiamava ogni giorno per aggiornamenti, assicurandosi che la sorella fosse al sicuro. Ma c'era qualcosa di strano in tutto ciò, un'ombra che incombeva sul loro fragile senso di sicurezza.

"Sai che non è finita, vero?" La voce di Loris interruppe i suoi pensieri.

Lucy annuì, senza distogliere lo sguardo dal panorama. "Sì. Leo non si arrenderà mai così facilmente. Lo sappiamo entrambi."

Loris sospirò, alzandosi con cautela e raggiungendola sul balcone. "Abbiamo fermato il peggio, almeno per ora. Ma c'è dell'altro, lo sento."

Lucy si girò verso di lui. "Cos'altro potrebbe succedere? Abbiamo scoperto tutto... la rete di droga, gli omicidi, la sorella di Leo. Non c'è altro da scoprire, giusto?"

Loris la fissò intensamente. "Non ne sarei così sicuro. Ho fatto qualche ricerca mentre eri fuori... e c'è qualcosa di più grande dietro tutto questo. Leo non era l'unico ad orchestrare tutto. C'è un'intera organizzazione, molto più potente di quanto pensassimo."

Lucy sentì un brivido lungo la schiena. "E cosa sai?"

"Non molto, ma ho trovato tracce di contatti in tutta Europa. Non è solo una questione di droga o di vendetta personale. Leo era solo un tassello. Se davvero vogliamo fermare tutto questo, dovremo andare oltre. Dovremo scoprire chi tira i fili."

Lucy si strinse le braccia, cercando calore nel vento freddo che soffiava dal canale. "Non pensavo che potesse essere peggio."

Loris fece una risata amara. "Neanche io. Ma è così."

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Qualche giorno dopo, Lucy ricevette una lettera. Era strano, nessuno le scriveva mai lettere. Non c'era mittente, solo il suo nome, scritto a mano con una grafia elegante e curata.

Aprì la busta con cautela. All'interno c'era solo un foglio di carta sottile, con poche parole scritte al centro:

"Non avete finito. Vi stiamo osservando. Fate attenzione ai vostri prossimi passi."

Lucy sentì il cuore accelerare. La consegnò a Loris, che la lesse con la stessa espressione preoccupata.

"È iniziata di nuovo," disse lui con voce bassa. "Non ci lasceranno mai in pace."

"Ma cosa vogliono da noi?" chiese Lucy, anche se conosceva già la risposta.

"Vogliono metterci a tacere. Abbiamo visto troppo. E ora dobbiamo decidere: ci nascondiamo... o combattiamo."

Lucy fissò Loris. Si rendeva conto che questa decisione avrebbe cambiato tutto. Potevano scegliere di lasciare la città, provare a ricostruire una vita lontano da Amsterdam, lontano da quel mondo oscuro. Oppure potevano restare, affrontare il pericolo e scoprire chi erano davvero i veri nemici.

"Non posso lasciare che vincano," disse Lucy dopo un lungo silenzio. "Non dopo tutto quello che è successo. Non posso lasciarli in libertà mentre altre persone soffrono."

Loris annuì, lo sguardo determinato. "Allora combatteremo."

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Quella notte, Lucy non riuscì a dormire. Le parole della lettera riecheggiavano nella sua mente, mentre pensava a ciò che significava realmente. Non erano mai stati al sicuro, neanche per un momento. Il vero nemico era ancora là fuori, nascosto nell'ombra. E questa volta, non avrebbe giocato in modo così prevedibile.

La mattina successiva, il telefono di Lucy vibrò sul comodino. Un numero sconosciuto. Lei esitò, poi rispose.

"Dovete venire da me, subito," disse una voce familiare dall'altro lato. Era Annie. "Ho scoperto qualcosa. Non so quanto tempo abbiamo."

Il cuore di Lucy iniziò a battere più veloce. "Che cosa hai scoperto?"

"Leo... non lavora da solo. Non posso dirti tutto al telefono. Ma credimi, se pensavate che tutto fosse finito, vi sbagliavate. C'è qualcuno di molto più grande dietro tutto questo. Ci aspetta a Parigi."

Lucy sentì il mondo intorno a lei restringersi. Parigi. Un'altra città, un altro mistero. Eppure sapeva che non poteva ignorare quell'avvertimento.

"Arriveremo il prima possibile," disse con fermezza, prima di chiudere la chiamata.

Quando Loris entrò nella stanza, Lucy gli spiegò tutto. "Dobbiamo andare a Parigi."

Lui annuì, senza esitazione. "Allora si parte."

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Mentre lasciavano Amsterdam, Lucy si voltò a guardare la città che l'aveva ospitata per così tanto tempo. Sapeva che, una volta arrivati a Parigi, nulla sarebbe stato più lo stesso. Leo era solo una pedina, e ora dovevano affrontare un gioco molto più pericoloso.

La loro battaglia era appena cominciata.

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Fine del Primo Libro...

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