capitolo 10.

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Il freddo pungente di Toronto colpì Lucy appena mise piede fuori dall’aeroporto. Nonostante avessero lasciato Amsterdam solo poche ore prima, il contrasto tra le due città era netto. Toronto era fredda, affilata, con i suoi grattacieli e il cielo grigio. Un luogo familiare, ma ora carico di ombre e ricordi.

Loris camminava al suo fianco, tirando il piccolo trolley sulla neve sporca. "Dove pensi che dovremmo cominciare?" chiese, la voce coperta dal vento che soffiava tra gli edifici.

Lucy alzò le spalle, stringendosi nel suo cappotto. "La nostra vecchia casa, penso. Se Thomas ha nascosto qualcosa, potrebbe essere lì."

Mentre si avviavano verso un taxi, Lucy non poteva fare a meno di sentire un crescente senso di inquietudine. Tornare a Toronto non era come lo aveva immaginato. La città che una volta considerava casa ora le appariva estranea, come se qualcosa fosse cambiato irrimediabilmente.

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La vecchia casa di Lucy e Thomas si trovava in un quartiere residenziale di Toronto, un’area tranquilla, piena di famiglie e giardini curati. La neve aveva coperto il vialetto, e l'abitazione sembrava deserta. La casa era stata venduta dopo il trasferimento ad Amsterdam, ma Loris aveva scoperto che era rimasta vuota da allora, e nessuno sembrava averla abitata di nuovo.

"È strano essere qui," disse Loris mentre scavalcavano il piccolo cancello. "È come se fosse congelata nel tempo."

Lucy non disse nulla. Ogni passo verso la porta d'ingresso la riportava a momenti della sua infanzia: lei e Thomas che correvano nel giardino, le risate, i pomeriggi passati insieme. Ma ora, ogni ricordo aveva un peso diverso. Si chiedeva quando tutto avesse iniziato a cambiare per suo fratello, quando avesse iniziato a nascondere la sua vita segreta.

Riuscirono ad aprire una delle finestre sul retro e si intrufolarono dentro. L'interno della casa era polveroso, l'aria pesante di umidità. Sembrava come l’avevano lasciata: mobili coperti di lenzuola bianche, scatole sparse in giro, una casa abbandonata in fretta.

Lucy si fermò nel soggiorno, osservando ogni dettaglio. "Pensi che sia qui? I documenti, intendo."

Loris si chinò accanto a una delle vecchie librerie, scansionando con lo sguardo gli scaffali. "Se sono nascosti, non saranno in vista. Thomas era intelligente. Avrà scelto un posto che solo qualcuno come noi avrebbe pensato di cercare."

Lucy annuì, cercando di pensare come avrebbe fatto suo fratello. Quali erano i suoi posti sicuri? Dove avrebbe nascosto qualcosa di così importante?

Si avvicinò alla vecchia scrivania di legno che Thomas usava per studiare. Le sue dita passarono sopra il legno consumato, fino ad arrivare a un piccolo cassetto che ricordava. Lo aprì lentamente, ma dentro c'era solo polvere e qualche vecchia penna.

"Qui non c’è niente," disse a bassa voce, ma qualcosa la trattenne. Il cassetto sembrava... più piccolo di quanto ricordasse.

"Che succede?" chiese Loris, notando l'espressione di Lucy.

"Sembra... c’è qualcosa di strano." Prese un coltello da uno dei cassetti della cucina e cominciò a raschiare il fondo del cassetto. Dopo qualche istante, il legno si staccò, rivelando un doppio fondo.

Loris si avvicinò, osservando con attenzione. "Thomas... ha lasciato qualcosa lì?"

Lucy afferrò con delicatezza un piccolo fascicolo avvolto in carta marrone. I suoi occhi si allargarono, il cuore batteva forte. L'aprì lentamente, rivelando pagine e pagine di documenti, numeri di conto, registrazioni di transazioni... tutto collegato a Leo e alla sua organizzazione.

"Questi sono i documenti che stiamo cercando," sussurrò Lucy, la voce tremante. "Thomas aveva tutto. Aveva le prove."

Loris annuì, incredulo. "Con queste informazioni possiamo distruggere Leo. È tutto qui."

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