capitolo 12.

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L'aria si era fermata per un attimo, come se anche il mondo avesse trattenuto il respiro. Lucy si accovacciò accanto a Loris, cercando di capire quanto fosse grave la situazione. La ferita non sembrava profonda, ma abbastanza da immobilizzarlo. Le mani di Lucy tremavano mentre gli controllava il polso, sentendosi impotente.

"Loris..." mormorò, mentre lui cercava di rimanere cosciente. Il suo respiro era affannoso, ma i suoi occhi, sebbene dolenti, erano pieni di determinazione.

"Sto bene... è solo un graffio," cercò di rassicurarla, ma Lucy sapeva che non era così semplice. Dovevano trovare un modo per tirarsi fuori da quella situazione, e in fretta.

Annie, ancora indietreggiata verso l'uscita della serra, osservava la scena con il cuore in gola. "Dobbiamo andare," disse con voce tremante, "se ci trovano qui, non avremo scampo."

Lucy si rialzò lentamente, annuendo. Non avevano tempo per esitare. Guardò la ragazza seduta sulla sedia. Doveva essere lei, la sorella di Leo, l'unica leva che potevano usare contro di lui.

"Possiamo muoverci?" chiese a Loris, che cercava di alzarsi, sostenendosi con un braccio. Era pallido, ma ancora lucido.

"Ci proverò," rispose, stringendo i denti per il dolore. "Non possiamo restare qui."

Annie, che sembrava lacerata tra la paura e il senso di dovere, si avvicinò per aiutare Loris. "Devi appoggiarti a me," disse, più ferma di quanto Lucy si aspettasse.

La ragazza sulla sedia si alzò a sua volta, anche se i suoi movimenti erano lenti e insicuri. Sembrava stordita, come se non riuscisse a credere a quello che stava succedendo. "Leo... non smetterà mai di cercarmi," mormorò, come se stesse parlando più a se stessa che agli altri.

Lucy si avvicinò a lei, cercando di stabilire un contatto. "Non ti troverà," disse dolcemente. "Non lasceremo che ti riporti indietro."

La ragazza annuì debolmente, come se volesse credere alle parole di Lucy, anche se sapeva quanto fosse difficile fidarsi di qualcuno in una situazione del genere.

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Si mossero lentamente verso l'uscita della serra, cercando di evitare ogni rumore che potesse attirare l'attenzione. Il freddo pungente era l'unica cosa che li teneva svegli, ogni passo sulla neve sembrava amplificato nel silenzio della notte.

Loris zoppicava, appoggiandosi a Annie, ma non si lamentava. Lucy sentiva il battito del suo cuore accelerare ogni volta che un'ombra sembrava muoversi tra gli alberi. Non potevano permettersi di farsi notare.

"La macchina è dall'altra parte del campo," sussurrò Loris, indicandola con un cenno del capo. "Se riusciamo ad arrivarci senza farci vedere, possiamo allontanarci abbastanza da avere un vantaggio."

Lucy annuì, il cervello che correva più veloce delle sue gambe. Dovevano uscire di lì, e dovevano farlo subito. Sentiva che non era ancora finita, ma non potevano permettersi di farsi prendere dal panico.

Con cautela, avanzarono tra gli alberi, le ombre che li proteggevano dai pochi uomini rimasti a sorvegliare la villa. Era come camminare su una corda tesa sopra l'abisso: un solo passo falso e tutto sarebbe crollato.

Finalmente, dopo quello che sembrò un'eternità, raggiunsero la macchina. Lucy aiutò Loris a sistemarsi sul sedile posteriore, mentre Annie e la sorella di Leo si sedettero accanto a lui.

Lucy si mise al volante, le mani che stringevano il volante con forza, ma cercava di non far vedere quanto fosse nervosa. Doveva concentrarsi, doveva portarli via da lì.

"Vai piano," disse Loris con una smorfia di dolore, "non vogliamo attirare attenzione."

Lucy annuì, accendendo il motore. Il suono dell'auto che partiva sembrava troppo forte per il silenzio che li circondava, ma non avevano altra scelta. Dovevano andarsene, e in fretta.

Mentre si allontanavano dalla villa, Lucy guardò nel retrovisore, il cuore ancora in gola. Nessuno sembrava seguirli. Non ancora.

"Abbiamo bisogno di un posto sicuro," disse Annie, rompendo il silenzio che si era creato nell'auto.

"Ho un'idea," rispose Lucy, mentre prendeva una deviazione verso il lato più oscuro della città. Un vecchio nascondiglio di cui suo cugino le aveva parlato tempo prima, un luogo dove nessuno li avrebbe cercati.

La tensione non era diminuita, ma per ora, erano fuori pericolo.

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Dopo mezz'ora di guida tra strade secondarie e vicoli nascosti, Lucy parcheggiò l'auto davanti a un piccolo magazzino abbandonato, nascosto tra edifici fatiscenti.

"È qui," disse Loris, indicando con un cenno del capo. "Nessuno verrà a cercarci in un posto come questo."

Scesero dall'auto, e Annie aiutò Loris a entrare nel magazzino, mentre Lucy fece strada. L'interno era freddo e spoglio, ma almeno era sicuro. Accesero una vecchia lampada ad olio che si trovava su un tavolo polveroso, illuminando debolmente la stanza.

Lucy si guardò intorno, cercando di valutare quanto tempo avrebbero potuto restare lì senza essere scoperti. Ma per ora, l'importante era che Loris potesse riposare e riprendersi.

"Domani penseremo a cosa fare," disse Lucy, cercando di suonare più sicura di quanto si sentisse.

Annie annuì, aiutando la sorella di Leo a sistemarsi su una vecchia poltrona. Anche lei sembrava esausta, e la tensione della giornata le si leggeva sul volto.

"Grazie," disse la ragazza con voce bassa, guardando Lucy. "Non so cosa farà Leo, ma... grazie per avermi tirata fuori."

Lucy si limitò a sorridere debolmente. Sapeva che il vero pericolo non era ancora passato, ma per il momento, erano vivi. E tanto bastava.

"Riposa," disse, mentre spegneva la lampada e si lasciava cadere su una vecchia coperta sul pavimento. "Domani troveremo un modo per fermarlo."

Mentre il buio li avvolgeva, Lucy chiuse gli occhi, sperando che, almeno per quella notte, il passato non li raggiungesse.

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