Capitolo 2.

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Flashback di Thomas

La musica rimbombava nella palestra, le luci pulsavano al ritmo dei bassi e i ragazzi ballavano con una vivacità che sembrava quasi infinita. Thomas, con il suo carisma innato, era al centro dell'attenzione. Indossava un elegante completo scuro che metteva in risalto il suo fascino naturale e il suo sorriso sicuro. Era il re della serata, e tutti volevano essere nella sua orbita.

Erano passate solo poche ore dall'inizio del ballo, e la pista era già affollata. Thomas, accerchiato da amici e ammiratori, stava mostrando il suo solito magnetismo. Ogni movimento, ogni parola che pronunciava sembrava catturare l'attenzione di chiunque lo circondasse. Nonostante la festa fosse in pieno svolgimento, Thomas sembrava lontano dai festeggiamenti, immerso in una conversazione privata con un ragazzo alto e dagli occhi scuri, che conoscevo di vista ma il cui nome non riuscivo a ricordare.

"Non posso continuare a fare questo," diceva Thomas, la sua voce bassa e tesa, mentre gesticolava con intensità. "Se non risolviamo questo problema, tutto crollerà. E tu lo sai bene quanto io sia stanco di questa situazione."

Il ragazzo, con un'espressione indifferente ma con un'aria di minaccia, si limitava a fissarlo senza dire nulla. I loro volti erano parzialmente nascosti dall'ombra di un angolo poco illuminato della palestra, ma l'intensità del loro scambio era palpabile.

Non avevo ascoltato tutto il dialogo, ma era chiaro che c'era qualcosa di più serio sotto la superficie. Mi avvicinai discretamente per cercare di sentire meglio, ma quando feci un passo avanti, un gruppo di studenti si spostò in modo da coprire la scena. Per un momento, persi la visuale e, quando riemersi, Thomas era già da un'altra parte della stanza, il volto teso ma apparentemente calmo.

La musica cambiò, passando a una canzone più lenta, e la folla si spostò verso la pista da ballo. Thomas, ora visibilmente irritato, cercava di rilassarsi e di tornare alla festa. Si avvicinò a Kennedy e Annie, che stavano ballando insieme, e cercò di forzare un sorriso. Ma non era difficile notare che la scintilla nei suoi occhi era scomparsa, sostituita da una stanchezza palpabile.

"Dai, Thomas, non sembri te stesso stasera," disse Kennedy, notando il suo stato d'animo. "Cosa c'è che non va?"

Thomas scrollò le spalle. "Solo problemi, Kennedy. Niente di cui preoccuparsi."

Annie, che stava vicino, lo guardò con uno sguardo preoccupato. "Se hai bisogno di parlare, sono qui. Non devi affrontare tutto da solo."

Thomas la guardò con un misto di gratitudine e frustrazione. "Apprezzo l'offerta, Annie. Ma questo è qualcosa che devo risolvere da solo. Non voglio che nessuno si coinvolga."

Kennedy e Annie si scambiarono uno sguardo preoccupato, ma non insistettero. Thomas tornò a ballare con loro, cercando di recitare la parte del ragazzo allegro e spensierato, ma la sua mente sembrava essere altrove.

Mentre la serata continuava, i discorsi e le risate riempivano l'aria, e la tensione sembrava dissolversi lentamente. Ma per Thomas, quel senso di urgenza e preoccupazione non era svanito. Era chiaro che stava nascondendo qualcosa, e il peso della situazione lo schiacciava sempre di più.

Quando il ballo si avvicinava alla sua conclusione, Thomas si allontanò dal gruppo, dirigendosi verso un angolo tranquillo della palestra. Qui, immerso nel buio, cercava di riflettere e di raccogliere i suoi pensieri. Aveva la sensazione che qualcosa stesse per succedere, qualcosa che avrebbe cambiato tutto.

Un'ora dopo, l'incredibile tragedia che nessuno avrebbe potuto prevedere colpì con violenza. Ma in quel momento, mentre la festa proseguiva e le luci brillavano, Thomas era solo con i suoi demoni, incapace di immaginare che la sua vita e quella dei suoi amici sarebbero stati distrutti dalla stessa oscurità che cercava di affrontare.

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