Capitolo 9

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18 Giugno 2024

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18 Giugno 2024.

POV YOONGI:
Annientato.
Distrutto, affranto, apatico, disilluso.

Sono questi i sentimenti che accompagnano le mie lugubri e tediose giornate e che non mi lasciano un attimo di tregua, gettandomi nel baratro della disperazione. Ho perso il conto delle sere trascorse in squallidi pub a bere o trovare sollievo tra braccia sconosciute e lenzuola consumate, ma la verità, è che ho intrapreso un percorso che mi ha fatto perdere di vista la via di ritorno. La mia bussola sembra essersi danneggiata irrimediabilmente e adesso mi ritrovo lungo una via buia, deserta e minacciosa. Faccio tintinnare il ghiaccio nel bicchiere di cristallo, mischiandolo col Bourbon di prima qualità e ingioio il liquido dal sapore dolciastro ma che, entrando in contatto col mio animo tetro, diviene aspro e fortemente fastidioso ma almeno mi procura quel bruciore che basta per farmi dimenticare, per un attimo, della mia condizione irrecuperabile. Voglio Jimin al mio fianco, necessito anche solo sentire la sua voce per potermi tranquillizzare e potermi dare la forza di ritornare con i piedi per terra e la voglia di vivere. Ultimamente non riesco nemmeno a concentrarmi negli affari e alcune questioni sembrano essermi sfuggite di mano e mi rendo conto che, se non fosse per Nam, adesso sarei già in un burrone in fin di vita, ucciso da chissà quale mio nemico che non aspetta altro che la mia disfatta. Sospiro e chiedo un altro giro alla barista che da quando mi sono seduto sullo sgabello non fa altro che lanciarmi sguardi languidi, dal chiaro invito a possederla ma stasera non credo di esserne in vena.

Stasera sono spento.

Sono da biasimare, questo è certo. Chiunque non conosca la mia storia e quella di mio fratello, potrebbe giudicare il mio atteggiamento sconsiderato ed esagerato ma io l'ho fatto per un mio tornaconto egoistico. Ho potuto vivere in prima persona quanto le scelte sbagliate possano rovinare una persona e i miei genitori ne sono l'esempio lampante. Li ho visti distruggersi a vicenda per amore e per errori irreparabili e mai avrei augurato lo stesso perverso destino al mio piccolo fratellino. È sorto in me questo senso di protezione, tale da comportarmi in maniera ossessiva nei suoi confronti, negandogli esperienze di vita che sono necessarie per il processo di maturazione e crescita di una persona ma: a quale prezzo? Non avrei mai retto le sue lacrime, la sua sofferenza. Non avrei retto la visione di Jimin distrutto proprio come nostra madre. Sarà che non ho processato al meglio quel che mi è successo e ho proiettato i miei traumi sull'innocente Jimin e ho sbagliato. Me ne pento ed è per questo che sto espiando le mie colpe, adesso, negandomi della sua dolce e confortevole presenza. Sono ben certo di dove si trova in questo preciso momento ma sono altrettanto consapevole che lui, saprebbe prendersene cura meglio di come l'ho fatto io durante tutti questi anni. Siamo stati amici e oserei dire, quasi fratelli; quindi, lo conosco talmente bene da potermi fidare ciecamente di lui e nonostante ci nascondiamo dietro un odio viscerale, non potrei chiedere di meglio come nemico e come spalla su cui appoggiarmi perché sì, ci facciamo la guerra ma entrambi, ci guardiamo le spalle a vicenda. Non comprendo appieno la causa che ha costretto Jungkook a rapire mio fratello ma so fin troppo bene che non ha cattive intenzioni e il modo in cui l'ha fissato per l'intera serata, quella volta al party, mi ha confermato tutti i sospetti. Tuttavia, sono ancora qui a chiedermi del perché del suo gesto avventato: vendetta? Per cosa, poi? Inoltre, il suo sguardo raccontava storie confuse ma dalla narrazione gentile e.... un attimo. Mi alzo di scatto dalla sedia, facendo irrigidire le persone al mio fianco e riduco i miei occhi in due fessure: non è che quel figlio di una buona donna vuole scoparselo? Io lo ammazzo, lo riduco in brandelli se solo si permette di alzare un dito sul corpo puro ed illibato di Jimin ma il ricordo delle sue parole e della sua etica, mi fa tirare un respiro di sollievo e ritornare seduto comodamente sullo sgabello, sempre sotto lo sguardo interdetto della barista. Jungkook ha sempre espresso esplicitamente la sua preferenza nei confronti del sesso opposto e del suo desiderio di tramandare la progenie e l'eredità, attraverso una relazione puramente eterosessuale e quindi, Jimin è fuori pericolo. Sospiro e mi perdo a fissare il liquido giallastro nel bicchiere ed un particolare, mi distrae e fa direzionare i miei pensieri tumultuosi e degeneranti, in alcuni ancora più pericolosi ed infimi: il ragazzino. Quel fottuto ragazzino è una spina nel fianco e ultimamente è diventato sempre più insistente. Non sono stupido e non sono nemmeno nato ieri: il ragazzino ha una cotta per me da tempi immemori. Sin da quando lo facevo giocare da piccolo, l'ho visto legarsi a me in una maniera quasi morbosa e a tratti inquietante ma a me non è mai dispiaciuto perché, nonostante tutto, le sue attenzioni mi hanno fatto sempre piacere anche se, posso immaginare che il suo interesse sia dettato semplicemente dall'ammirazione che prova verso di me: sono più grande di lui, l'ho cresciuto ed è inevitabile che mi veda come un esempio da seguire e ammirare. Lui ha sicuramente scambiato questa forma di adorazione in qualcosa di più sfuggevole e superficiale come l'amore. È un ragazzino e non potrei certamente incolparlo ma adesso sta esagerando con la sua audacia e mancanza di pudore, sono molto più grande di lui e come tale dovrebbe portare rispetto a me e mia moglie, cazzo! Tiro giù un altro sorso e borbotto "Un altro". La barista alza un sopracciglio con fare giudicante ma io tuono autoritario "Puttana, ho detto un altro. Ti pago quindi finiscila di giudicarmi". Lei alza gli occhi al cielo ma in silenzio e arrendevole, decide di prepararmi un ulteriore drink, sotto il mio sguardo truce. Non le do modo nemmeno di terminarlo che glielo strappo dalle mani e lo butto giù in un sorso anche stavolta e di nuovo, tuono "Ancora". Questa volta il suo viso rimane neutro, privo di espressioni e asseconda il mio volere senza alcuna reazione visibile, riempiendo fino all'orlo quel bicchiere che, oramai, è stato riempito e svuotato una dozzina di volte. Il mio stato mentale si altera e comincio a sentirmi più allegro ma con i sensi intorpiditi da una leggera sensazione di spensieratezza ed ebbrezza; poi, mi guardo intorno e ammicco verso chiunque sembra riporre la sua attenzione su di me ma non so perché, all'improvviso, ogni persona che mi circonda, adesso, ha il viso del ragazzino. Quello che fino a poco prima era un adulto in giacca e cravatta, stanco della vita, in questo momento mi appare con gli occhi dal tratto allungato, il sorriso quadrato, incorniciato dai capelli soffici dello stesso colore dell'argento. Mi sorride sensuale ed io quasi non cado dallo sgabello preso dalla voglia di voler andare da lui e farlo mio ma dopo aver chiuso gli occhi e averli aperti, mi ritrovo a scontrarmi con la dura realtà: quello non è Taehyung, piuttosto è la mia mente che mi sta giocando brutti scherzi. Cosa hanno messo in questo cocktail? Perché mi sembra di star impazzendo? Jimin, come mi hai ridotto? E tu, ragazzino, cosa c'entri in mezzo a tutta questa storia? Mi porto una mano tra i capelli e li tiro frustrato fino a quando, un movimento all'entrata non mi distrae e mi fa scoppiare a ridere nervoso.

Sto impazzendo, non è vero?

Comincio persino a soffrire di allucinazioni, adesso? Di nuovo, scorgo in lontananza, il viso perfetto ed eccentrico del ragazzino. La sua espressione corrucciata, denota preoccupazione ma che non sembra intaccare la sua bellezza quasi surreale. Deglutisco un enorme fiotto di saliva in gola, nel momento in cui passo in rassegna il suo corpo sinuoso che si muove, sensuale, tra le persone che accalcano il pub per poi scansionare il mio sguardo lungo quelle cosce snelle ma sode, ristrette in jeans strappati con una camicia trasparente nera che lascia intravedere due bottoncini rosa e delle clavicole sporgenti, che vorrei tanto leccare e mordere fino a far sanguinare quella pelle così perfetta e priva di imperfezioni.

Cosa cazzo sto pensando?

Scuoto la testa e cerco di distogliere lo sguardo ridendo, non curandomi di ciò che la gente potrebbe pensare di fronte queste mie reazioni senza alcun senso logico; quindi, cerco di distogliere lo sguardo da quello che sembra assumere sempre più le sembianze del ragazzino che mi sta fottendo il cervello. Poi una mano si posa sulla mia spalla, facendomi sussultare. Mi volto e quel viso così familiare ma anche così pericoloso mi scruta sempre più preoccupato "Yoon?" scuoto la testa e scoppio a ridere, balbettando parole senza senso a causa del troppo alcool "Perfetto, adesso sento anche la sua voce". Quello che sembra somigliare sempre più al ragazzino, mi fissa confuso e inarca un sopracciglio "Mi stai per caso dicendo che mi sogni spesso?" Lo ignoro e comincio a guardami intorno, cercando una via di fuga dal mio cervello evidentemente fuso dal troppo alcool e pensieri ma quella voce, nuovamente, interrompe i miei pensieri, quasi urlando "Min Yoongi!". Mi volto sorpreso, singhiozzo e poi chiedo "C-cos? Come fai a sapere il mio nome?". Improvvisamente, però, uno schiaffo si schianta sulla mia guancia, facendomi spostare persino il viso e rimanere di stucco. Non ho provato particolarmente dolore, bensì sono rimasto sorpreso; quindi mi volto confuso e fisso il mio sguardo nel suo e finalmente capisco. Lui incrocia le braccia al petto, si imbroncia e sbuffa "Si, sono io, il ragazzino, il tuo ragazzino". Ed è in questo preciso momento che ho capito di essere praticamente fottuto.

POV TAEHYUNG:
Dopo aver quasi costretto Jimin a promettermi di non assecondare le follie di quella donna subdola e scaltra, gli chiedo "Io devo uscire, vorresti venire con me?". Tuttavia, non vorrei veramente che lui accettasse. Non fraintendetemi, io vorrei portare Jimin un po' in giro per locali per fargli conoscere sprazzi di vita notturna, tipica dei ragazzi della nostra età ma non adesso, non per il luogo in cui devo andare ma soprattutto per la persona che devo incontrare. Lui scuote la testa e abbassa lo sguardo "Tae non credo sia il caso e poi stasera non ma la sento", cerco comunque di insistere ma lui mi interrompe "Inoltre tuo fratello è ferito e ha bisogno di cure. So che non ne ha bisogno, perché è venuta quella... quella..." nascondo un sorrisetto e lo incito a continuare "Quella?" Lui capisce il mio gioco e alza gli occhi al cielo per sbuffare "So cosa stai facendo, Taehyungie, ma non ci riuscirai. Comunque, divertiti e fa' attenzione!" E così dicendo mi saluta con un gesto della mano e mi volta le spalle che sembrano più curvate del solito, a causa dell'amarezza e delusione. Maledetto Jeon Jungkook, giuro che appena mi sono occupato di rimettere in riga quell'alpha da strapazzo, torno da te e ti appendo ad un palo! È mai possibile che sono entrambi adulti e a capo delle famiglie mafiose più potenti della Corea ma sono ancora immaturi e volubili? Scuoto la testa e sbuffo, fino a quando non decido di telefonare a Mingi che prontamente risponde "TaeTae?", sorrido e chiedo "Per caso potresti darmi un passaggio? Ho da sbrigare alcune faccende e non mi va di prendere la metro". Percepisco movimenti bruschi e brusii, al di là della linea ma subito mi risponde "Dammi cinque minuti e sono da te" e così, termina la chiamata. Disgustato dall'atteggiamento insofferente del mio fratellone, mi avvio all'entrata e attendo, fino a quando l'auto di Mingi non sosta al mio fianco e lui mi intima di salire. Io, invece di sedermi dietro, apro lo sportello e mi metto al lato del passeggero, sorridendo ad un visibile Mingi stanco. Tuttavia, lui mi sorride e mi chiede gentilmente "Dove devi andare?" Io recupero il mio cellulare e gli faccio vedere la posizione "Inoltre, volevo chiederti, se puoi aspettare qualche minuto fuori dal locale, perché sono certo che dovremmo accompagnare a casa un demente!" Lui inarca un sopracciglio ma decide di rimanere in silenzio, dunque chiedo "Dov'eri?" Lui sospira stanco "Al porto a fare alcuni controlli. Doveva andare tuo fratello ma mi ha mandato un messaggio chiedendomi di prendere il suo posto". Lo guardo sorpreso e mi mordo il labbro "Ma non lo sai?" Lui si volta per un attimo verso di me ma poi ricomincia a guardare verso la strada "Cosa dovrei sapere?" Alzo gli occhi al cielo e borbotto "Hanno sparato a mio fratello" e senza preavviso, la macchina slitta sull'asfalto a causa della franata brusca ed io, per poco non batto la testa contro il cruscotto e urlo "Mi spieghi cosa cazzo ti viene in mente?!" Lui stringe forte lo sterzo e sussurra roco "Cosa cazzo significa che l'hanno sparato? Perché non ne sono stato messo al corrente? Taehyung ascolta io devo tornare a casa e vedere come st-" ma io lo interrompo e urlo "Smettila! Sta bene, ecco perché non ti ha detto nulla e poi c'è Jimin con lui e soprattutto mio fratello preferirebbe maggiormente che tu accompagnassi a me, non mettendomi in pericolo, piuttosto che andare a casa ed infastidirlo. Sai come cazzo è fatto e quando gli succede qualcosa vuole stare da solo!" Lui tenta di aprire bocca ma io lo interrompo "No Mingi, finiscila. Hai tutte le ragioni di questo mondo ad essere preoccupato ma sta bene ed è in ottime mani, adesso portami velocemente a quel fottuto pub". Lui sospira ma rimette in modo silenziosamente, ben accorto a non causare incidenti. Io sto facendo del tutto per far rimanere quei due testoni da soli a casa e Mingi vuole rovinare ogni mio piano? Cazzo, vorrei un po' di collaborazione. Ah, se ci fosse Jin hyung, adesso sarebbe fottutamente orgoglioso di me! Dopo qualche minuto, passato in silenzio, Mingi parcheggia e chiede "Ti aspetto in auto?" Annuisci riconoscente e lo scongiuro "Ti prego aspettami, farò presto ritorno". Lui annuisce costretto ma lo scorgo a fissare il numero sul cellulare di Jungkook "Se ti fa sentire meglio chiamarlo, fallo ma fidati di me, lui sta bene". In realtà sta fin troppo bene e può frignare quanto vuole ma le attenzioni che gli riserva Jimin, gli fanno più che piacere: ipocrita di un Jungkook.
Mingi annuisce e mi sorride "Mi raccomando, fai attenzione ancora non sappiamo chi ha attentato alla vita di tuo fratello e non vorrei che anche tu, corressi lo stesso rischio". Alzo gli occhi al cielo, mi sporgo verso di lui e lo bacio sulla guancia facendolo ridacchiare ed io sospiro "Tranquillo, posso sembrare ingenuo ma sono il contrario" e proprio mentre scendo dall'auto, lo sento borbottare "Mai pensato che tu lo fossi". Gli faccio la linguaccia e mi dirigo verso l'ingresso, prendendo un profondo respiro prima di entrare.

Bene, adesso mi sto letteralmente cagando addosso.

Ok, il piano per conquistare il mio uomo fino a pochi attimi fa, sembrava perfetto ma perché mai, adesso, mi sento insicuro? Sono davvero pronto ad affrontare i demoni e i traumi che attanagliano il grand'uomo, Min Yoongi? Chiudo gli occhi, mi porto una mano al petto e ricevo immediatamente la mia risposta: sì, sono pronto. Fottutamente pronto. Spalanco le porte del pub ed entro, facendo voltare molte persone che ammiccano nella mia direzione ma ciò che mi sorprende più di tutto, è lo sguardo penetrante e a tratti asfissiante, del mio grande amore, già posato su di me. Deglutisco e conficco le unghie nella mano per darmi forza; quindi, mi avvicino all'alpha, con passo fintamente sicuro e cerco di richiamare la sua attenzione. Tuttavia, appare distratto, oltre che irrimediabilmente ubriaco ed è per questo che mi viene istintivo mollargli un ceffone ed urlargli esasperato "Si, sono io; il ragazzino, il tuo ragazzino!". Lui sussulta e si massaggia la parte lesa, biascicando "T-Taehyung?" Alzo gli occhi al cielo e borbotto "Sono io, come devo dirtelo? Cosa ci fai qui?" Lui sembra per un attimo ritornare in sé, poiché il suo sguardo muta e diviene quasi rabbioso; infatti, ringhia "Tu cosa ci fai qui, ragazzino? Non è un posto per i bambini come te!" Sbatto una mano sul bancone, facendo sobbalzare una barista fin troppo invadente e curiosa del nostro battibecco e sussurro "Min Yoongi, non provocarmi. Io, bambino? Ma ti sei visto tu che ti riduci, ogni sera, come un fottuto idiota ubriacone? Reagisci, cazzo!" I suoi occhi vengono attraversati da lampi di rabbia e si alza di scatto per prendermi il polso e tirarmi poco gentilmente fuori da questo posto che stava divenendo troppo angusto per entrambi. Appena la mia pelle entra in contatto con l'aria umida serale, tipica di fine giugno, vengo attraversato da milioni di brividi. Cerco di divincolarmi e urlo "Dove mi stai portando?!" Lui non mi risponde ma testardamente, decide di continuare il gioco del silenzio mentre mi sballotta come se fossi una fottuta bambola di gomma per poi vederlo guardarsi a destra e sinistra, per immettersi in un vicoletto buio e stretto. Se non fosse così ubriaco e così maledettamente arrabbiato, potrei illudermi di venire scopato in mezzo alla strada. Tuttavia, il sesso rabbioso con lui, non mi dispiacerebbe così tanto. Senza preavviso, mi sbatte violentemente contro il muro e mi ritrovo a mugolare dal dolore per poi venire imprigionato dal suo corpo che aderisce perfettamente al mio. Mi manca il respiro e sento le forze venirmi gradualmente a mancare: mai avrei potuto immaginarmi così vicino a lui, nemmeno nei miei sogni più spinti ed erotici. Il suo alito ha il retrogusto di alcool e tabacco e per poco non mi fa cadere svenuto a terra. Mi stringe le guance ed il suo sguardo sembra perdersi sulle mie labbra e sussurra roco "Ragazzino, dovresti imparare a saper gestire i tuoi sentimenti". Io, impossibilitato dal parlare fluentemente, balbetto "C-cosa intendi?" e Yoongi, da grande bastardo qual è, avvicina il suo naso al mio collo e lo sfiora, facendomi accapponare la pelle e trattenere il respiro. La sua voce diviene maggiormente roca e sussurra sulla mia pelle alterata "I tuoi sentimenti, ragazzino... Questi tuoi sentimenti mi stanno facendo impazzire". Io deglutisco e cerco di scrollarmelo di dosso ma lui rafforza la sua presa, stringendomi un fianco ed il solo percepire la sua mano venosa e le sue dita eleganti, strette sul mio fianco, mi fa indebolire e sussurro con un fil di voce "I-io non sto facendo nulla Yoongi!" Lui sorride e sento il suo sorriso allargarsi sulla mia pelle sensibile "Davvero, Taehyung?" Annuisco e lui, con il naso, continua a sfiorarmi la pelle ormai tesa e calda, fino ad arrivare al mento che lecca volgarmente ed io ansimo "Sai... Posso immaginare che tu sia attratto da un uomo più grande di te ma devi fare attenzione piccolo, perché non saprai mai chi ti troverai di fronte ed io, potrei mangiarti da un momento all'altro".

O
Mia
Dea!

Mi sento quasi Jimin in questo momento: imbarazzato, inesperto, ingenuo ma fottutamente... eccitato! Ho un palo della luce in mezzo alle cosce, cazzo! Cerco di spingerlo lontano da me, facendo forza sul suo petto ma lui mi immobilizza i polsi e avvicina il suo viso al mio, facendo sfiorare le nostre labbra. Sento il suo fiato caldo ed il suo alito che sa di tabacco e alcool ed io quasi non svengo, in preda alle convulsioni. Cerco di divincolarmi ma lui ringhia "Vuoi provare, mh? Vuoi provare l'ebbrezza di essere baciato da uno più vecchio di te, mh?" Con le lacrime agli occhi scuoto la testa, in senso di diniego ma ad un certo punto ogni mio muscolo si immobilizza ed il mio cuore perde un battito per accelerare come se fosse impazzito: Yoongi ha poggiato le sue labbra umide e salate, sulle mie gonfie e dolci. Dapprima è solo un tocco leggero ma il suo respiro, improvvisamente velocizzato, lo fa andare in visibilio e comincia a picchiettare con la lingua sulle mie labbra per poter chiederne l'accesso. Io sono immobilizzato e non riesco a reagire; vorrei rispondere al bacio, al mio primo bacio, e vorrei darlo a lui... Dio, se non lo vorrei! Ma non così, non in questo modo! Tuttavia, lui, è ubriaco e inoltre ha agito per schernirmi! Come potrei gongolare o anche solo trarne piacere da tutto questo? Serro le labbra e comincio a tirargli pugni contro il petto e lui, dopo qualche gemito di insoddisfazione si allontana lentamente e poggia la sua fronte sulla mia, sussurrando "Sei egoista, Taehyung!" E così dicendo, chiude gli occhi e crolla sulla mia spalla, cominciando a russare. Sbuffo e alzo gli occhi al cielo: egoista, io? Ma davvero? Parla proprio lui che stava per ficcarmi la lingua in gola e poi si addormenta sulla mia spalla come mio nonno? Cerco di recuperare il cellulare dalle tasche del pantalone per chiamare Mingi e per farmi aiutare a portare questa carcassa addormentata in auto. Durante tutto il tragitto, sia io che Mingi, rimaniamo in silenzio ma la mia testa urla e vorrei tanto zittire tutti questi pensieri ma soprattutto il mio cuore che sanguina, illuso per l'ennesima volta! Arrivati a destinazione, chiedo sussurrando "Lo accompagno dentro ed esco così possiamo tornare a casa, va bene?" Lui annuisce ma poi mi ammonisce "E che questa sia l'ultima volta Tae! Se Jungkook venisse a scoprire che ti ho accompagnato a casa di questo..." e indica con lo sguardo Yoongi che dorme beatamente tra le mie braccia "... Mi sbrana". Annuisco e lo ringrazio con lo sguardo, prima di prendere una boccata d'aria e lo trascino faticosamente verso il campanello, dove suono e vengo accolto da Hoseok, il migliore amico e guardia del corpo di Jimin. Appena mi vede sussulta ma appena capisce che a dormire tra le mie braccia è il suo capo, mi si avvicina e lo prende in braccio per poi condurlo in salotto e adagiarlo sul divano. Sospira, si volta verso di me e vedo le sue guance arrossarsi impercettibilmente "Grazie per averlo riportato sano e salvo a casa..." Io gli faccio un cenno del capo e rispondo "Mi trovato d-di passaggio e ne ho approfittato..." Lui si volta verso di me e comincia a torturarsi le dita delle mani; quindi, intenerito, modulo il mio tono di voce, rendendolo più dolce "Dimmi tutto Hoseok, tranquillo". Il suo viso sembra illuminarsi ed il suo sorriso quasi mi acceca "Lui... Jimin, come sta?" Mi irrigidisco e di nuovo, mi sorprendo di come mio fratello sia così evidente e poco attento ai dettagli. Hoseok si accorge di questo mio momentaneo smarrimento e continua a sorridermi "Lo sappiamo tutti e lo sa anche lui..." indicando Yoon che dorme beatamente sul divano "Ma proprio a tal motivo, sta soffrendo. È ben conscio del nascondiglio del fratello ma allo stesso tempo sta espiando tutte le sue colpe e soffre..." Annuisco, comprendendo il punto di vista di entrambi e rivolgo un ultimo sguardo a Yoon, prima di annunciare e ignorare la sua precedente domanda "Me ne devo andare e.... Non dire a Yoongi che sono stato io a riportarlo a casa". Lui inarca un sopracciglio e confuso annuisce, sorridendomi timidamente. Chiudo la porta d'ingresso e con il capo chino e il cuore pesante di un sentimento opprimente, mi avvio verso la vettura guidata da Mingi per tornare a casa mia o forse in qualche locale a bere e dimenticarmi di ciò che sono e ciò che provo.

POV JUNGKOOK:
Cosa mi succede? Perché ho negato le attenzioni che mi ha sempre riservato Soyeon? Ho sempre desiderato dare sfogo alla mia frustrazione grazie a qualche aiutino da parte di qualcuno ben disposto a soddisfare le mie voglie e fantasie, dalle quali ne traggo particolare piacere. Tuttavia, il solo pensiero di essere sfiorato e toccato da mani che non siano le sue... Porca di una puttana, cosa cazzo mi sta succedendo? Mi porto entrambe le mani al viso e lo massaggio per cercare di darmi una calmata e regolare i miei pensieri che sembrano essere impazziti e fuori controllo. Un trillo mi avverte dell'arrivo di un messaggio; quindi, recupero il cellulare e leggo sospirando e quasi imprecando "Il tuo atteggiamento di poco prima non è mi piaciuto Jungkook, capisco che io e te scopiamo solamente ma credo di meritare un minimo rispetto, no?" Sospiro e le rispondo, digitando velocemente il testo "La prossima volta che vorrai venire a casa nostra, chiama. Anzi, cosa dico? Non presentarti direttamente!" Prendo un profondo respiro e cerco di riporre il cellulare in tasca ma una chiamata da parte di colei che sta diventando ossessivamente morbosa, mi fa desistere e rispondere stanco "Cosa vuoi, adesso?" Lei, borbotta duramente "Adesso la definisci persino casa vostra? Non mi hai detto di esserti così affezionato a... a..." Ma io interrompo ogni suo sproloquio "Smettila Soyeon o mi vedo costretto a tagliare definitivamente tutti i ponti con te, intesi?" Non le do modo di replicare poiché decido di terminare la chiamata e spegnere definitivamente il cellulare. Come ho fatto, fino ad ora, a sopportare una relazione così fittizia ed approssimativa? In un attimo, però, vengo catapultato nella dura realtà e prendo consapevolezza di dover affrontare un altro uragano, forse quello più devastante per la mia sanità mentale: Jimin. Prendo un profondo respiro e mi dirigo in salone, ritrovandolo seduto con la schiena dritta, fermo in una tipica posizione regale. Mi avvicino ma una fitta mi fa mugolare dal dolore; quindi, lui si volta allarmato e corre verso di me, portando un mio braccio sulle sue spalle e sorreggendomi fino a quando non arriviamo al divano, dove mi fa sedere dolcemente. Il tutto avviene, però, in un silenzio così teso da poter tagliare la tensione con un coltello. Mi schiarisco la gola "Jimin... senti, vai a riposare, non c'è bisogno che tu mi medichi." Lui si volta di scatto verso di me e incrocia le braccia al petto, borbottando nervosamente "Abbi almeno la decenza di tacere". Mi irrigidisco e lo fisso con sguardo sorpreso "Mi spieghi perché adesso ti atteggi a prima donna?" Sbuffa e inarca un sopracciglio "Prima donna, io? Ma se sei tu che tremi di fronte a un po' di medicina!" Ringhio e provo a rialzarmi ma lui mette entrambe le sue mani sulle mie spalle e mi costringe a aderire la schiena contro il comodo schienale del divano per sussurrare deciso "Adesso rimani fermo qui, ti fai disinfettare la ferita, cambiare la garza e poi te ne vai a piangere in camera". Vorrei tanto scoppiare a ridere di cuore ma cerco di mantenere un'espressione rigida ed indifferente mentre lui alza lentamente la mia maglia, lasciando scoperto gran parte del mio fianco. Le sue piccole dita maneggiano dolcemente il lembo di pelle che circonda la ferita ed io sento i brividi laddove il suo tocco si posa dolce e gentile. Prende il materiale e comincia ad applicare il disinfettante, facendomi imprecare "Porca putt-" ma lui mi ammonisce con lo sguardo e borbotta "Che la Dea luna, possa perdonarti". Questa volta, però, non riesco a trattenermi e scoppio in una fragorosa risata, procurandomi però, un dolore atroce, al quale Jimin commenta aspramente "Ben ti sta, la prossima volta impari a non imprecare così apertamente. Non è bello che certe parole escano di bocca, ti rendono una persona bru-" ma interrompo immediatamente il suo sproloquio, cercando di trattenere la risata "Ho capito, ho capito! Me lo merito ma adesso fa' finire in fretta questa tortura, del tutto inutile. Cazzo, sono un alpha e guarisco velocemente anche senza tutte queste moine". Jimin rimane con la mano a mezz'aria e mi guarda scioccato "Ma se stai facendo i capricci per un po' di disinfettante! Adesso vuoi farmi credere che avresti avuto la fermezza di guarire da solo senza piagnucolare?" Cerca di nascondere un accenno di sorriso ma io lo intercetto, godendomi dei suoi tocchi gentili ma che spesso, mi fanno perdere un battito. Lo guardo bene e cerco di ammirarne ogni suo particolare: le labbra gonfie e voluttuose, gli occhi dal tratto felino, quelle guance rosate e piene, perfette da mordere. I suoi capelli soffici al primo sguardo, le sue dita piccole e grassottelle ma allo stesso momento, fini ed eleganti. Non credo di aver avuto mai modo di incontrare una persona così interessante come lo è lui, avrei così tanta voglia di scoprire chi si cela dietro il bacchettone bigotto che è ma, sono certo che prima o poi, riuscirà a darmi soddisfazioni. Dopo aver ultimato le sue cure e aver applicato la garza, continua a rimanere stranamente in silenzio e con lo sguardo basso, mentre ripone il tutto nel kit del pronto soccorso. Prendo un profondo respiro e chiedo "Mi spieghi cosa succede?" Lui continua imperterrito a rimanere in silenzio ma sa perfettamente quanto mi spazientisco quando mi ignora "Jimin ti ho fatto una domanda ed esigo una risposta, sai quanto odio-" Lui mi interrompe e sempre con sguardo basso, sussurra "Si so che odi quando una persona ti ignora..." Io sbuffo "Il problema reale è che odio quando tu mi ignori". Lui alza di scatto la testa per guardarmi negli occhi e scorgerci sorpresa ma anche timore, infatti balbetta "C-cosa intendi?" Sorrido divertito ma anche sorpreso dalle mie stesse parole "Esattamente quello che ho detto. Siamo partiti con il piede sbagliato ma pian piano stiamo cercando di appianare le nostre divergenze, no? E non sopporterei di vederci di nuovo in conflitto". Sbuffa e si alza per poter riporre con accortezza il kit di pronto soccorso e borbotta silenziosamente "Disse colui che per poco non mi rimandava a calci in camera mia dopo esserci avvicinati un minimo". Sospiro e mi alzo faticosamente ma lui si volta e cerca di accorrere in mio soccorso, io scuoto la testa e sorrido rassicurante "Sto bene, tranquillo". Jimin annuisce e si allontana ma io lo blocco prendendolo per il polso e lo costringo a voltarsi "Scusami per come mi sono comportato prima, ma devi capire che io sono fatto così..." Sbuffa, alza gli occhi al cielo e si libera dalla presa "La scusa di tutti è proprio questa... piuttosto sii onesto e dí le cose come stanno!" Inarco un sopracciglio e confuso chiedo "Ma di cosa stai parlando, Jimin?" Lui cerca di allontanarsi da me ma io riesco ad acciuffarlo per le spalle e costringerlo a voltarsi verso di me, incastrando i suoi occhi lucidi nei miei. È spaventato ed io lo sono più di lui perché non so cosa gli stia succedendo o come aiutarlo "Jimin non ti farò o dirò nulla, non devi avere paura, non di me". Lui volta la testa per non continuare questo gioco di sguardi e borbotta "Non ho mai avuto paura di te". Io allento la presa per farlo sentire più a suo agio e poi chiedo "Quindi cos'è che ti preoccupa?" Jimin scuote la testa ma poi sussurra "T-tu..." dice per poi bloccarsi, ma io lo incoraggio prendendogli il viso tra le mani e costringendolo a guardarmi "Parlami, non ti giudicherò o dirò nulla, prometto". Si allontana e si tortura le mani "Tu e Soyeon, avete intenzione di sposarvi?" Lo chiede a voce alta e così velocemente da rendermi la comprensione della sua domanda, quasi impossibile.

Quasi, appunto.

Un sorriso affiora sulle mie labbra, fischietto e chiedo sornione "Perché ti interessa?" Lui comincia a guardarsi intorno e poi cerca di distogliere l'attenzione dalla mia domanda "Bene, visto che non vuoi rispondermi, io credo proprio che mi ritirerò nelle mie stanze per..." Io lo interrompo "No no, piccolo Jiminie, adesso mi dirai il perché di questa tua domanda". Sbuffa e alza gli occhi al cielo "Ho chiesto prima io e tu non mi hai risposto, quindi non vedo per quale motivo debba risponderti io". Sorrido "No, non ho intenzione di sposarla. In realtà non ho mai avuto intenzione di farla diventare mia moglie". Lui spalanca gli occhi e si porta una mano alla bocca, urlando quasi "M-ma se hai detto che mi ha-i rapito p-perché...?" Scuoto la testa e scoppio a ridere "Davvero credi a tutto quel che ti viene detto?" Le sue guance si tingono di rosso e per poco non batte il piede a terra come un bambino ma urla "Oh Dea, cosa ti avrò mai fatto di male per meritare un simile destino?" Scoppio a ridere e mi avvicino e cingendogli il fianco, avvicinandolo a me e facendo aderire entrambi i nostri petti. Non so perché cerco continuamente un contatto fisico con lui, non so perché non mi fa ribrezzo che tutto questo avvenga con un uomo, se l'uomo in questione è Jimin. Non mi interessa o almeno, non per adesso. Lui trattiene il respiro ed io sornione sorrido e chiedo "Sei.. Sei geloso, Jimin-ssi?" Il suo viso diviene interamente rosso e comincia a prendermi a pugni contro il petto, facendomi scoppiare a ridere ma lui urla "Lasciami Jungkook, lasciami!" Io scuoto la testa e lo schernisco "O no piccolo signorino, tu da qui non te ne vai fino a quando non rispondi alla mia domanda". Jimin comincia persino a scalciare ma ogni suo tentativo sembra sortire l'effetto contrario su di me, poiché rafforzo la presa e lo avvicino maggiormente al mio corpo. Lui si spazientisce "Jungkook, cosa vuoi sapere?" Mi mordo il labbro per evitare di ridere e chiedo di nuovo "Sei geloso?" Lui smette di lottare ma continua a non guardarmi negli occhi "E di chi dovrei essere geloso, esattamente?" Metto un dito sotto al suo mento, glielo alzo, fino a ritrovarci naso contro naso e occhi dentro occhi; poi sussurro "Di me, Jimin. Sei geloso di me, per caso?" Jimin s'irrigidisce ma i suoi occhi terrorizzati si muovono in maniera frenetica alla ricerca di un appiglio che non sia io ed i suoi pugni ricominciano a picchiettare il mio petto ampio, urla "Jungkook, lasciami!" Io testardamente, scuoto la testa e rispondo un secco "No!" Lui si contorce come se fosse preda alle convulsioni e continua a urlare "Lasciami!" Lo stringo forte a me ed il calore del suo corpo, quasi mi fa andare in tilt e sussurro roco "Rispondimi: sei geloso di me?" Chiude gli occhi, scuote la testa ed io continuo "Rispondimi Jimin! E rispondimi adesso". Tuttavia, qualcosa accade. Stringe entrambi i pugni sul mio petto, alza il suo viso fiero, mi guarda sicuro negli occhi e urla "Porca puttana Jungkook, ho detto di lasciarmi stare, cazzo!" Mi irrigidisco e mollo immediatamente la presa, come se ogni mio muscolo avesse smesso di funzionare e le mie cellule cerebrali, avessero smesso di mandare stimoli per farmi reagire. La mia bocca è totalmente spalancata e specchio delle mie reazioni è proprio lui, Jimin, che, dopo essersi reso conto di aver imprecato per la prima volta nella sua vita, si copre il viso con entrambe le mani, scuote la testa e urla "Oh mia Dea, cosa ho fatto? O mia Dea, perdonami!" Abbassa le mani, mi fissa in cagnesco, mi indica e mi minaccia "TU-" Io istintivamente faccio un passo indietro, ancora scioccato da quel che è accaduto e quindi, accetto tutto passivamente "Tu! È colpa tua, demonio! Sei tu che mi hai deviato e mi hai fatto imprecare! Oh Dea, Dea, aiutami perdonami!" Alza le mani al cielo in maniera teatrale e mi volta le spalle correndo verso la sua camera e sbattendo la porta, non prima di urlare "Non parlarmi almeno fino alla prossima medicazione!" Io, ancora fermo e immobile al mio posto, osservo tutta la scena tragicomica, senza realizzare effettivamente cosa sia appena accaduto. Jimin ha appena imprecato. Jimin ha appena detto, nella stessa frase, parole come "porca puttana" e "cazzo". Jimin ha appena avuto una reazione degna di un monaco che scopre di aver messo incinta una sua amante. Jimin mi ha appena fatto rendere conto che sono scoppiato a ridere, fino a lacrimare. Io, Jeon Jungkook, alpha purosangue, non ho mai riso così tanto. Mi fa male la mascella e tutti i muscoli facciali. Io, Jeon Jungkook, grazie a Park Jimin, sto riscoprendo il piacere della vita.

POV JIMIN:
Chiudo la porta sbattendola poco dolcemente e mi poggio con la schiena contro di essa, cascando a terra e portando la mia testa sulle ginocchia. Mi sento devastato e fuori di me, ho appena fatto qualcosa che durante la mia esistenza non avrei pensato nemmeno lontanamente di fare. Capisco che per la maggior parte dei ragazzi della mia età, imprecare è un qualcosa di ordinario ma per me è follia, pura follia. Mi tiro alcune ciocche di capelli e alzo lo sguardo verso il cielo scuro e verso la luna che si innalza fiera e luminosa nel cielo, rendendo le tenebre meno minacciose. Mi porto le gambe al petto e rimango fermo a fissare la luna che imponente, si erige in alto nel cielo e sussurro "Oh mia Luna, perdonami per quel che sto diventando..." Tiro su con il naso e continuo "Ti feci una promessa, tanti anni fa, quando la mia famiglia si è distrutta e mio fratello è diventato una vittima inevitabile delle loro scelte sbagliate... Tu sei l'unica a conoscere la verità, sei l'unica a sapere che nonostante la mia giovane età, avevo compreso tutto ma soprattutto, avevo percepito il reale stato d'animo di mio fratello. Lui, ancora ragazzino, si è ritrovato al centro di una tempesta: ha dovuto affrontare la perdita dei propri genitori senza poterli compiangere per davvero e inoltre, ha dovuto assumersi la responsabilità, non solo di divenire capo Clan ma anche di crescere un fardello inutile, ovvero me. Non ha avuto alcun appoggio e non ha mai realizzato pienamente cosa è accaduto a tutti noi ma nonostante tutto, ha affrontato gli ostacoli a testa alta e mi ha educato con pazienza e amore". Proprio a tal motivo, anni fa, feci una promessa alla Dea Luna che mi ha fatto compagnia durante questi anni di solitudine: non avrei mai deluso Yoongi che ha tanto investito in me e nella mia crescita. Lo avrei reso fiero di me e di tutti gli sforzi fatti per crescermi. Lui non vuole che io dica parolacce? Bene, non l'ho fatto. Lui non vuole che io esca la sera con i miei amici perché ha paura per la mia incolumità? Va benissimo, lo accetto con un sorriso. Il mio unico scopo nella vita era quello di renderlo sereno e ridargli indietro, almeno la metà, di quello che ha donato a me durante tutti questi anni. Tuttavia, adesso, in questo preciso momento, sto venendo meno alla promessa fatta. Ho costruito una personalità fittizia e l'ho plasmata al volere di mio fratello ma tutto questo mi sta davvero bene? Sono davvero certo di voler continuare lungo la strada intrapresa? O alcuni eventi recenti, mi hanno aperto gli occhi e fatto assaporare la bellezza di saper vivere per davvero? Però, la paura di deludere Yoon, è sempre pressante e asfissiante; quindi, ritorno sui miei passi e mi chiudo a riccio, implorando il suo perdono e quello della Dea Luna, che spero non mi giudichi e non mi abbandoni. Mi alzo faticosamente dal pavimento e vado a stendermi sul letto, chiudendo gli occhi e sperando di poter fare sogni tranquilli.

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