3 Luglio 2024.
POV NAMJOON:
Dopo aver passato il calore con Jin, siamo tornati ognuno a casa propria. Ogni volta il distacco è struggente per entrambi. E questo lo so perché sento le emozioni di Jin, che non vorrebbe staccarsi da me, ma controvoglia, è costretto a farlo. Ed io altrettanto. Spero davvero che un giorno, quando sarà finita tutta questa storia, lui possa perdonarmi tutto. Dopo essermi fatto una doccia e aver fatto colazione, raggiungo Yoongi nel suo studio per informarlo di tutto ciò che abbiamo scoperto io e il mio omega riguardo la faccenda della droga in cui sono coinvolti gli europei. Busso un paio di volte e poi sento "Avanti!" Apro la porta ed entro nello studio del mio amico, richiudendomela poi alle spalle. "Ciao Yoongi.." Lui è seduto sulla poltrona della scrivania ma, ha quest'ultima alle spalle poiché è girato verso la finestra, intendo a guardare fuori. Mi avvicino a lui e gli poggio una mano sulla spalla "Tutto bene?" "Diciamo la solita Nam.." Sospira e si allontana dalla finestra, girandosi e mettendosi poi correttamente alla scrivania. Mi guarda e con un gesto della mano, mi invita a sedermi sulle sedie di fronte al lui, al di là della scrivania. Mi siedo, e gli porgo dei fogli. Lui li prende e inizia a leggere attentamente, mentre io inizio a spiegare "Io e Jin abbiamo indagato un po'. E secondo noi questo ragazzo, è coinvolto nella storia di questa maledetta droga che è entrata in Corea". Yoongi mi fa un cenno d'assenso continuando a leggere cosa c'è scritto sui fogli. "Sono andato al 'Black Moon' la settimana scorsa e ho parlato con uno dei tuoi sottoposti che gestisce quel bordello.. Col direttore precisamente.." Yoongi alza per un secondo lo sguardo su di me "Ricordami come si chiama per favore" dice toccandosi con una mano le tempie. "Park Jing-suk.. Comunque.." sospiro e continuo "Da come puoi vedere mi ha riferito che qualche settimana prima del mio incontro con lui, un ragazzo di origini italiane si è presentato al suo locale, chiedendogli un colloquio di lavoro come buttafuori. Lui ha accettato e poi il ragazzo è stato preso. La cosa però che mi ha insospettito, ed ha insospettito anche Jin, è che il ragazzo avesse diverse lauree e qualifiche. Chi è che avendo quei titoli si mette a fare il buttafuori di uno squallido bordello?!" Yoongi annuisce "Nessuno.. infatti puzza anche a me questa storia.. Troviamolo Nam!" Dice sicuro e di scatto si alza dalla sedia allontanandosi dalla scrivania ed andando verso la porta. Io lo seguo con lo sguardo. Yoongi poggia la mano sulla maniglia, poi si volta nella mia direzione "Alza il culo Namjoon! Andiamo a parlare con Park Jing-suk. Adesso!" Poi sparisce al di là della porta. Io mi alzo velocemente, raccolgo i fogli e lo raggiungo in auto. Il tragitto in auto è alquanto silenzioso. Sono sicuro che Yoongi stia affrontando uno di quei periodi in cui è meglio non ronzargli troppo intorno poiché si chiude in se stesso rifiutando l'aiuto di chiunque cerchi di aiutarlo. Proprio per questo motivo, per evitare di essere preso a parole, rimango in silenzio e attendo pazientemente di arrivare alla nostra destinazione. Una volta arrivati, parcheggiamo l'auto e ci avviamo verso l'ingresso del locale. Il buttafuori non ci chiede nulla poiché ci conosce, conosce Yoongi soprattutto, e noi ci dirigiamo verso l'ufficio di Park Jing-suk. Yoongi spalanca la porta del suo ufficio senza bussare e stranamente, e per mia fortuna devo dire, questa volta non si sta scopando nessuna ragazza, ma anzi, è intento a sorseggiare un bicchiere di Brandy sul suo divanetto in pelle. "Min Yoongi qual buon vent-" "Risparmia i convenevoli Park! Dimmi di più su quel ragazzo italiano che ha lavorato qui!" Lo interrompe bruscamente Yoongi sedendosi sulla poltrona di fronte a lui. Io silenziosamente, e senza interrompere i due, mi accomodo sull'altra estremità del divano. "Ehi ma che cazzo!" Alza le mani Park "Un po di buone maniere Min!" "Sai che le buone maniere non fanno per me. Avanti parla!" "Non so un cazzo Yoongi! Tutto quello che so l'ho detto al tuo amico Kim qui presente!" dice indicandomi con il pollice. Yoongi mi guarda, poi ritorna a fissare il suo sguardo su Jing-Suk. "Sai se aveva fatto amicizia con qualcuno? O qualche ragazza? Non so, qualche cliente del locale?" Chiedo cautamente io, prima che Yoongi vada fuori di testa. Jing-Suk mi guarda portandosi pensieroso una mano sotto al mento. "Questo lo so! So che aveva fatto amicizia con la barista del locale.. Li vedevo parl-" "Bene grazie, addio!" Dice velocemente Yoongi alzandosi e liquidandolo sul nascere avviandosi verso la porta. Io lo seguo ma prima di andarmene mi rivolgo a Park "Grazie Jing-Suk! E scusalo, ultimamente è molto irascibile". "Ho notato cazzo! Almeno un grazie!" "Non lo avrai mai da Min, ti ringrazio io al suo posto! Ora vado, prima che possa fare qualche cazzata". Lui annuisce poi io, mi dileguo raggiungendo quel nanetto dai capelli color menta che velocemente e a grandi falcate, si dirige al bancone del bar pronto a interrogare la barista. Dopo esserci fatti fare due cocktail dalla barista in questione, scambiamo quattro chiacchiere e gli chiediamo di questo fottuto ragazzo italiano. Ci racconta che erano diventati amici di bevute, e che ogni tanto si divertivano insieme, a casa di lui, certo. Yoongi, ovviamente ha colto la palla al balzo, e non si è lasciato sfuggire l'occasione di chiederle dove questo tizio abitasse. Lei, in un primo momento è sembrata restia nel rivelarci il suo indirizzo, ma poi, data la nostra insistenza ha parlato. Il ragazzo vive ad Itaewon, in un monolocale, ed è proprio lì che ora ci stiamo dirigendo. "Hai una pistola con te, vero?" Mi chiede all'improvviso Yoongi. Io mi volto verso di lui "Certo! Ma per chi mi hai preso?!" Dico inarcando un sopracciglio. "Era solo per esserne sicuro." Dopo qualche minuto, arriviamo all'indirizzo fornitoci dalla ragazza e ci avviamo verso l'ingresso di questa specie di condominio, in religioso silenzio. L'androne del palazzo non è molto accogliente, e credo non lo siano nemmeno gli appartamenti situati qui: i muri sono quasi privi d'intonaco, la ringhiera delle scale risulta arrugginita e l'odore che pervade l'aria risulta alquanto sgradevole. Più saliamo e più l'odore sembra intensificarsi. Raggiungiamo finalmente l'appartamento di nostro interesse. Perché la puzza sembra provenire da qui? Yoongi mi guarda e io li faccio un segno positivo, che indica che sono pronto a procedere. Di colpo, sfondiamo la porta e ci facciamo strada nell'ingresso. Una luce fioca di una lampada ad olio, illumina scarsamente il monolocale e ciò che vediamo, e che ferma quindi i nostri movimenti, ci fa rabbrividire. Al centro della stanza, vicino al piccolo divano in tessuto, giace il corpo del ragazzo, privo di sensi, in una pozza di sangue. Io m'irrigidisco, ma Yoongi, forse più abituato di me a queste cose, mi fa cenno di non muovermi, e poi avanza lentamente verso il corpo inerme del ragazzo iniziando a studiarlo. "Un taglio netto.." sussurra Yoongi. "L'hanno colpito al collo. L'hanno sgozzato. Un colpo secco, è morto. Chi lo ha fatto, era qui con questo preciso intento." Poi torna verso di me, dandomi una pacca sulla spalla per farmi riprendere. "Torniamo a casa Nam".
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Serendipity {Omegaverse}
FanfictionAnno 2024. Corea del Sud. Park Jimin, 17 anni. Studente modello universitario laureando in Medicina e fratello del Capo Clan di Daegu: Min Yoongi. Jeon Jungkook, 25 anni. Capo Clan di Busan, Alpha Purosangue e fidanzato clandestinamente con la figli...