capitolo 7

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** un Dolce Risveglio**

Il giorno del suo matrimonio, Isabella si svegliò avvolta da un'atmosfera di dolce attesa. I raggi del sole filtravano attraverso le tende, creando un gioco di luci e ombre nella stanza. Un leggero tocco sulla guancia la fece aprire gli occhi e, per un attimo, il mondo si fermò. Davanti a lei, con un sorriso radioso, c'era Caterina.

"Non ci posso credere," mormorò Isabella, ancora incredula. "Ha mantenuta la promessa..."

Caterina annuì, gli occhi brillanti di gioia. "Non potevo mancare. Oggi è un giorno speciale."

Le due donne si abbracciarono, le lacrime di felicità scivolavano sui loro volti. Era un momento tanto atteso, un ricongiungimento che sembrava impossibile fino a quel momento. I ricordi di giorni passati e di promesse fatte, affiorarono come onde di un mare in tempesta.

"Sei qui," sussurrò Isabella, la voce tremante. "Sei davvero qui."

Caterina le sorrise, e in quel sorriso c'era tutto: amore, speranza e la certezza che nulla avrebbe potuto separarle di nuovo. In quel momento, tutto il resto svanì; c'era solo l'abbraccio, il calore e la promessa di un futuro insieme.

Isabella si preparò per il matrimonio con un misto di emozione e trepidazione. Indossava un elegante abito da sposa a sirena, adornato con delicate rifiniture in pizzo e perline decorate a mano. Il lungo strascico si stendeva dietro di lei come una scia di sogni, perfetto per un giorno così speciale.

Alice, la sua damigella, le si avvicinò con un sorriso radioso. "Ecco qualcosa di nuovo," disse, porgendo un braccialetto scintillante. Era un gesto semplice, ma carico di significato, che aggiunse un tocco di magia al momento.

Caterina, con le lacrime agli occhi, si fece avanti. "Tua madre mi diede questo," disse, porgendo un cofanetto delicato. "Quando seppe che saresti stata una femminuccia, me lo affidò per consegnartelo il giorno del tuo matrimonio. L'avevo mandato a Michela, perché te lo desse, ma visto che sono qui... prego, tesoro."

Isabella aprì la scatola, e all'interno trovò una splendida collana di perle, lucenti come il suo futuro. Caterina continuò: "Era appartenuta a tua madre e, a sua volta, l'aveva ricevuta da sua madre."

Alice, con un sorriso malizioso, interruppe: "Ora hai qualcosa di vecchio. Ora manca qualcosa di prestato." Si avvicinò Michela, che teneva tra le mani un fermaglio per capelli tempestato di diamanti e pietre blu. "Ecco, adesso hai qualcosa di prestato e blu" disse, "ora è tutto completo."

Le tre donne si scambiarono sguardi di complicità e amore, mentre il momento si caricava di significato. Qualcuno bussò alla porta e Riccardo, il figlio piú giovane di Michela, entrò, con un'aria solenne. "E ora," annunciò, "padre mi manda a dire che stiamo aspettando voi."

Isabella annuì, il cuore che batteva forte. "Ok, arriviamo." Caterina le si avvicinò  e le diede un ultimo bacio sulla fronte, un segno di affetto e benedizione. Poi, insieme, uscirono dalla stanza, pronte a varcare la soglia di un nuovo capitolo della loro vita.

Sulla porta c'era Vincenzo, ad aspettare con un sorriso incoraggiante. Sarebbe stato lui ad accompagnare Isabella all'altare, e il suo sguardo rassicurante le infondeva coraggio. Insieme, si incamminarono verso il giardino, che era stato splendidamente addobbato per il matrimonio.

Il gazebo, ornato di fiori bianchi, palloncini e nastri, avrebbe funto da altare. Ogni dettaglio era stato curato con amore e attenzione, e l'arco di glicine bianco creava un'atmosfera incantevole, quasi da sogno. Isabella sentiva una gioia travolgente mescolata a un pizzico di nervosismo. Era tutto meraviglioso.

Quando la marcia nuziale iniziò a suonare, il mondo intorno a lei sembrò fermarsi. Con il cuore che batteva forte, Isabella alzò gli occhi e lo vide: Dante. Era serio, nel suo smoking nero, un cipiglio sul viso che tradiva la sua insoddisfazione. Si capiva che non era felice di essere lì, ma almeno era presente.

Isabella si sentì sopraffatta da emozioni contrastanti. Dante, con il suo sguardo intenso, evocava ricordi di un passato complicato, ma oggi non era il momento di soffermarsi su ciò che era stato. Oggi celebrava non l'amore ma la speranza di un futuro forse migliore.

Mentre si avvicinava all'altare, ogni passo sembrava un battito del cuore, un momento che la conduceva verso un nuovo inizio. Le mani di Vincenzo le stringevano dolcemente il braccio, e Isabella si sentì avvolta da un senso di protezione e calore.

Arrivò finalmente davanti a Dante, e i loro sguardi si incrociarono. In quello sguardo, Isabella cercò conforto e determinazione ma vide solo rabbia.

La cerimonia si concluse, e Isabella si sentì avvolta da un'ondata incredulità, era sposata, legata a Dante da un'unione indissolubile, un legame che nessuno di loro due aveva voluto ma che non avrebbero potuto spezzare. Insieme, si diressero verso il tendone allestito per il ricevimento, dove gli ospiti li attendevano con sorrisi e applausi.

Salutando tutti, Isabella sentì il calore dell'amore e dell'affetto che la circondava. I camerieri si muovevano tra i tavoli, portando pesanti vassoi pieni di ogni ben di Dio: antipasti, piatti prelibati e dolci tentatori. La festa era un tripudio di colori e sapori, e le risate riempivano l'aria.

Tutti mangiarono e bevvero a quantità, tranne Isabella. Nonostante l'atmosfera festosa, la sua mente era un turbinio di emozioni. Si sentiva come se avesse un peso sul cuore, come se una parte di lei rimanesse ancorata a pensieri e ricordi.

Caterina, accanto a lei, era radiosa, e Isabella non poteva fare a meno di sorridere guardandola. Ogni tanto, le lanciava sguardi di complicità, e in quegli attimi, il mondo sembrava perfetto. Ma la sensazione di non poter partecipare pienamente alla festa la accompagnava come un'ombra.

"Isabella, tutto bene?" le chiese Caterina, notando il suo silenzio.

"È solo... tanto da elaborare," rispose Isabella, cercando di mascherare la sua inquietudine.
Furono interrotte dalla voce di Dante"dobbiamo aprire le danze" Le porse la mano lei la accettó con riluttanza, ma si avvió con lui verso la pista da ballo ed inziaro a danzare .
Finito il ballo Dante riacconpagnó Isabella da Caterina si girò e andó dai sui amici.
Isabella lo guardó delusa non le aveva rivolto nemmeno una parola.
Luca vedendo lo sguardo triste di Isabella si avvicino a lei " Mi concede questo ballo ?" Fece un inchino esagerato ed io risposi con una riverenza "Certo, con molto piacere".
Iniziaro a ballare Luca attiró Isabella a sé, molto piú vicino di quanto aveva fatto Dante, cosa che Isabella non si era aspettata , infatti non lo fece notare ma le diede fastidio .

Dopo aver finito di salutare tutti, Dante, con un tono brusco, si rivolse a Isabella. "Sbrigati, ce ne andiamo."

Isabella rimase allibita. "E andiamo dove?" chiese, confusa.

"A casa mia, dove se no? Che pensavi, saresti rimasta qui ad abitare?" La sua risposta era secca, priva di qualsiasi gentilezza. Isabella sentì un nodo allo stomaco; cosa avrebbe fatto da sola con Dante? Come avrebbe vissuto? Era piena di domande.

Nonostante la sua sorpresa, non poteva fare altro che seguirlo. Si incamminarono verso l"auto, il silenzio tra di loro era carico di tensione. Ogni passo sembrava pesante, e Isabella cercava di capire cosa stesse succedendo.

Una volta entrati in auto, Dante fece un cenno a Marco che avviò il motore e senza dire una parola partiro . Isabella, guardando il paesaggio scorrere oltre il finestrino, sentiva una crescente inquietudine. Il giorno che avrebbe dovuto essere il più bello della sua vita si stava trasformando in un incubo.

"Dante," iniziò cautamente, "cosa succederá adesso? " chiese Isabella con voce tremante.

Lui la guardò brevemente, il suo sguardo serio. "Non è il momento per le domande. Abbiamo un accordo come ben sai e voglio che tu lo rispetti."

Isabella si sentì ferita. "Ma io non voglio che sia così. E poi se tu che non voleva rispettare l'accordo."

"Infatti , ma adesso che siamo sposati manterró questo matrimonio solo di facciata,con le mie regole, che ti piaccia o no."

Mentre l'auto sfrecciava lungo la strada, Isabella si sentì sopraffatta dai pensieri e dalle emozioni, si sentiva intrappolata in una situazione che non aveva scelto. Ma nel profondo del suo cuore, sapeva che doveva trovare il modo di affrontare ciò che stava per arrivare.

Mafia e Destini: La Mia Storia Isabella E DanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora