capitolo 26

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** Una scoperta amara**

Caterina, sin dal primo giorno in cui conobbe Melina, non si fidava di lei. C'era qualcosa in quella donna che evocava in lei ricordi inquietanti di eventi accaduti tanti anni prima in Sicilia, prima della loro fuga. Caterina scrutava Melina con crescente sospetto, un brivido di inquietudine che le serpeggiava lungo la schiena. Sebbene non riuscisse a ricordare dove avesse già incrociato il suo sguardo, quel volto le sembrava stranamente familiare, e non in un modo rassicurante. Era come se Melina portasse con sé un'ombra oscura, un segreto nascosto che minacciava di riemergere e cambiare tutto. Caterina sentiva che, dietro il sorriso affabile di Melina, si celava una verità inquietante, pronta a rivelarsi nel momento meno opportuno.

Melina, con il suo modo affabile e i sorrisi enigmatici, suscitava in Caterina una sensazione di disagio che non riusciva a ignorare. La sua insistenza nel preparare qualcosa di speciale per Isabella le appariva come una maschera, un gesto che nascondeva un secondo fine. Caterina iniziò a osservarla attentamente, il suo istinto di protezione per la sua protetta si intensificava. La preoccupazione che cresceva in lei sembrava eccessiva, Caterina non riusciva a scrollarsi di dosso l'idea che Melina stesse tramando qualcosa. Ogni gesto, ogni parola, sembrava carico di significato, e Caterina si trovava sempre più immersa in un labirinto di sospetti e timori, pronta a scoprire la verità dietro quella facciata impeccabile.

Un pomeriggio, mentre Isabella si dedicava a un gruppo di gattini impauriti al rifugio, Caterina colse l'opportunità per avvicinarsi a Melina, che stava sistemando la spesa in cucina. "Posso chiederti da dove vieni?" domandò Caterina, con un tono apparentemente innocuo, ma carico di una sottile sfida.

Melina la guardò, sorpresa, ma il suo sorriso rimase impassibile, quasi calcolato. "Sono qui per lavorare, come chiunque non sia nativo di queste parti," rispose, ma nei suoi occhi brillava una scintilla che Caterina faticava a decifrare.

"Ho solo chiesto da dove vieni," insistette Caterina, incrociando le braccia in un gesto di difesa. "Hai un accento familiare. Volevo solo fare un po' di conversazione, niente di più. Non ho intenzioni nascoste."

Melina alzò un sopracciglio, divertita, come se avesse colto una battuta in un gioco sottile. "Intenzioni nascoste? Oh, non ci avevo pensato. Sono qui solo per lavorare, davvero," rispose, la sua voce melodiosa celava un'ironia che non sfuggì a Caterina.

Caterina la scrutò con attenzione, colta tra il sospetto e la curiosità. "Sì, certo," mormorò, mentre un'ombra di dubbio si faceva strada nel suo cuore. "Ma a volte, le apparenze ingannano. "

Col passare dei giorni, Isabella iniziò a sentirsi male: piccoli giramenti di testa e nausea la colpivano ogni volta che aveva mangiato o bevuto qualcosa preparato da Melina. Caterina, preoccupata, decise di agire.

Iniziò a controllare la dispensa, esaminando gli ingredienti e i prodotti, ma tutto sembrava in ordine. Tuttavia, i suoi sospetti si concretizzarono quando cominciò a intercettare Melina mentre offriva qualcosa a Isabella. Ogni volta che Melina si avvicinava a lei, Caterina si riprometteva di essere accorta, pronta a coglierla sul fatto. Ormai era chiaro: Melina stava tramando qualcosa, ma senza prove concrete, Caterina si sentiva impotente.

Così, decise di prendere misure drastiche. Iniziò a sostituire silenziosamente le pietanze che Melina preparava per Isabella con piatti cucinati da lei stessa. Ogni volta che Melina si allontanava dalla cucina, Caterina afferrava l'occasione per rimettere in tavola qualcosa di semplice e sano, sperando che questo potesse alleviare i sintomi di Isabella.

La sua mente era in subbuglio; doveva proteggere Isabella a ogni costo. Così, si mise a osservare ogni movimento di Melina, annotando mentalmente ogni gesto sospetto. Ma, con il passare delle settimane, la salute di Isabella non migliorava, e la frustrazione di Caterina cresceva. Ogni giorno la tensione aumentava, e Caterina si chiedeva se sarebbe riuscita a svelare il mistero prima che fosse troppo tardi. L'atmosfera in casa divenne sempre più tesa, un gioco di inganni e sospetti che si snodava tra le mura di quel rifugio che una volta era stato sereno.

Mafia e Destini: La Mia Storia Isabella E DanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora