6. Farrell

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Il demonio fatto elfo è entrato nell'ufficio del capo e ho quasi paura di scoprire quello che si stanno dicendo.

<<Allora, Darry, hai scoperto qualcosa?>> gli chiede Samantha mentre lui torna al suo posto a sedere. <<Che si stavano dicendo?>>

<<Niente di che>> sbuffa guardando nella mia direzione, così torno a fissare lo schermo per fingermi disinteressato.

<<Farrell DickAss, lo so che stavi origliando. Se ti interessa saperlo, prima sono andato da lei a riferirle che sei un gran pezzo di merda e che farebbe meglio a starti lontano>> cincischia, aprendo la sua casella di posta elettronica vuota.

<<Zitto, Gray, che non ti si filano manco al lavoro>> brontolo, consapevole che il bastardo ha già messo in atto un nuovo piano d'approccio per conquistare la creatura demoniaca dalle calze a strisce.

<<Silenzio, ragazzi, sta uscendo>> ci avverte Samantha, mentre la ragazza sembra si stia già congedando. Dunque il suo lavoro è finito qui? Il signor Gray ne ha avuto abbastanza dei suoi pastrocchi, probabilmente, e voleva liquidarla in modo gentile e formale, come si confà alla sua persona. "Molto carino il teatrino che ha allestito ma domani daremo fuoco a tutti i festoni perché siamo qui per lavorare e non per festeggiare" le avrà detto, oppure qualcosa del tipo "belle le decorazioni, carina lei, ma l'inutilità di entrambi è la stessa."

Provo uno strano senso di piacere nel vederla attraversare il corridoio verso l'uscita accompagnata dal mio capo e uno strano senso di soddisfazione mi pervade. Sto gongolando tra me e me e mi stiracchio sulla sedia. Non ci sarà nessuno nei prossimi giorni a perturbare l'equilibrio del mio sistema lavoro, aumentando l'entropia con la sua sola ingombrante presenza.

E ora possono togliere queste cazzo di canzoni natalizie di sottofondo?

Stanno venendo proprio verso di noi e io mi alzo in piedi facendo un inchino alla ragazza che si è tolta dalla testa almeno quel buffo berretto da elfo. Se sapessero che porta un felino al guinzaglio, probabilmente avrebbero avuto pietà di lei e, mossi dalla compassione, avrebbero evitato di metterla in ridicolo così.

"È stato un piacere, seppur fugace" mi sembra la frase migliore con cui salutarla, ma il signor Gray mi poggia una mano sulla spalla costringendomi a issarmi su. Ho sbagliato qualcosa? Voleva che mi piegassi meno? In Giappone l'inchino è tanto più profondo quanto più è importante la persona che si ha davanti.

<<Tu e la signorina Hamilton domani avrete un po' di cosette da fare. Fuori da questo ufficio>> mi informa.

Il panico mi assale. Sento una fitta nel pieno petto e non sto esagerando. Non mi vuole in ufficio? Ma che gli è preso oggi? Sono il migliore qui dentro! Non sarà stata mica lei a dirgli dei miei modi poco affabili? Sì, dev'essere stata necessariamente lei, che ora, con quegli occhi verdi come smeraldi sembra di nuovo scrutarmi nel profondo dell'anima.

<<Ho molto lavoro da fare, signore>> provo a giustificarmi.

<<Se ne occuperà Darren>> replica con un tono che non ammette obiezioni. Dio, che ho fatto di male?

<<Mi sta licenziando?>> Il mio sguardo saetta la ragazza che ciondola da una parte all'altra come un cucù. Diavolo di donna, sta' ferma!

<<Le sto assegnando altre incombenze.>>

La ragazza sembra leggermi nel pensiero e, un po' impaurita dalla mia occhiata infuocata, si guarda i piedi. Quegli stivali fucsia sono la cosa più brutta che abbia mai visto.

<<Con...>> il mio dito indice si solleva a fatica dalla mano destra che resta attaccata al mio petto, mentre una smorfia di fastidio profondo mi si disegna sul volto. <<... lei?>>

Le palpebre mi iniziano a pulsare e tremare come accade alla fine di una lunga ed estenuante giornata. Sento il peso delle successive ore di questo primo del mese ancora non trascorse già schiacciarmi a terra con il loro immenso e insostenibile peso.

<<Sì.>> Non ce la posso fare.

<<Ma perché? Sa bene, con tutto il rispetto, che il signor Gray>> inclino il viso verso Darren <<non è capace di gestire alcune cose.>>

<<Credo sia arrivato il momento che impari. E per te, invece, il momento per iniziare a fare altro. Vieni nel mio ufficio.>>

Forse sto esagerando, perché l'espressione prima entusiasta della ragazza si è trasformata in un cipiglio di tristezza e delusione. <<Mi dispiace ma non credo che io e la signorina riusciremmo a collaborare insieme.>>

<<Posso venire io al suo posto?>> si immischia Darren.

<<Ragazzi, siete sul posto di lavoro e questo non è un sito d'incontri>> ci riprende ed io mi faccio rosso dall'imbarazzo. <<Douglas, lei fa quello che dico io>> mi sta dando del lei? Dev'essere davvero arrabbiato. <<Venga nel mio ufficio e le presenterò il piano di questi giorni. E lei, Darren Gray, inizi a lavorare seriamente>> lo minaccia con un'occhiata. <<E anche lei, signorina Samantha. Ma che sta leggendo!?>> chiede, indicando il romanzo di Collana Muse. <<Torni al lavoro. Subito!>>

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Non sembra proprio una bella giornata per Farrell oggi, eh?

A Natale mi innamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora