È ormai calata la notte, la neve continua a scendere senza sosta sulla città, che domani sarà completamente imbiancata. Non mi renderà di certo più dolce il buongiorno, anzi tutto il contrario. Un po' d'acqua ghiacciata scatenerà il panico più totale, tra viabilità bloccata, bambini in preda a un eccessivo entusiasmo e adulti che, colti dalla crisi di mezz'età, si accoderanno a loro abbattendoli con palle di neve grandi quanto una mano.
Come se non bastasse, in casa mia ora c'è un ospite indesiderato, nonostante mi stia facendo ricredere sulle parole della piccola elfa diabolica che ha distrutto e portato via le ultime tracce del mio passato più recente. Non mi ha nemmeno dato la soddisfazione di rigirarmi tra le mani ciò che ne rimaneva: ha messo tutto in una busta dell'immondizia e giù nei cassonetti della spazzatura del condominio.
La mia buona creanza mi impedisce di andare a controllare di persona per recuperarlo, nella speranza di ritrovare qualcosa ancora integro, perché ho quasi la certezza che non avverrebbe.
Quella donna è un tornado distruttivo capace di spazzare via tutto al solo passaggio. Per un attimo anche il resto dei miei pensieri, mentre i nostri occhi si incontravano. Dietro quel suo bel delicato sorriso, per un momento ho visto il mare in tempesta, un nubifragio catastrofico, un tifone devastatore. Poi lei lo ha portato in casa mia.
Ho provato a chiamarla più volte per dirle che la sua palla di pelo che ha costretto a indossare uno strano maglioncino da cui sta provando a liberarsi in tutti i modi è da me - anche se non capisco come non abbia fatto ad accorgersene- ma risulta irraggiungibile . Forse voleva solo darmi il colpo di grazia, nella speranza che odiassi gli animali. In realtà mi sono alquanto indifferenti, come il resto degli organismi viventi pluricellulari, in particolar modo se le loro attitudini sono compatibili con le mie. La filosofia del...Signor Poppy? sembra essere "tu per te, io per me" e fino ad ora sta funzionando. Andiamo molto d'accordo.
Lo guardo, mi guarda e poi torniamo a fissare lo schermo spento della televisione a plasma.
Per un istante, ma solo per un istante, questo appartamento si è caricato di un colore che ora non ha né ha mai avuto. Saranno stati quel pugno all'occhio di stivali fucsia della nana malefica, la sua tracolla africana o forse semplicemente lei.
Sono le otto, ho fame e mi ha portato via pure la nuova domestica. Sembrava così innocente e a modo quella donna e mi pento di averla mandata via con lei. Forse dovrei richiamarla, ma ci ripenso subito perché il farlo implicherebbe, in qualche modo, ritrovarmi anche l'essere demoniaco di nuovo qui.
Grace. Quale nome meno azzeccato avrebbero potuto scegliere i genitori? Di grazioso e leggiadro c'è solo il suo portamento, che degrada, nel giro di pochi minuti, in un moto disordinato come quello di una pallina da pingpong fatta rimbalzare da una parete all'altra. Travolgente, impacciata...disarmante.
Il miagolio del felino mi riporta alla realtà. Credo abbia fame, ma se lo scorda che con questo tempo esca fuori a comprare quelle stupide e costosissime crocchette per animali. Mi auguro abbia un palato più raffinato. Sono certo che, per una volta, una cena più prelibata non lo faccia star male.
<<Tacos? Un panino del Mc Donald? No, forse meglio semplici alette di pollo. Però piccanti.>>
Mi ritrovo a parlare col gatto come uno sfigato, il che vuol dire che più solo di così non mi ci sono davvero mai sentito. Aspetto un cenno di approvazione dall'unico essere animato nei dintorni per scegliere cosa ordinare per la cena, condannando il malcapitato rider di turno a portarmela qui con la sua bicicletta sfasciata nonostante la tempesta di neve. Probabilmente uno spartineve gli sarebbe più comodo in questa situazione.
Eh no, non sono affatto uno di quelli che prova pietà o compassione. Il lavoro te lo sei scelto da solo e io ti sto pagando un servizio. Perché dovrei premiarti con una consistente mancia o esserti grato più di quanto tu dovresti esserlo a me per aver ordinato permettendoti di intascare i soldi della consegna? Se tu ora sei lì e io qui è perché ho faticato più di te per raggiungere questo posto della piramide sociale. Sono solo stronzate quelle sulla predestinazione. Chi nasce povero può morire ricco e viceversa, al diavolo la discendenza! In fondo, è quello che è successo a me. Impegno e olio di gomito e ora rientro nell'elite dell'alta borghesia newyorkese. Non che rientrasse nei miei piani, ma è pur sempre un punto a favore. Lo era anche per la mia famiglia e i miei fratelli e sorelle che, ora, non potendo più contare sui miei prestiti e generosi regali in denaro, ce l'hanno a morte col sottoscritto. Ma continuano a non adoperarsi per rimediare.
Mentre il Signor Poppy sembra ormai completamente a suo agio in mia compagnia, prendo il cellulare dal tavolino e mi sdraio sul divano, facendo attenzione a non disturbarlo.
Ci sono giorni in cui la vita ci mette a dura prova, facendoci realizzare che niente è come volevamo. Malgrado tutto, continuiamo a convincerci di star conducendo l'esistenza che avevamo sempre sognato, circondandoci di distrazioni senza lasciare che emergano in superficie le nostre insicurezze più profonde, come il lavoro a cui dedicare tutta la nostra mente o animali di cui prenderci cura a cui dedicare tutto il nostro cuore.
Quando fuori inizia a far freddo e intorno a te nessun caldo abbraccio ti avvolge per tenerti al caldo, però, ti rendi conto di essere tristemente e incredibilmente solo.
Sospiro e lo spengo di nuovo. Quasi mi sento consolato dalla consapevolezza che qualcuno viva questo periodo con il mio stesso pessimo stato d'animo. Siano maledette, invece, quelle come lei, disposte a mettersi in ridicolo con uno stupido costume da elfo per una stupida e commerciale festività.
Perché la gente non lo ammette? Il Natale è bello solo perché ci concede una pausa dal lavoro, ci porta regali gratis, i parenti sembrano meno stronzi, anche quelli di cui non ricordi nemmeno il nome, e la nonna, per chi ha la fortuna di averla ancora, riempie la tavolata con le sue prelibatezze.
Per tutto il resto? Sprechi, eccessi, mera finzione. A partire dal vecchio sulla slitta volante trainata da renne con il naso da pagliaccio. Come possono i bambini credere che riesca a scendere per ogni singolo camino di ogni singola casa di ogni singolo paese di ogni singolo continente? Dove li mette tutti quei regali?
Ammettendo che il suo sia un veicolo magico, come fanno ad arrivare sotto l'albero senza la benché minima traccia di fuliggine? Phileas Fogg per portare a termine il giro del mondo ci mise ottanta giorni senza nemmeno visitare la casa di ogni bambino sotto i dodici anni. E ora mi spiegate come un vecchio con la cervicale, sopra il quintale, dopo essersi miracolosamente calato dall'alto riesca a metterci una notte?
Io da piccolo a casa il camino nemmeno lo tenevo. Mi aspettavo sempre che quel vecchio bavoso entrasse dalla mia finestra, gli preparavo i biscotti e il latte perché mi avevano riferito che ne era goloso. Poi accadde che ai miei sei anni fossi rimasto sveglio per la troppa curiosità. Non riuscivo a dormire e avrei voluto ringraziare di persona quella palla di lardo con i poteri magici, qualora mi avesse portato la bicicletta. Ebbene, a mezzanotte fu mio padre a mangiare il biscotto e a versare il latte fuori dalla finestra. Gliene chiesi il motivo e mi rispose, un po' imbarazzato, di essere un aiutante di Babbo Natale.
Da quel momento ho provato un avversione per gli elfi e loro simili e ho iniziato ad accertarmi, ogni mattina, che le mie orecchie non divenissero a punta. L'anno successivo, colsi lui e mia madre in flagrante preparare i pacchi. Mi ripeterono di essere gli aiutanti di Babbo Natale. Il giorno successivo, per me scoprii che non c'era nemmeno un regalo.
Hanno sempre odiato la mia insistente curiosità e me la fecero pagare regalando la stupida macchinetta digitale a tutti i miei fratelli ma non a me. Nella mia famiglia l'inconsapevolezza è sempre stata premiata. Così da quel momento la mia vita è stata completamente devoluta a un tentativo perpetuo di combattere ogni forma di ignoranza, seppur con la buona dose di cinismo trasmessami da loro.
Insomma, io alla fine le mie alette di pollo piccanti le ho ordinate, ma poi mi ha colto un'idea improvvisa.
Al pensiero della ragazza pazza e alla vista del rider completamente zuppo ho pensato che forse quella poteva essere il preludio della mia più buona azione dell'anno. Ho sborsato due banconote da cento e ho guardato il notiziario con il sapore di pollo in bocca.
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Una lista dei pochi ma sufficienti motivi per detestare il Natale.
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A Natale mi innamoro
ChickLit(IL 3 DICEMBRE ONLINE E IN LIBRERIA) Nel periodo Natalizio New York è in festa: ogni cosa è illuminata, le vie pullulano di vita e tutti sono felici. Tutti tranne Farrell Douglas, dirigente impiegato della Gray's Accounting Company, che odia questo...