13. Grace

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A Rockefeller, il primo giorno dell'accensione dell'albero, con un uomo che non è mio padre.

Mai mi sarei aspettata di scoprirmi disposta ad accettare una proposta simile, come se fossi così gelosa dei miei ricordi da non desiderare che qualcuno ci si possa anche solo avvicinare.

Ma forse è il momento di farla finita con questa storia. Papà non avrebbe voluto questo. Da quando è venuto a mancare, mi sono allontanata, anno dopo anno, da tutto e da tutti, anche da me stessa, fino a restare sola.

<<Certo, certo, lo so che ci siete voi>> dico ad alta voce, accarezzando il Signor Poppy che mi miagola in un orecchio dal bracciolo della poltrona mentre mi guardo intorno per ammirare la cucina addobbata e l'albero di Natale lievemente incurvato vicino alla finestra. Ci ho provato in tutti i modi ma non riesco a posare la stella in cima. Questo dettaglio mi ha infastidita, lo trovo incompleto senza il puntale dorato a chiudere l'opera, ma forse mi rappresenta di più così. Da quando lui non c'è, un po' incompleta mi ci sento.

Sospiro e col mio maglione natalizio afferro il cappotto, la sciarpa, i guanti e il berretto per andare all'appuntamento.

Forse avrei dovuto optare per qualcosa di più elegante e sensuale. Darren è un ragazzo affascinante, l'ho pensato dalla prima volta che l'ho visto. Il ciuffo biondo e lo sguardo di ghiaccio sulla sua pelle lievemente olivastra lo rendono il tipico bagnino belloccio da serie tv e non mi stupirei di venire a scoprire che dalle donne è molto ricercato. Dalla chiusura con il mio ex, ho avuto solo qualche sporadica frequentazione conclusa con un nulla di fatto, ma forse questo Natale potrebbe cambiare tutto.

Controllo un'ultima volta il cellulare prima di uscire.

Non ho ricevuto nessuna email di risposta alla mia proposta sui 10 giorni al Natale e non mi resta che aspettare l'approvazione di quel ragazzo dall' "animo gentile e sensibile". Ho cercato di pensare a tutto quello che facevo con mio padre e che ha reso me innamorata di questa festa per riproporglielo e fare in modo che sortisca in lui lo stesso effetto.

Alle cinque e mezza precise, mentre aspetto Darren davanti alla pista di pattinaggio, ricevo una chiamata da un numero sconosciuto.

<<Sei qui?>> chiedo, maledicendomi per non aver salvato il suo cellulare in rubrica.

<<Se per "qui" intendi a casa mia sì.>> Ma non mi sembra la sua la voce di...<<Darren Gray?>>

<<Farrell Douglas. Con due elle, grazie.>>

Ah, si scrive con la doppia elle finale?

<<Perché hai il mio numero?>> sbotto, avvicinando la mano a coppa al cellulare per impedire che le urla dei ragazzini scavalchino la mia voce.

<<Cos'è questo casino? Sei allo zoo? Be', in ogni caso non preoccuparti, immaginavo che non stessi lavorando, per questo ti ho chiamata.>>

Cosa vuol dire che lo immaginava? Do l'impressione di essere una che non fa il suo dovere?

<<Ad ogni modo, ho il tuo numero per lo stesso motivo per cui lo avevo anche qualche giorno fa. Hai già dimenticato di avermi distrutto una mensola insieme al tuo sacco di pulci?>>

<<Non è un sacco di pulci.>>

<<Non è questo ciò su cui avresti dovuto soffermarti.>> Sospira. <<Be', allora perché mi hai chiamato?>> insisto e lui mi sembra così annoiato all'altro capo del telefono che me lo immagino lucidare con una salviettina il ripiano ormai vuoto del suo salotto.

<<È da due giorni che aspetto che apra l'email.>>

<<Cosa? È impossibile, non ho ricevuto nulla>> controbatto. Per sicurezza, lo lascio attendere in chiamata e apro la mia casella di posta. <<Era finita nello spam>> lo informo. <<Scusami.>>

A Natale mi innamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora