11. Grace

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<<Those Christmas lights

Light up the street

Down where the sea and city meet

May all your troubles soon be gone

Oh, Christmas lights keep shining on>>

I Coldplay continuano a intonare la loro canzone dagli altoparlanti del mio cellulare, mentre io ho passato l'intero pomeriggio incollata sulla poltrona senza la minima intenzione di alzarmi. "Le luci di Natale illuminano le strade là dove il mare e la città si incontrano". Nel periodo più freddo, che pur dovrebbe essere il più caldo dell'anno, non ho mani a scaldarmi, a stringere tra loro la mia e a sussurrarmi piano nell'orecchio che va tutto bene, che un giorno mi sentirò realizzata, che, anche se raggiungo sempre successi incompleti, ce la sto mettendo tutta e questo basta a rendermi una persona stimabile, che, nonostante tutti i guai, non sono così male e vado bene così. E possano tutti i miei problemi volare via...

I messaggi arrivati nella serata hanno peggiorato il tutto. Sul gruppo di famiglia, l'annuncio del futuro matrimonio tra mia sorella Andy e quel bastardo del mio ex ha aperto ferite che credevo ormai si fossero rimarginate, privandomi di quella poca energia che sembrava mi fosse tornata nonostante il pensiero di sapere il Signor Poppy chissà dove mi travolgesse.

Poi sento qualcuno bussare alla porta e sono costretta a tirarmi su per andare ad aprire. Ma chi può essere a quest'ora? E con questo tempaccio, poi.

<<Martha, sei tu?>> chiedo, ma non ricevo nessuna risposta.

Mi rendo conto di essere rimasta vestita di tutto punto fino a questo momento, così tiro via gli stivali prima di aprire.

<<Non ho ordinato nulla>> dico basita, osservando il ragazzino completamente fradicio dalla testa ai piedi. <<Non mi sarei mai permessa di farti venire fin qui con questo tempo.>>

Lo vedo tremante e non proferisce parola, non so se perché non capisca la mia lingua o perché evidentemente provato. <<Vieni, entra, ti aiuto ad asciugarti un po'>> gli dico, ma probabilmente è straniero perché non sembra comprendermi. Lo porto di peso dentro casa, spaventandolo un po', e si libera piano dello zainone sulle spalle. Vorrei chiedergli cosa ci faccia qui e forse è lui stesso che sta provando a spiegarmelo, ma prima corro nel mio piccolo bagno per recuperare qualche asciugamano. Lascia dietro di sé sul parquet le impronte sporche delle sue scarpe e indica il pacco mentre gli lascio tra le mani gli asciugamani e inizia a tamponare i capelli e il cappotto.

Mi sembra di sentire dei miagolii sommessi, ma non gli faccio domande, poi, comprendendo che non capisco nemmeno io quello che mi dice nella sua lingua, fa da sé. Apre il pacco e ne esce fuori magicamente il mio Signor Poppy, anche lui completamente bagnato. Il suo volume si è ridotto a quello di un topo un po' cresciuto, avendo il suo lungo pelo bianco attaccato addosso. Per prima cosa lo libero del maglioncino sdrucito, poi rivolgo uno sguardo di immensa gratitudine al ragazzino. Avrà visto il mio annuncio su Facebook.

<<Mio Dio, grazie!>> urlo gioiosa, sollevandolo da terra mentre il Signor Poppy prova a defilarsi, ma lo riacchiappo giusto in tempo dopo aver liberato il bambino dalla mia morsa.

Faccio per prendere il portafogli per ricompensarlo ma scuote le braccia e mi mostra delle banconote da cento. Che significa?

Non riuscendo a comunicare bene, lo accompagno in bagno prima che vada via per usare il mio phon per capelli mentre aspetta che la bufera si quieti, se mai accadrà.

Riservo lo stesso trattamento al Signor Poppy, asciugandolo e strapazzandomelo per bene. <<Quanto mi hai fatto preoccupare!>>

Mentre lo stringo a me per l'ennesima volta, mi accorgo del suo alito pesante. Mi ricorda...alette di pollo piccanti. Poi sento la sua pancia brontolare e spero con tutta me stessa che non sia come penso.

A Natale mi innamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora