Prologo

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Vigilia di Natale, 24 dicembre 2022

Chi l'avrebbe mai detto che sarei stata tradita proprio alla Vigilia di Natale?

Gelidi e piccoli fiocchi di neve cadono sul mio cappotto rosso, scomparendo all'istante, mentre stringo le buste piene di regali tra le mani, intirizzite dal freddo nonostante i guanti. Raul ama i gatti e sono certa che, appena vedrà il certificato di adozione della piccola palla di pelo bianco che ho visto al gattile, il piccolo Poppy, sarà al settimo cielo. Jonas, il mio porcellino d'India, sicuramente lo sarà un po' meno, ma spero in una tranquilla e pacifica convivenza. Inizio subito a interrogarmi su cosa, invece, avrà deciso lui di regalare a me.

Mentre procedo lungo il marciapiede innevato verso il mio appartamento, ormai vicino, un ragazzo vestito in modo abbastanza formale mi corre incontro, urtandomi la spalla e facendo cadere a terra le mie buste.

Si volta solo un istante e mi guarda negli occhi, senza nemmeno chiedermi scusa. Uno strano brivido mi corre lungo la schiena quando il mio sguardo incrocia il suo. Poi attraversa la strada e me lo lascio alle spalle mentre inizio a sentire una canzone da fuori il portone di casa. Che sia accesa la tivú ad alto volume?

Raccolgo le buste e mi affretto a salire i due gradini che mi separano dall'ingresso.

Ci metto un po' a trovare le chiavi nella borsa che ho realizzato con dei tessuti di riciclo qualche mese fa, adesso già sdrucita.

Una volta individuate, le giro nella serratura e sfodero il sorriso più radioso possibile.

Raul è stato alle prese con un lavoretto fuori questo periodo ed era ormai da due mesi che non ci vedevamo.

<<Sono a casa>> annuncio, la televisione accesa come avevo immaginato su un film natalizio che riempie la sala con le note di "It's the most wonderful time of the year" di Andy Williams, ma sul divano non c'è nessuno a guardarla.

Accigliata, dopo aver salutato Jonas che corre instancabilmente nella ruota, cammino verso la camera, sentendo dei rumori.

Sotto il vischio sull'uscio che avevo attaccato come buon auspicio resto ferma con gli occhi sbarrati. Le buste mi cadono di nuovo dalle mani, questa volta perché sono io a lasciare la presa.

Raul è in piedi accanto al nostro letto con la cinghia della cintura tra le mani. Sdraiata sul materasso proprio di fronte a lui, invece, c'è una ragazza trasognata, dal corpo snello e longilineo. Non ha il reggiseno e la sua gonna è lievemente spostata verso l'alto.

Sento un tuffo al cuore quando mi accorgo che quella non è una persona qualunque. È Andy, mia sorella maggiore.

<<Posso spiegarti, Grace>> sento la voce di lui, la cui espressione, dapprima rapita, muta in una smorfia di terrore appena mi vede. <<Non è come pensi.>>

Mi chiedo cosa significhi davvero quella frase. Perché è ciò che dicono tutti quando si ha davanti un'evidenza più che spiacevole? Come fa a non essere ciò che penso se è esattamente ciò che vedo?

Dischiudo la bocca, provando a dire qualsiasi cosa, ma ogni parola mi muore sulle labbra.

Con le mani tremanti, recupero le buste e prendo la gabbietta di Jonas, uscendo di casa, mentre sento il cuore esplodermi nel petto in mille pezzi.

Mi chiudo la porta alle spalle con il fiato corto mentre non sento nemmeno i passi di uno dei due dietro di me. Sanno bene che nulla può giustificare la scena a cui ho appena assistito.

Il mio fidanzato mi ha tradita. Con mia sorella.

Lei che è stata sempre la migliore, la preferita di nostra madre, lei a cui non è mai stato negato niente, concesso tutto. Lei che ha sempre voluto ogni cosa per sé adesso mi ha tolto anche lui.

La neve continua a cadere, placida e lenta dal cielo bianco. Il respiro accelera sempre più , le ginocchia minacciano di lasciarmi stecchita al pavimento da un momento all'altro.

Calmati, Grace, calmati. È accaduto già altre volte dalla morte di papà, non lasciare che accada di nuovo. Tu sei forte, va tutto bene.

Con il dolore che mi trapassa il petto come una lancia appuntita, fisso il fiocco che si è appena posato sulla mia mano.

Osservo la sua forma geometrica, simmetrica e meravigliosa sciogliersi col calore del mio corpo, facendomi tranquillizzare dalla bellezza del suo lento morire.

Il mio respiro ora rallenta, niente più martella al centro del mio petto.

Vedo le luci colorate della casa del nostro vicino, un bambino saltellare lungo il marciapiede nella neve sotto la supervisione di un'anziana e mi lascio calmare da quella serena visione.

Non è successo niente.

Non ho sentito niente. Non mi ha fatto male.

Oggi è Natale. E il Signor Poppy mi aspetta.

A Natale mi innamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora