Quell'uomo è andato via senza darmi l'occasione di rimediare. Avrei potuto comprargli un nuovo soprabito o sdebitarmi in altro modo, magari ricucendolo con le mie stesse mani, ma, appena la metro si è fermata a Midtown Manhattan, ha accelerato il passo ed è scappato via.
Capita spesso di non essere in grado di decifrare la natura delle proprie emozioni, in particolar modo se intense, e io, in questo momento, non so bene cosa provi.
Forse il sentimento che ha la vinta su tutti gli altri è il senso di liberazione che provo nell'essermi disfatta accidentalmente di quel pesciolino. Non l'ho mai sopportato, la nostra era solo una relazione di circostanza. Nella speranza che nessuno se ne rendesse conto, ho abbandonato l'ampolla nel vagone come testimonianza dell'avvenuta morte di Jolly.
Mentre il Signor Poppy mi porta al guinzaglio - e non il contrario - sotto gli occhi di tutti lungo i marciapiedi che affiancano i grattacieli più alti della città e Jonas mi pregherà di tornare al veterinario una volta tornati a casa, rifletto anche su quanto accaduto in metropolitana prima della partenza.
Un uomo ha deciso di togliersi la vita poco prima di Natale nello stesso momento in cui io benedicevo questo giorno per l'occasione che sta per offrirmi. Quanto è strana l'esistenza e quante sono le cose che quotidianamente diamo per scontate.
Quando nulla è necessità, tutto ci sembra quasi dovuto e il suo ottenimento ovvio, pronosticabile. Eppure, se solo imparassimo a guardarci intorno, ad empatizzare con l'altro, ci accorgeremmo della mole di problemi di cui si sobbarca ogni giorno. Mi sento in colpa per quanto accaduto con quel ragazzo.
Forse stava per partecipare ad un importante colloquio di lavoro come quello che mi stava aspettando o, ancora, avrebbe avuto un appuntamento con una donna sulla quale avrebbe voluto fare colpo, sfoggiando l'abito più bello che avesse. Quando i suoi occhi color del miele si erano poi quasi incastrati nei miei, ho provato una sensazione davvero strana che non sentivo da tempo. Più o meno da quando avevo visto il Signor Poppy indossare il costumino da elfo l'anno precedente il giorno della Vigilia.
Sono riuscita ad affidare lui e Jonas alle cure della signora Martha poco prima di raggiungere l'ufficio. A casa non l'avevo trovata, il che mi aveva costretta ad affrontare l'intera strada portandoli con me, ma fortunatamente era in giro proprio da quelle parti e se ne sarebbe occupata volentieri. È una donna sola, proprio come me e, quando non sono io ad andare a farle compagnia, sono i miei amici. Le vogliono bene come una seconda mamma.
<<Sì, lo vedo, guarda come mi guarda il Signor Poppy>> dice contenta, mentre il mio gatto, in realtà, le stava rivolgendo il suo solito sguardo annoiato.
Quando guardo l'orologio, mi rendo conto che manca, al colloquio, solo una mezz'ora e che a piedi non raggiungerò mai in tempo l'ufficio, così mi accosto a un angolo della strada e, senza nemmeno preoccuparmi di chiamare un taxi, inizio a fare l'autostop. Forse la scelta è stata troppo azzardata, ma il calore che percepisco lungo le strade durante questo periodo dell'anno, accresciuto dalle luci accese fin dal primo mattino, dalle canzoncine che vengono riprodotte lungo i marciapiedi dalle casse esterne montate dai negozi, dagli adulti che fanno già scorta di regali per i loro bambini e dagli uomini travestiti dal Padre di questa festa mi fanno credere che in questo mese nell'umanità qualcosa si smuova davvero. Che una spinta di solidarietà ci avvolga e ci renda più disponibili, cordiali e premurosi.
<<Togliti di mezzo!>> sento qualcuno urlare dalla sua Ford F-150, costringendomi a indietreggiare prima che mi venga addosso.
<<Cretino!>> urlo di rimando, mentre dalla mia capigliatura, ora completamente sfatta, iniziano a cadere via le forcine metalliche.
Quando ormai mancano solo dieci minuti al colloquio e le mie speranze di ricevere un passaggio fortuito sono scese sotto lo zero, una Tesla si ferma proprio davanti a me. Il finestrino si abbassa e rivela la figura di un uomo fascinoso, dalla folta chioma bionda e due occhi azzurri come lapislazzuli.

STAI LEGGENDO
A Natale mi innamoro
ChickLit(DAL 3 DICEMBRE ONLINE E IN LIBRERIA) Il Natale? Preferirei un incontro con il mio commercialista. Mi chiamo Farrell Douglas e all'apparenza ho tutto: un appartamento con vista su Manhattan, un lavoro invidiabile, e una lista di tresche che fa impal...