CAPITOLO SEI

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Ieri nel mio canale broadcast di IG vi ho detto una cosa: promessa mantenuta.🙂‍↕️

Ps: durante lo scorso aggiornamento Wattpad non ha inviato le notifiche a tutti, perciò, nel caso leggetevi il capitolo cinque.
Spero che questa volta vi arrivi la notifica.🙏🏻

Buona lettura.

LEILA

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LEILA

La suoneria del mio cellulare mi svegliò.

Quando trovai la forza di aprire gli occhi, che bruciavano per il poco sonno di quella notte, allungai la mano sul comodino e scoprii una serie di notifiche provenienti dal gruppo del giornale in delirio, in cui mi chiedevano che fine avessi fatto.

Con uno scatto mi misi seduta sul letto, e mi tolsi i capelli appiccicati alla bocca. Erano le undici passate. Accanto a me, Sam dormiva.

Diedi uno sguardo alla stanza in cui mi trovavo, e la speranza che gli avvenimenti del giorno prima si rivelassero un incubo si sgretolarono sotto i miei piedi nel momento in cui realizzai che invece, era tutto vero.

Riportai gli occhi sullo schermo del telefono, e digitai velocemente un messaggio di scuse, spiegando il motivo della mia assenza. Li assicurai che sarei arrivata in redazione entro qualche ora.

Avevo passato la notte a pensare a una soluzione efficace che ci avrebbe riportate a Corvallis nel più breve tempo possibile, e alla fine, ne avevo trovato una perfetta: il pullman. Ne passava uno ogni ora e la fermata più vicina si trovava a soli dieci minuti di macchina dalla baita, con l'aiuto di un Uber ci saremmo arrivate senza problemi.

Nel frattempo, provai a rendermi utile da remoto assegnando a ognuno di loro una mansione da svolgere. Poi mi alzai in piedi e cercai di fare ordine nella mia mente, poiché una parte di essa era ancora addormentata, e l'altra nel panico.

Chiamai Sam per svegliarla ma non ottenni alcuna risposta. Aggirai il letto, andandole incontro e riprovai. Nulla. «Sam, svegliati» pronunciai con più vigore mentre la scossi leggermente sul fianco.

Lei mugugnò qualcosa circa il fatto che non stava bene, e che voleva dormire, poi cacciò via la mia mano e si voltò dall'altra parte, dandomi le spalle.

«Per favore, Sam, dobbiamo andare via» feci di nuovo il giro del letto, e quando provai a spostarle una ciocca di capelli dagli occhi, con la punta delle dita le sfiorai la fronte, e mi accorsi solo in quel momento di quanto fosse calda.

Spalancai gli occhi.

No.

No, no, no.

Non poteva essere vero.

«Sam, ma tu... scotti! Hai la febbre» esclamai, sconvolta.

«Non ho la febbre» borbottò con gli occhi chiusi e la fronte crucciata per il fastidio. «Ho solo bisogno di un antidolorifico, poi starò meglio».

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