Sorpresina 🤓
*
«Allora, vuoi dirmi perché sei qui?» colpii il filtro della sigaretta, cosicché la cenere cadesse giù dal muretto su cui io ed Ethan eravamo seduti, le gambe a penzoloni nel vuoto. Faceva freddo ma per fortuna il tetto dell'hotel era provvisto di stufette elettriche sistemate qua e la.
«Te l'ho detto, avevo fame» addentò l'hamburger con lo sguardo rivolto verso lo skyline illuminato dalla città. Il sacchetto del takeaway che mi aveva costretto a portargli era in mezzo a noi.
Ethan aveva sostenuto che, siccome alla baita dei nonni di Nate si era preoccupato di portarmi la cena in camera, era arrivato il momento di ricambiare il favore.
Sapevo perfettamente che non era stata una sua iniziativa.
Soltanto due persone presenti in quella casa erano a conoscenza dei miei gusti culinari. E Sam, non avrebbe mai delegato Ethan. Al contrario, Vince lo avrebbe fatto. Ed era ciò che mi aveva fatto infuriare quella sera.
Aveva pensato a me in un modo tanto carino quanto inaspettato ma, alla fine, aveva permesso a Ethan di prendersene il merito.
La sua abilità nel perdere le palle ogni volta che metteva piede fuori dal ghiaccio era sorprendete.
La messinscena con Ethan in piscina era stata soltanto una conseguenza del mio brutto carattere, volevo testare il suo grado di sopportazione, e sperare di vederlo crollare, invece, il tutto aveva preso una piega inspiegabilmente viziosa.
In ogni caso, l'unico motivo per cui avevo deciso di assecondare la richiesta di Ethan, era la speranza che, elargendo un po' di gentilezza, i successivi quarantasei giorni sarebbero stati meno faticosi se fossi riuscita ad ammorbidirlo un po'.
«Potevi mangiare con i tuoi amici» obiettai.
«Non ho amici». Al contrario di quanto si potesse pensare, non c'era nessun segno di tristezza o di rimpianto nella sua voce.
Feci un tiro dalla sigaretta e lo guardai, inclinando appena la testa di lato. «Succede quando fai lo stronzo anche con i sassi».
Mi trucidò con lo sguardo e si ficcò in bocca una manciata di onion rings. «Non ho bisogno di avere amici. Chiunque creda che averne ti migliori la vita non è altro che un illuso».
«Ah, sì?»
«Sì, nessuno resta tanto a lungo da valerne la pena» tornò a guardare lo skyline. «Il tempo e le circostanze separano tutti, è inevitabile, e alla fine, resti solo tu».
Mi sarebbe piaciuto ribattere tanto per andargli contro, ma per la prima volta, mi trovavo d'accordo con lui.
Era così.
O almeno, per me era stato così.
Ogni volta che avevo creduto di aver trovato qualcuno su cui poter contare, alla fine quella persona se ne andava, mi tradiva, o mi voltava le spalle. Non importava quanto mi fossi impegnata o quante cose ci avessi condiviso, nessuno era rimasto lì per me quando ne avevo avuto più bisogno.
Per questo con il tempo, avevo imparato a non aspettarmi più niente da nessuno. Sam era stata l'unica capace di guadagnarsi la mia fiducia, un pezzo alla volta, senza avermene mai fatto pentire.
«Ti è successo?» chiesi, incuriosita. «Hai visto andare via qualcuno a cui tenevi?»
Se anche solo per un secondo mi ero illusa di poter portare la conversazione a un livello superiore mi sbagliavo di grosso, quella domanda non aveva fatto altro che innervosirlo ulteriormente. Dedussi quindi che la risposta non poteva che essere: sì.
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UNFAIR PLAY
RomanceSPIN-OFF DELLA TRIOLIGIA DI BETTER SPORT ROMANCE ❄️🏒 Vincent Rice è la stella della squadra di hockey. Leila Collins è la sorella intoccabile del suo migliore amico. Lui ha la reputazione da playboy. Lei non si fida degli uomini. Una notte. Una mac...