CAPITOLO OTTO

9.2K 566 791
                                    

Piccolo reminder: nel precedente aggiornamento Wattpad non ha inviato le notifiche a tutti, quindi assicuratevi di aver letto tutti i capitoli.

Buona lettura.

VINCE

«Non vi sembra che in questa casa ci sia odore di fumo?» Zac annusò l'aria come un cane da tartufo, poi spostò lo sguardo su ognuno di noi, sospettoso, ma nessuno lo stava considerando.

Nate e Jackson stavano parlando tra di loro sullo schema da mettere in atto alla prossima partita di sabato contro Yale. Ethan non era ancora sceso, e Blake mi sedeva accanto, mostrandomi la foto di una donna che aveva conosciuto su un sito di incontri.

«Sento che con quella bocca potrebbe farmi sognare».

«Non è un po' troppo grande per te?» diedi un morso al mio french toast, osservando le rughe profonde agli angoli degli occhi della donna mentre sorrideva.

«Più sono mature e più sono esperte» mormorò dandomi una spallata complice. Ridacchiai scuotendo la testa.

«Allora, c'è qualcuno che mi ascolta qui dentro?» rincarò Zac, adirato.

«Che cos'hai?» gli chiese Nate, che gli sedeva accanto, interrompendo la conversazione con Jackson. Blake poggiò il telefono sul tavolo e lo guardò.

«Sento odore di fumo, del mio fumo, in tutta casa» precisò. «Voglio sapere chi è stato».

I ragazzi alzarono le spalle dichiarando di non saperne nulla, io e Blake facemmo lo stesso ma Zac, deciso a trovare il colpevole si alzò di scatto dalla tavola, raggiunse il mobile della cucina dove teneva nascosta la sua riserva e la scoprì vuota.

«Lo sapevo!» ci mostrò il barattolo vuoto. «Qualcuno di voi si è fumato la mia roba».

«Amico, perché diavolo hai nascosto del fumo nella credenza dei miei nonni?» Nate lo guardò perplesso.

«Non è questo il punto» Zac richiuse il barattolo e lo lasciò sul mobile dietro di lui. «Lì dentro c'era l'ultimo pezzo buono che mi sarei goduto nei prossimi giorni, ma qualcuno ha ben pensato di servirsi senza di me. Voglio sapere chi?»

A quel punto si accese un dibattito su chi fosse stato, mentre io continuai a mangiare la mia colazione facendo finta di niente.

«Nessuno si è fumato la tua roba» lo tranquillizzò Blake. «Quando lo avremmo fatto poi? Siamo sempre insieme».

«Ieri pomeriggio ce n'era ancora e questa mattina magicamente è sparito» Zac tornò da noi, poggiò i palmi delle mani sul tavolo e ci guardò. «Chiunque sia stato l'ha fatto questa notte, pensando di farla franca».

«Siamo in nove dentro questa casa, hai intenzione di interrogarci tutti, detective?» Lo prese in giro Jackson, alludendo al corso di scienze dell'investigazione che ultimamente gli stava dando alla testa.

«Ne stai facendo un dramma, è solo un pezzo di fumo, sono sicuro che ne avrai altri con te» provò a dire Nate.

«Ma quello era il pezzo più buono, per questo lo avevo nascosto» ribatté lui, stizzito.

Sperando di passare inosservato, mi alzai e andai a prendere della spremuta nel frigo. Feci il pieno di vitamine, buttai giù due pasticche per il mal di testa che sentivo montare, e quando sciacquai il bicchiere sotto il getto del lavandino sentii un improvviso e insolito silenzio alle mie spalle.

Appena mi voltai, vidi gli occhi di tutti puntati su di me. «Che volete?»

«Sei stato tu, vero?» mi accusò Zac. «Non hai detto una sola parola in merito, e non è da te».

UNFAIR PLAYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora