Ehi, ehi, ehi!
Mancano cinquanta minuti alla mezzanotte, perciò siamo ancora nel pieno del Natale, e non avete idea dei salti mortali che ho fatto tra ieri e oggi per incastrare questo capitolo tra una portata di cibo, un brindisi di auguri, e tutta una serie di circostanze che potete solo immaginare, pur di darvi qualcosa da leggere, donandovi il mio personalissimo regalo di Natale.
È stata un'impresa difficile? Sì.
Ho rischiato l'esaurimento? Certo.
Lo rifarei altre mille? Ovviamente.
Premessa importante: prendetelo come un capitolo bonus. Non è lungo come gli altri, e potreste trovarci diverse errori perché non ho avuto letteralmente tempo per revisionarlo, e l'ho scritto e riscritto diverse volte in un tempo troppo, troppo breve, ma spero di regalarvi lo stesso una degna conclusione di questa giornata.
Buon Natale.
Vi voglio bene!
Ps: Janelle verrà menzionata spesso in questo capitolo, andate a sbirciare nel capitolo "❄️" per ricordarvi le sue sembianze, credetemi, è il caso.
Non troverete lo spazio autrice, perché vado di fretta, amatemi così.
Un po' come fate con Thomas.
*
LEILA
Tre ore dopo seguendo le indicazioni di Vince, varcai il cancello della sua abitazione.
Era la prima volta che mettevo piede in quel posto, e restai impressionata dall'imponenza della villa che mi si presentò davanti agli occhi. Un senso di inadeguatezza si fece spazio nel mio stomaco ma non dissi nulla.
Con la macchina avanzai lentamente sul vialetto, il cui giardino attiguo sembrava a tutti gli effetti un parco privato. Appena spensi il motore, Vince smise di agitare il ginocchio, spalancò la portiera e si precipitò fuori dall'auto.
Andò dritto all'entrata, la cui porta in mogano massiccio venne aperta proprio in quel momento da una giovane ragazza dai tratti somatici dell'America Latina. Occhi scuri e profondi, pelle ambrata, capelli lunghi e mossi che le arrivavano fino alla base della schiena.
Con un gesto istintivo lo abbracciò forte, e gli disse qualcosa all'orecchio. Sembrava scossa e angosciata quanto lui. Stando alle parole di Vince, in casa c'erano soltanto Sierra, Janelle, e la governante.
Dedussi quindi, che quelle era Janelle. La baby-sitter di Sierra, e la futura sposa del padre di Vince. Avevo sentito spesso il suo nome, e sapevo che aveva diversi anni in meno di Callum ma non immaginavo... Dio, non immaginavo affatto che si trattasse di una nostra coetanea, e che fosse così... bella.
Mi schiarii la gola, scesi dalla macchina, e seppur a disagio, li raggiunsi per consegnare le chiavi a Vince. Appena lei mi vide arrivare si sciolse dall'abbraccio, e la sua fronte si increspò in un cipiglio perplesso. Non aveva idea di chi fossi ma non sembrò interessata a scoprirlo in quel momento perché pensò solo a prendere Vince per un braccio e a trascinarlo dentro l'abitazione.
«Che cos'è successo?» Gli chiese lui, agitato. Quando entrai dopo di loro notai che alcuni quadri appesi alle pareti erano storti, altri lasciati sul pavimento. Una vetrina imponente che conteneva trofei, medaglie e riconoscimenti di ogni tipo legati all'hockey era stata messa sottosopra.
«Non lo so, Olga aveva appena messo la cena in tavola, quando ci siamo trovati i federali alla porta con un mandato di perquisizione». Superammo il soggiorno dove la situazione peggiorò.
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UNFAIR PLAY
RomanceSPIN-OFF DELLA TRIOLIGIA DI BETTER SPORT ROMANCE ❄️🏒 Vincent Rice è la stella della squadra di hockey. Leila Collins è la sorella intoccabile del suo migliore amico. Lui ha la reputazione da playboy. Lei non si fida degli uomini. Una notte. Una mac...