Non me lo aspettavo.

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Jake 8 dicembre 2008 h 5:45

Aprii gli occhi in una stanza che non era la mia, maledizione cosa avevo fatto? Il corpo ancora nudo di Madison giaceva profondamente addormentato ancora avvolto attorno al mio, sentivo il suo peso addosso, il suo profumo nelle mie narici.

Aspirai a fondo per poi emettere un lieve sospiro, dovevo andare via senza svegliarla.

Mi sfilai lentamente un arto alla volta con movimenti fluidi e felini, la guardai un istante in tutta la sua bellezza e voglia di vivere, scrollai la testa leggermente dandomi mentalmente del pazzo e dello stupido, in che guaio mi ero cacciato?

Recuperai i miei vestiti dal pavimento dell'ingresso e mi rivestii velocemente. La casa profumava di candele alla vaniglia e alla fragola, buttai un occhio intorno, era un appartamento semplice ma molto curato, si vedevano le mani femminili nella delicatezza degli ornamenti e degli accostamenti di colore. 

Una foto su una libreria poco lontana catturò la mia attenzione.

Erano tre ragazze abbracciate e sorridenti, le riconobbi, erano le sue amiche e forse anche coinquiline, poco lontano un topolino di pezza grigio teneva stretto un piccolo cuore rosso, la dedica che pendeva dal suo collo in un bigliettino di carta marroncina diceva:

Ti lascio il mio cuore mentre sono via.

Ti amo 

Paul

Porca miseria, era fidanzata! E io ero un disgraziato perchè ero fidanzato anche io e in questo momento avrei dovuto stare vicino alla mia ragazza, supportarla, sostenerla e invece ero qui a pensare a me stesso.

Ma davvero nessuno capiva quanto era pesante la situazione? 

Io l'amavo, con tutto me stesso, ma in cambio non ricevevo niente, si lo sapevo che aveva i suoi demoni da combattere, ma ogni giorno mi guardavo allo specchio chiedendomi perchè non ero abbastanza. Non era sufficiente il mio amore per superare il passato? Non era abbastanza la mia presenza, la mia dedizione? Io le davo tutto me stesso, tutto il mio tempo, tutte le mie energie e lei continuava ad essere ancorata li, ad un uomo che era sparito, ad una figlia che non aveva mai stretto tra le sue braccia, quando io ero presente, ero vivo e potevo darle tutto quello che le mancava.

Mi ripetevo che il mio amore non era sufficiente per curare il suo dolore. 

Lei per me invece era tutto.

Ma anche io avevo bisogno di sentirmi amato, desiderato, di sciogliermi guardando la mia donna perdere la ragione sotto i miei colpi, vederla impazzire  di desiderio, urlare il mio nome toccando il cielo con un dito. 

Invece il solo nome che le sentivo gridare nella notte era il suo. 

Era una tortura impossibile da sopportare.

Mi dissi che se non l'avesse saputo, non ne avrebbe sofferto. 

Lanciai un'ultima occhiata alla giovane ragazza che aveva condiviso con me una notte da sogno e la salutai, soffiandole un bacio dal palmo della mia mano, in cuor mio sapevo che non ci saremmo più dovuti vedere, era la cosa giusta da fare. 

Chiusi la porta facendo attenzione a non fare rumore e mi lasciai alle spalle passione e desiderio.

Raggiunsi la mia auto, sentivo un peso sulle spalle e un senso di vuoto nel petto. 

Mi sentivo in colpa per aver tradito Emily ma allo stesso tempo ero grato alla vita per avermi fatto incontrare Madison. Sprizzava voglia di viere da tutti i pori, la sua risata era così dirompente e contagiosa da lasciarmi senza fiato. Le nostre conversazioni erano leggere, parlavamo del suo gatto, che aveva lasciato a casa dai suoi, del gusto di gelato preferito, oppure non parlavamo affatto, facevamo l'amore, per ore, liberi di essere come volevamo.

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