Solo un bacio

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Madison oggi

Squillò il telefono nella tasca dei miei pantaloni, mi affrettai a spegnere la chiamata in preda all'imbarazzo, non era possibile che me lo fossi dimenticato con la suoneria attiva, che figuraccia. 

L'ansia prese il sopravvento, cercai di giustificarmi sotto lo sguardo divertito di Jake, che mi osservava con la testa piegata di lato. 

"Nessun problema, abbiamo tutti una vita fuori da qui."

No, pensai, io non avevo un cazzo, tu avevi una moglie magari anche dei figli, sta sera te ne saresti tornato a casa sereno e rilassato, felicemente disteso sul divano accanto a tua moglie che occupava un posto che avrebbe potuto essere il mio. 

Cercai di giustificarmi ma mii resi conto che stavo parlando a raffica , mi succedeva spesso quando ero nervosa per qualcosa e la presenza di Jake davanti a me con quell'espressione dipinta sul volto era una cosa sufficiente per farmi dare di matto. 

Avevo fatto proprio una cretinata a farmi convincere da Paul ad andare a vivere insieme, se fossi rimasta con lui adesso la mia vita sarebbe migliore. 

Pensavo a queste cose quando fece alcuni passi verso di me e mi accarezzò la guancia con la mano. 

Il mio corpo prese fuoco a partire dal punto di contatto con le sue dita lisce e delicate. Le sue mani erano grandi e perfette, mani di chi non aveva faticato un solo giorno in vita sua. 

Da ragazzine ci facciamo un'idea di ciò che desideriamo per la vita, io sognavo il bad boy, tutto calli e muscoli, con un passato doloroso che avrei sicuramente curato con il mio amore ma che avrebbe continuato nell'intimità a trattarmi come una pezza e io me ne sarei rimasta al suo fianco, tutta cuori e comprensione a godere delle notti infuocate. 

E invece ad appena ventidue anni avevo avviato una disastrosa convivenza con un mio compagno del liceo che mi aveva trattata per anni alla stregua di una domestica non pagata limitandosi a qualche fugace siparietto intimo tra una partita di calcio in tv e una cena con gli amici, decisamente deludente. 

Ed eccomi qui alla soglia dei ventinove impietrita davanti a quello che era stato il mio amante per una quindicina di giorni appena, ma che aveva scavato un solco immane nelle profondità della mia anima.

Persi il controllo di me stessa quando le sue dita scesero a sfiorare l'incavo del mio collo, chiusi gli occhi e fu come tornare indietro nel tempo. 

Pregavo silenziosamente che non succedesse solo nella mia testa. 

Cercai di riprendere il controllo di me stessa, scivolare nel vortice dei ricordi non mi avrebbe aiutato a sopravvivere ogni santo giorno vicino a lui.

Gesù come desideravo che mi baciasse.

"Jake..." il suono della mia voce appena sfiatata che pronunciava il suo nome fece morire sulle mie labbra ogni protesta, ogni domanda. 

Sei sposato, cosa stai facendo, avrei voluto chiedergli ma in cuor mio speravo che non si fermasse. 

Sentii il suo respiro accelerare di colpo, le sue dita continuarono a percorrere la linea del mio collo fino alla scollatura della maglietta, sperai che non sentisse il battere forsennato del mio cuore. Rimasi immobile cercando di mantenere il controllo, anche se il mio respiro irregolare tradiva un desiderio bruciante. 

Come potevamo affrontare un anno di lavoro insieme se già al primo incontro eravamo a questo punto? 

Socchiusi gli occhi. guardarlo non faceva che peggiorare le cose. 

Solo un bacio, implorava il mio cuore. 

Schiusi le labbra immaginando l'istante in cuoi il suo sapore avrebbe fatto di nuovo irruzione nella mia bocca, adoravo il mescolarsi dei nostri sapori, l'odore dei nostri corpi. 

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