Restare e riscrivere

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Jake ed Emily 9 dicembre 2008

Riaprii gli occhi una manciata di ore dopo quando il sole era già alto nel cielo. Emily ovviamente era uscita per andare allo studio legale e io avevo il resto del giorno e parte di quello successivo di libertà. 

Esclusi subito l'idea di chiamare Madison, questa storia doveva finire all'istante, la mia ragazza mi desiderava, era evidente e io ero uno sciocco a pensare che non fosse sempre stato così. 

Sapevo bene di mentire a me stesso, Taylor sarebbe tornato a rovinare le nostre vite, lei lo aveva nel cuore e nella testa da troppo tempo, ma allora cosa potevo fare per stupirla come avevo fatto questa mattina, tenendola ancorata a me e al futuro?

Forse se le avessi chiesto qualcosa di più di una banale convivenza?

Stavamo insieme da ormai sei anni, da tre abitavamo insieme ma non le avevo mai proposto di diventare mia moglie o di avere un figlio, sapevo che le sue condizioni psicologiche erano precarie, ma forse mi ero adagiato su questa situazione per non fare un passo avanti. 

Quando questa mattina l'avevo stupita e anche un po' forzata ad uscire dal suo guscio era successo l'inimmaginabile.

L'avevo desiderata dal primo istante e una volta raggiunto il mio scopo, una volta che ero diventato il suo compagno di vita, mi ero accontentato, e la sua condizione di salute era diventata un'alibi. Così lentamente avevo smesso di corteggiarla e stupirla e lui, quel maledetto, era sempre risultato migliore di me. Forse avevo anche paura di essere respinto, come era già accaduto, fatto sta che non avevo mai fatto il mio passo avanti. 

Mi dissi che la cosa giusta da fare era quella di chiederle di sposarmi e nel giro di un paio d'anni mettere insieme una bella famiglia, con un figlio e una figlia, magari prendere anche un cane, una casa in campagna  dove passare le vacanze e poi con il tempo anche lei avrebbe potuto lasciare un po' del lavoro allo studio per dedicarsi alle sue passioni, magari riprendere anche ad andare a cavallo. 

Immaginavo tutto questo per il nostro futuro mentre mi preparavo per organizzare la nostra serata speciale...un ristorantino appartato e romantico, un anello con diamanti, la proposta di matrimonio migliore di sempre, un sogno. 

Mi sentivo come se avessi in mano le redini del nostro futuro, finalmente ricco e potente. 

Non mi venne in mente Madison, nemmeno un secondo, non era lei il mio sogno ad occhi aperti. La mia Emily era ciò che di più bello e perfetto potessi desiderare. 

Andò tutto come avevo desiderato.

Passai a prenderla allo studio legale:

"Che ci fai qui Jake? Ho un auto, ricordi? posso tornare a casa da sola. " Mi disse sorridendo, felicemente stupita dalla mia presenza fuori dalla palazzina che ospitava lo studio legale della sua famiglia. 

"Ma sta sera non tornerai a casa, mia regina, sta sera sei mia!"

Non so cosa mi spinse a parlarle in quel modo, ma il luccichio nei suoi occhi mi fece capire che avevo fatto centro, avevo la sua completa e totale attenzione. 

"Mi stai nascondendo qualcosa?"

La mente mi giocò un brutto scherzo, o forse fu il senso di colpa, per un attimo pensai non si riferisse ad un'ipotetica sorpresa ma a Madison e il cuore accelerò di colpo. 

Il suo viso leggermente inclinato di lato assurdamente vicino al mio mi tenne ancorato alla realtà. 

Stava amoreggiando con me. 

"In effetti, avevo idea di portarti in un posto".

"Una sorpresa! Interessante, ed ha qualcosa a che fare con sta mattina?" Disse con voce sensuale e molto molto provocante. 

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