Capitolo 2

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Davanti allo specchio faccio un sospiro profondo, mi tremano le mani appoggiate al lavandino bianco, ormai gli incubi mi fanno compagnia da anni, eppure smuovono ancora in me un senso di oppressione al petto che è difficile da mandare via.
Anche se l'incubo aveva fatto la sua parte nel mio non riposo notturno, la piaga peggiore era stato scoprire che,  il muro sul quale appoggiava il mio letto, ero lo stesso della camera da letto di quel ragazzo con cui avevo fatto uno spiacevole incontro la sera prima.
Avevo compreso la sua minaccia non appena avevo iniziato a sentire tutte le sue performance avvenire ad un passo da me con quelle che sembravano essere due ragazze.
Non una.
Due, santo cielo.
I colpi erano stati violenti , e secondo me aveva esagerato apposta per infastidirmi e non permettermi di riposare.
Ovviamente non avevo chiuso occhio e nella mente continuavano a farfugliarmi idee malsane di vendetta, ma non era questo il momento.
Il grande giorno era arrivato ed io dovevo essere pronta.
Dopo una doccia rilassante, decido di dedicarmi alla piega.
Liscio i capelli perfettamente, applico un po' di blush sulle gote ed esagero con il mascara per enfatizzare i miei occhi verdi.
Con il correttore copro il piccolo taglietto sul labbro e poi passo all'applicazione di un gloss color ciliegia sulle labbra.
Sembro dolce , angelica, anche se posso intravedere dai miei occhi l'oscurità che cerca di uscire, evadere, per contaminare tutto ciò che ho intorno.
Un oscurità che non ho scelto ma che mi si è appiccicata addosso.
Tornando in camera, passo una mano sul tessuto dei vestiti appesi davanti all'armadio e li osservo,  pantaloni classici neri a palazzo, un cardigan beige con un piccolo bottone sul davanti nero, ed un trench lungo per coprirmi essendo una giornata piovosa.
Indosso il tutto , prendo la mia maxibag beige e dopo aver indossato delle scarpe eleganti con un piccolo tacco (anch'esse nere) esco dalla porta.
Sono molto in anticipo però essendo il primo giorno ho bisogno di ambientarmi, trovare le aule dei miei corsi e non arrivare per nessuna motivazione al mondo in ritardo.

Eccola lì, il mio sogno, il motivo di tutti i miei sacrifici, la mia rinascita, il posto dove, per i prossimi cinque anni avrei costruito  il mio futuro, la nuova Madison Kelly.
Il campus è enorme, più grosso di quanto mi immaginassi dalle foto, ci sono migliaia di ragazzi e ragazze che si aggirano per il grande parco, chiacchierano, sorseggiano Starbucks, ed altri si incamminano velocemente provvisti di borse pesanti contenti sicuramente i materiali delle lezioni.
Mi avvio alla scalinata bianca che fronteggia l'edificio principale anch'esso bianco, con grandi colonne portanti ed una cupola suggestiva,
Mi volto di schiena , prendo il cellulare e faccio un selfie sorridendo.
Lo Invio ad Allison.

A: Wow Mad quella scuola è incredibile! Emozionata?
Io: Non sai quanto! Mi manchi, tu sei già a Berkeley?
A: Ovviamente! È pieno di fighi abbronzati! Fammi gli auguri!! Anche tu mi manchi , troppo.

Lascio il cellulare e inspiro l'aria fresca e già autunnale.
È ora di incominciare.

Dopo essermi occupata di tutte le pratiche formali d'inizio anno , con un po' di difficoltà riesco a trovare l'aula del mio primo corso.
Il mio obbiettivo è quello di diventare un'avvocato, quindi il mio programma è tutto incentrato sulle materie di legge e anche qualche corso sulla letteratura.
L'aula è grande, bianca ,   una stanza strutturata in maniera universitaria, le sedie sono numerose e tutte di colore rosso, poste a creare una specie di cerchio verso l'alto.
Non vi è ancora nessuno e questo mi facilita la scelta del posto.
Mi metto in prima fila.
Tiro fuori dalla borsa tutto l'occorrente : le mie penne, un taccuino per gli appunti e dei post-it colorati.
Davanti a me posiziono una bottiglietta d'acqua e nel mentre sono intenta ad ammirare l'ordine con cui ho sistemato tutto, entra un ragazzo.
Ha i capelli biondi, tenuti in ordine, gli occhi marrone chiaro ed è vestito in maniera ordinata e pulita.
Quando mi vede abbozza un sorriso imbarazzato-"Matricola?" - chiede, indicandomi con un dito, io ricambio il sorriso ed annuisco, poi ripeto il suo gesto-"matricola?"-scoppia a ridere -"si, piacere sono Chris"- mi porge la mano e mi chiede con lo sguardo se può sedersi vicino a me ed io scanso la mia borsa per farlo passare-"dicono che studiare legge qui sia il top, tutte le porte sono  aperte"- sospira sognante, mi scosto i capelli dietro le orecchie-"è per questo che siamo qui, giusto?"-..
Mano a mano la classe incomincia a riempirsi e l'insegnate, un uomo sulla quarantina con i capelli neri brizzolati fa il suo ingresso e si sistema alla cattedra.
"Per i prossimo cinque anni farete parte di questo corso, il più importante, per coloro che decideranno di avere un futuro nella giurisprudenza. Mi aspetto grandi cose da voi che un giorno, nel mondo, vi ritroverete ad affrontare situazioni che non vi aspettate, ma che dovrete saper risolvere, con la massima giustizia ed il massimo giudizio"-ci osserva tutti glacialmente e severamente per quello che sembra un eternità, poi prende un telecomando ed accende il proiettore-"Bene, possiamo incominciare , io innanzitutto , sono il professor Thompson"- il proiettore si accende e la lezione inizia.
Io ed il mio nuovo "amico" , siamo persi nelle spiegazioni del professore, ci passiamo gli appunti e segniamo tutto ciò che c'è di importante da sapere, anche se in realtà mi sembra di segnare ogni parola che esca dalla bocca di quell'uomo  severo ma affascinante allo stesso tempo, quando d'improvviso la porta si apre ed entra un ragazzo.
L'insegnante lo guarda in maniera truce-"Signor Parker, alla buon ora"-poi si rivolge alla classe-"Ecco proprio l'esempio di ciò che non dovete permettervi di fare"-ed indica il ragazzo.
Lo osservo meglio strizzando gli occhi, indossa una felpa nera e dei jeans cargo grigi, ha il volto annoiato e non appena i suoi occhi azzurri gelidi, si posano su di me , per poco non mi ribalto dalla sedia.
Sento i muscoli tesi e gli occhi immobilizzati nell'osservarlo.
Mi sorride in maniera furba, demoniaca per qualche istante, poi si incammina verso una ragazza dai capelli biondi che gli ha tenuto il posto vicino a lei e che si è sbracciata per farsi notare.
Grazie a Dio non mi ha rivolto la parola, non avrei voluto finire subito nella lista nera del professore solo per quella mia sgradevole ed indecente conoscenza.
"Lo conosci?"-mi chiede Chris,  smentisco con il volto, anche se il colorito delle mie guance mi tradisce, il mio nuovo amico non investiga oltre  ed io lo ringrazio dentro di me per questo-"e tu?"-chiedo curiosa-"io no, però ho sentito delle storie da parte di mia sorella, lei frequenta il secondo  anno,  Blake  è un pianta grane, un elemento da cui è meglio stare lontani, ha avuto dei guai seri l'anno scorso".
Vorrei chiedergli  di più ma non vorrei sembrare troppo interessata anche perché se lo sono, è per motivi tutt'altro che di piacere.
Vorrei fargliela pagare ma capire anche con chi ho a che fare.
La cosa positiva? Avevo una nuova informazione, lo stronzo si chiamava Blake.
Blake Parker.

La giornata prosegue bene e scopro che quasi tutti i miei corsi sono anche quelli di Chris, mi rende felice avere qualcuno vicino a me, un volto amico a cui chiedere sostegno morale; cercare le aule insieme e progettare routine insieme.
Abbiamo deciso già di incontrarci il giorno seguente al bar universitario per fare colazione ed è lì che ci stiamo dirigendo in questo momento per la pausa pranzo.
"Per me è più facile orientarmi, sono venuto a trovare spesso mia sorella, e ho memorizzato tutto, adesso te la presento è grandiosa"-ci avviamo verso un tavolo all'interno del grande bar universitario, è luminoso per via delle grande vetrate e , molto aestetic, ci sono piantine decorative ovunque in vasi bianchi e l'arredamento è in legno chiaro.
"Ciao Susy"-Chris saluta la sorella-"Lei è Susanne, la mia sorellona"-mi indica una ragazza dai capelli raccolti in uno chignon ordinato e gli occhi marroni, lei si alza dalla sedia e sorride abbracciando il fratello-"Piacere io sono Madison"-le porgo la mano ma lei di tutta risposta mi abbraccia, poi mi vengono presentai anche gli altri ragazzi al tavolo-"Loro sono Travor, Luke e Riley".
Travor è un ragazzo dai capelli ricci neri, portati lunghi nella parte centrale e rasati sui lati, porta gli occhiali , una montatura chiara che gli conferisce un aria intellettuale ma misteriosa;
Luke sembrerebbe il più grande, ha i capelli castani chiari ,medio lunghi portati all'indietro da un cerchietto fine di metallo , occhi color miele, e la barba curata , tenuta corta;
Tolsi  è una ragazza minuta e magra, con i capelli neri tenuti a caschetto, gli occhi a mandorla verde scuro   e le labbra carnose, ha uno stile rock che le conferisce un aria dura.
Saluto tutti con la mano, mi accomodo  ed incominciamo a parlare del più e del meno.
Gli amici di susanne sono tutti al secondo anno come lei , e hanno grandi progetti per il futuro-"Madison, tu da dove vieni?"- chiede d'un tratto Travor , io spalancò gli occhi sorpresa, l'acqua rischia di andarmi di traverso.
Non so cosa rispondere.
Il mio passato mi mette a disagio, mi mette a disagio ricordare , mi vergono anche un po', il luogo da cui provengo non è bello, non è accogliente e non è un bel biglietto da visita da mostrare agli altri-"io Emh veng"-sto per mentire, parlare di qualche località anonima di cui conosco almeno un luogo, quando nel bar cala il silenzio, quattro ragazzi ed una ragazza, varcano la soglia e tutti si zittiscono.

SOULFULDove le storie prendono vita. Scoprilo ora