Capitolo 11

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"Che diavolo fai?"-chiedo arrabbiata, ma lui mi mette un dito sulle labbra zittendomi, siamo al buio, uno difronte all'altro, sento il suo respiro affannoso e dei brividi mi ricoprono il corpo, non per il freddo ma per qualcos'altro che non mi so e non mi voglio spiegare-"Sei stata così gentile da aiutarmi, ma non credo di essere in grado di  mettermi a letto, mi dai una mano?"-chiede con voce roca e profonda che risveglia in me un calore inaspettato che mi travolge come un fiume in piena-"Non ci pensare neanche , adesso me ne vado"-sto per voltarmi ma lui continua a tenermi saldamente il polso-"io non ti faccio nulla, se sei tanto sicura di quello che vuoi tu, dovresti riuscire ad aiutarmi senza alcun timore"-e questa frase mi blocca.
In parte aveva ragione, forse non me la sentivo di aiutarlo anche perché non ero sicura di me e questo mi faceva rabbia, mi faceva rabbia perché avrei dovuto provare paura, preoccupazione, invece no, avevo più paura di cosa il mio corpo stesse provando in quel momento, così decido di mettermi alla prova e di sorreggerlo nella casa buia seguendo le sue indicazioni per arrivare alla camera da letto.
Blake cerca di accendere l'abat jour e mentre lo fa, nel buio, cade a terra io non riesco a trattenere la risata.
Si ritrova a faccia in giù nel pavimento di legno scuro.
La stanza illuminata è uguale a come me la potevo immaginare da uno come Lui.
Il letto era matrimoniale,in stile moderno , con la testata trapuntata nera e lo erano anche le lenzuola, i comodini e le pareti.
L'unico punto luce era dato dai piccoli tappetini bianchi posizionati ai lati del letto.
La parete che nel mio appartamento era con i mattoni rustici a vista, la sua presentava una scritta in argento: "Supera te stesso e supererai il mondo"-rimango imbambolata qualche minuto incerta ed intimorita-"Vuoi stare lì a guardare la mia camera o mi aiuti?"-chiede Blake biascicando ed io gli porgo la mano per reggerlo, una volta in piedi il suo sguardo si fa più insistente sul mio corpo ed io cerco di distrarmi guardando in giro e mettendo un adeguata distanza fra di noi-"Non ti mangio piccola Stalker, puoi guardarmi"- quando mi volto sto per avere un mancamento, quel diavolo si era spogliato rimanendo solo in boxer, si era appoggiato con la schiena al muro e giocava con l'elastico nero del suo intimo.
Odio, ecco cosa provavo per i pensieri che si erano insidiati dentro di me.
Mi ritrovavo a guardare il suo fisico marmoreo, slanciato e sensuale con la stessa voracità di una sedicenne in piena fase ormonale.
Era un demone peccaminoso che cercava di indurmi in tentazione, con i suoi capelli arruffati, le labbra gonfie, gli occhi socchiusi e quei tatuaggi sul braccio.
Avevo intravisto anche un tatuaggio sul fianco destro che scendeva giù oltre l'elastico delle mutande ma non mi ero concessa uno sguardo più attento per capire di cosa si trattasse.
La stanza aveva il suo odore,e questo non facilitava la lucidità dei miei pensieri.
"Non mi interessa guardarti, ora che sei apposto me ne vado, buonanotte Blake"-e lo saluto, costringendomi a guardarmi le scarpe-"non mi ribocchi le coperte?"-chiede con il finto broncio ed io scuoto la testa esasperata-"vai a dormire"-poi si avvicina come una pantera a me che non ho ancora fatto nemmeno un passo per uscire da quel giardino dell'Eden e posando i un dito sotto al mento mi chiede-"Neanche un bacino della buonanotte? Se me lo dai ti lascerò in pace"-sussurra, le mie guance ormai sono bordeaux ed i miei piedi rimangono  incollati al pavimento di quella stanza del peccato, lui si volta porgendomi la guancia ed io, incerta mi avvicino lentamente, posando le mie labbra sulla sua pelle morbida e liscia.
Profuma.
Tutto di lui sa di lussuria e perdizione.
A quel punto è lui a baciarmi, vicino alle labbra, nell'angolo ed io sussulto, nei suoi occhi vedo desiderio, malizia e divertimento-"Buonanotte Blake"-sussurro appena-"Buonanotte gattina"- e mi precipito fuori dalla stanza con il cuore a mille, un tremolio incessante e un calore fastidioso nella zona intima più sensibile di me.

Il giorno dopo al campus non lo vedo e ne sono contenta, anche se una piccolissima parte di me si chiede che fine ha fatto.
A colazione con Chris mi ritrovo ad aggiornarlo su tutto, tralasciando la parte in cui accetto di accompagnarlo a letto.
Mi vergono di me, e darei modo a tutti di credere che Riley avesse ragione-"Quel tipo è malato"-dichiara addentando una ciambella glassata al cioccolato-"Lasciamo stare questo discorso, non voglio più parlare di Blake Parker"-sentenzio , lui annuisce e lo vedo messaggiare con aria sognante al cellulare-"Com'è andata la cena con Meredith Latin Lover?"-chiedo ammiccando e dandogli un piccolo e scherzoso pugno sulla spalla, lui sospira ma negli occhi gli brilla una scintilla che riesce a scaldare persino me, che l'amore vero e travolgente non l'ho mai provato-"È stata una serata bellissima, lei era bellissima. Sto rispettando la regola dei tre appuntamenti prima di baciarla anche se avrei voluto farlo subito. Siamo andati a cena in un piccolo ristorantino intimo , pieno di fiori con piccoli tavolini e piatti caserecci. Abbiamo fatto una passeggiata sotto le stelle e l'ho riaccompagnata a casa. Non smettiamo di messaggiare però ho un po' paura di non essere alla sua altezza. È una ragazza fantastica, una ballerina talentosa"-lo vedo per la prima volta aprirsi con me, mostrare le sue fragilità e ne sono felice, io non ero ancora pronta ad aprirmi così con qualcuno che non fosse allison, avevo paura di essere giudicata, esclusa,  poiché io non ero benestante come quasi tutti in quella scuola, non avevo una famiglia sana alle spalle , una macchina, la possibilità di fare shopping nel grande centro commerciale dove oggi Susanne mi aveva invitata . Io lavoravo in uno squallido bar per poter mangiare ed ammiccavo ai clienti per ricevere delle mance.
Non mi avrebbero mai accettata come stavano facendo adesso senza sapere tutti i miei trascorsi-"Non pensarlo neanche. Io lo vedo che sei un ragazzo fantastico, sei dolce, premuroso e sei anche un grande studioso. Diventerai qualcuno di successo e come lo vedo io, lo vede anche lei.  Sei talentuoso tanto quanto lei, non sminuirti mai"- e a quel punto mi sorride e mi abbraccia calorosamente-"Grazie Madison".

Le lezioni proseguono bene, mi sento alla pari con il programma ,anche se il pensiero di Blake è un tormento costante, così una volta finita l'ultima lezione della giornata ed avendo ancora tante ore disponibili, decido di andare in biblioteca per portarmi un po' avanti e mettere in bella gli appunti che avevo preso in quei giorni.
La biblioteca scolastica è fantastico, suggestiva, ci sono grandi finestre che illuminano l'ambiente spazioso,grandi librerie a muro in legno scuro e grossi tavoli anch'essi in legno scuro con abat jour in vetro ,verde smeraldo.
Il silenzio quieta i pensieri e mette a tacere la vita frenetica al di fuori ed il profumo di libri invade ed inebria i sensi.
Mi siedo in fondo alla sala del primo piano(la biblioteca è suddivisa su due piani) e tiro fuori il mio portatile e gli appunti scritti a mano, pronta a mettermi a lavoro.
Passa più di un'ora prima che la porta d'ingresso si apra mostrando l'ultima persona al mondo che potessi aspettarmi: Sebastian.
Lo vedo  dirigersi con passo sicuro verso la bibliotecaria, indossa una tuta abbinata , pantalone e  felpa grigia , ed un cappellino da baseball nero.
Cerco di nascondermi con una mano e tengo il viso rivolto verso il computer ma poco dopo qualcuno prende posto davanti a me.
È lui.
"Inutile che ti nascondi bambolina, so che mi hai visto"-dice sogghignando ed io imbarazzata per il mio comportamento stupido che ultimamente viene scoperto da chiunque mi stia attorno, indico il computer, non distogliendo lo sguardo da esso-"sono impegnata"-dichiaro frettolosa, quel ragazzo non mi metteva a disagio come faceva Blake, in cui il mio disagio era svariato ed anche immorale sotto alcuni punti di vista ,Sebastian mi faceva sentire in pericolo e basta-"studi legge vero?"-chiede sistemando la schiena sulla sedia e poggiando sul banco alcuni libri di architettura che aveva preso in prestito precedentemente-"Si"-dichiaro a voce bassa alzando gli occhi su di lui-"Allora dimmi, se io ti chiedessi il numero e di uscire con me, sarei perseguibile penalmente?"-strabuzzo gli occhi stupita e colta di sorpresa, stava scherzando spero, non gli avrei mai dato il mio numero e non sarei di certo mai uscita con lui, trovavo tutta quella situazione al limite del credibile-"no, però in ogni caso non ho intenzione ne di darti il numero e nemmeno di uscire con te"-lui sogghigna mostrando i denti bianchi-"è Blake il problema?"-chiede d'un tratto, io sento il cuore battere più velocemente ed una strana sensazione allo stomaco-"Che cosa intendi dire?"-lui si avvicina a me e tiene gli occhi scuri incollati ai miei , il suo sguardo sembra divertito e maligno-"so che state facendo uno strano gioco, ma non ti illudere , non appena si sarà stufato ti butterà via"-spalanco la bocca infastidita , io non stavo facendo nessun gioco, non mi ero concessa in nessun modo a lui, e non provavo alcun tipo di interesse, credo-"Sei totalmente fuori strada , non mi interessi tu, non mi interessa lui e nessun altro. Non ho intenzione di prendere parte ai vostri giochi perversi e se adesso , non ti dispiace, ho cose più importanti da fare che ascoltare queste stronzate"- dico a denti stretti profondamente irritatata, il problema è che non sapevo se la mia irritazione aveva a che fare con la situazione o con la frase che mi aveva appena detto-"Ok, ritira pure gli artigli gatta, io il numero te lo lascio comunque, se cambiassi idea"-e lascia un foglietto di carta vicino al mio blocco degli appunti, mi saluta con un sorriso malizioso e se ne va.

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