Capitolo 3

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Riconosco subito Blake.
Tiene per mano la ragazza bionda che avevo già visto a lezione , e dietro di lui ci sono due ragazzi, uno ha il viso più cattvo, scruta tutto come un mastino, ha un piercing al labbro sul lato, un anellino ed un tatuaggio sulle nocche della mano destra con scritto "death".
I capelli sono neri corvini legati in un codino alto, gli occhi due fosse nere.
L'altro ragazzo ha i capelli biondi chiarissimi , quasi rasati, gli occhi sono grigi, suggestivi, il viso è pulito se non per delle lentiggini sul naso, la corporatura è magra ma atletica.
Prendono posto ad un tavolo  laterale che riesco a vedere perfettamente dal mio posto, si siedono tutti , tranne la ragazza che decide di aspettare che Blake si sieda per poggiarsi sulle sue gambe.
La scena è al limite del consentito, lei si spalma su di lui con audacia e lui non sembra reagire a nessuna delle sue moine.
Anzi, la ignora e parla con gli altri due ragazzi.
Ma la ragazza non sembra indispettirsi, con una mano scende sul cavallo dei suoi  pantaloni ed incomincia a tastarlo, io come reazione sposto subito lo sguardo e mi ritrovo gli occhi color scuri di Susanne a fissarmi-"Imbarazzanti vero?"-annuisco colta alla sprovvista, le guance sono in fiamme, non sono una guardona anche se mi sono sentita tale-"loro sono Ace, Sebastian, Brooke e Blake"-dice riferendosi al gruppetto che osservavo fino a pochi secondi fa-"se non vuoi avere problemi meglio che gli ignori, sono tutti delle bestie, ma il peggiore, anche se non si direbbe è quello lì, Blake "-e mi indica il mio vicino di casa-"p-perché?"-chiedo incuriosita, susanne, Travor e  luke si guardando per un istante, poi la voce profonda di Travor attira l'attenzione-"Hanno mandato in coma un ragazzo"-parla come se fosse la cosa più normale del mondo, addentando un panino subito dopo; spalanco gli occhi sorpresa, sono affermazioni pesanti-"C-che cosa? Quando? Perché?"-Susanne zittisce Travor -"Meglio non sapere certe cose, sappi solo che è così e se vuoi stare bene qui, evita i contatti con loro"- a questo punto Riley che fino a quel momento era stata al suo laptop, si volta e mi osserva impassibile -"Brooke impazzisce se qualcuna prova interesse verso Blake, non sono fidanzati, ma per lei lo sono... quindi"- mi lascia interpretare il messaggio e scuoto velocemente la testa-"Emh non sono interessata a lui, anzi io"-"meglio così"-taglia corto la ragazza ricominciando a digitare sul suo computer.
Avrei voluto scoprire di più, per la mia pace ed incolumità, però già la conversazione era stata interpretata male, così decido di riaprire il discorso più avanti e con astuzia.

Sono le sette e trenta di sera quando indosso la "divisa" che ho ritirato qualche ora prima al Roxy.
Chiamarla divisa è un eufemismo, sono costretta ad indossare una gonnellina striminzita a quadri nera e grigia scolaresca ed una camicetta bianca corta con un nodo che lascia intravedere l'ombelico, più provo a coprirmi la pancia e più sento le chiappe al vento, così dopo un sospiro esasperato la lascio così com'è.
Decido di non truccarmi e di farmi una coda alta, già così attiravo abbastanza l'attenzione, le mie curve erano fin troppo esposte e fasciate.
Per fortuna non dovevo utilizzare anche i tacchi, infatti opto per delle sneaker bianche con il plateau, e quando mancano 10 minuti all'iniziodel mio turno esco dalla porta di casa.
Mi sento una ladra mente percorro il corridoio delle scale in tutta velocità, non ho sentito dei rumori provenire dall'appartamento di Blake però meglio prevenire che curare.
Quando raggiungo il locale faccio la conoscenza con Sean, il figlio di Rose.
Ci avevo parlato solo al telefono per le pratiche formali come il contratto di lavoro e l'affitto dell'appartamento.
Sean è un ragazzo ben piazzato con tatuaggi spessi e grossi che gli fasciano le braccia muscolose;  gli occhi sono azzurri, come quelli della madre , i capelli marroni e  mossi sono tenuti con un taglio medio lungo.
Ha un filo di barba che gli contorna il viso conferendogli  un aria audace e matura-"Mamma non sapevo avessi assunto una modella"-grida Sean a sua madre che evidentemente si trova nel retro del bar, le mie guance prendono fuoco ed il calore si propaga sul collo e sulle orecchie.
Istintivamente metto le mani fresche su di esse per raffreddarle e sorrido in modo tirato-"si è una bella ragazza ma giù le zampe zotico che non sei altra "-risponde acida Rose ed io scoppio a ridere.
Mi vengono in mente le parole di Rose del giorno prima su suo figlio, se avessi messo subito le cose in chiaro con lui, mi avrebbe lasciata in pace.
Non ero qui per trovare un ragazzo e nemmeno un compagno occasionale, ero qui per studiare, crearmi un futuro e chissà magari anche viverci per sempre.
Un giorno l'amore avrebbe bussato alla porta del mio cuore ma gli avrei permesso di farlo solo quando mi sarei sistemata davvero.
Nella mia vita avevo avuto un ragazzo, Austin, qualche mese prima di trasferirmi qui a New York ma non c'era quel sentimento travolgente, viscerale, e probabilmente avevo deciso di accettare le sue avance solo perché tutte le mie amiche avevano un fidanzato e non volevo sembrare strana io.
Lo avevo lasciato non appena avevo ricevuto la lettera d'ammissione, ero sicura di averlo ferito anche se non avrei voluto accadesse.
"Allora ragazzina, dalle 20 alle 22 solitamente l'afflusso è poco, infatti in questo orario c'è ancora il grande capo di lá, ma dalle 22 scoppia solitamente il delirio, non so se hai esperienza o meno però ti do un consiglio, se sorriderai ed ammiccherai sarà tutto concesso a te dai nostri clienti, sfruttalo a tuo vantaggio"-mi confessa Sean mostrandomi poi la posizione di alcuni alcolici, il funzionamento della cassa e dove si trovano i bicchieri per le birre alla spina e per i cocktail.
Riesce a mostrarmi anche come si spilla una birra e nonostante la mia poca esperienza riesco quasi subito.
Effettivamente il locale è praticamente vuoto se non per qualche cliente che sorseggia il proprio super alcolico in privato e mangia delle olive, ringrazio mentalmente questa calma perché ho avuto la possibilità di immagazzinare più informazioni possibili e quando Rose se ne va, Sean mi chiede se voglio fumare una sigaretta con lui, così li seguo.
Io non sono solita fumare, quello è un vizio di mio fratello e di mio padre, però non nego che in alcune situazioni stressanti mi ritrovo a farlo-"Tieni bambolina"-mi porge una sigaretta con l'accendino e l'accedo inspirando a pieni polmoni-"ti troverai bene qui, i clienti sono quello che sono però è gente apposto, ho visto i tuoi documenti quando abbiamo fatto il contratto, me ne sono occupato io. Cavolo ho visto da dove vieni e"-lo zittisco immediatamente scuotendo energicamente la testa-"Ti prego di tenere questa informazione per te, n-non mi va di ricordare o parlarne"-dico agitata, sapevo che loro sapessero però ehi, non credevo tutti conoscessero la fama di quel posto, speravo che non a tutti importasse e sopratutto che nessuno mi chiedesse qualcosa, Sean allarga le braccia in segno di sconfitta-"Ehi scusa, si , acqua in bocca tranquilla"-e schiaccia la sigaretta sotto la sua delle scarpe, faccio altrettanto ed entriamo-"Scuse accettate però davvero, non voglio che esca questa cosa"-e con la mano mi fa il segno di sigillarsi la bocca, sento meno pressione sul petto e ridacchiò un po', alla fine perché non riporre un po' di fiducia? Che cosa ci avrebbe guadagnato nello spifferare la mia provenienza? Assolutamente nulla se non una dipendente furiosa.
Esattamente come mi aveva annunciato Sean, il locale mano a mano si riempie ed io incomincio subito a spillare birre, servire tavoli e versare qualche whiskey al banco.
Effettivamente comportandomi come una gatta morta i clienti sono tutti gentili con me, non mi sfuggono le occhiate languide sulle mie cosce scoperte o sulla scollatura della mia camicetta però cerco di non pensarci e tiro dritto, spargendo sorrisi ovunque.
Sono passata più di due ore quando Sean mi dice di andare a prendere l'ordinazione ad un tavolo nuovo, prendo il mio taccuino con la penna e spedita avanzo verso il tavolo, non appena mi avvicino incomincio subito a notare che i ragazzi seduti al bar sono esattamente i ragazzi di cui ho sentito parlare a scuola e che fra loro vi è seduto anche Blake.
Mi sento profondamente a disagio, vorrei fare dietrofront e dire al mio capo che non posso e non voglio servire questo tavolo ma non sarebbe opportuno, non posso già pretendere favori il primo giorno di lavoro, così mi armo di coraggio e mi posiziono davanti a loro-"C-che cosa posso portarvi?"-chiedo con un sorriso tirato evitando di guardare Blake.
Sebastian il ragazzo con lo sguardo più cattivo mi fissa le gambe per qualche istante e leccandosi appena le labbra mi rivolge un sorriso malizioso-"Per me una birra, scegli tu,basta che sia artigianale e forte"-mi segno il tutto, rimanendo impassibile e rivolgo lo sguardo interrogatorio alla ragazza bionda che ho capito chiamarsi Brooke ed all'altro amico di Blake , Ace.
I due osservano il menù ed il primo ad aprire bocca è Ace-"Per me vodka, liscia, un cubetto di ghiaccio"-poi con lo sguardo cerca Sean che è al bancone-"Complimenti per il nuovo acquisto"- grida facendo voltare tutti verso di me e sento lo stomaco in subbuglio, l'unica cosa che posso fare tirare fuori un altro sorriso tirato e sento dentro di me la voglia di allontanarmi il prima possibile da quel tavolo che poco a poco mi mercifica. facendomi sentire un pezzo di carne esposto ad un branco di squali affamati.
Sto aspettando le ultime risposte quando è Blake a parlare -"Sai che stai meglio senza quella cosa anti sesso che indossavi ieri gattina?"- spalanco gli occhi dalla sorpresa e la rabbia si fa strada dentro di me, come si permetteva a prendermi in giro davanti a tutti? facendo intendere chissà cosa a quegli elementi trogloditi seduti a quel tavolo?-"E tu stai meglio quando stai zitto"-sbotto istintivamente; il mio piano di non andare a scaldare la situazione già partita male , era andato a farsi friggere-"mi piacciono questi atteggiamenti così aggressivi, potrei quasi eccitarmi"-mi strizza l'occhio e si porta la mando dentro i pantaloni, io rimango esterrefatta, spalanco gli occhi e mi concentro a fissare altrove e se non poteva andarmi peggio così vedo due occhi truci fissarmi con le fiamme dell'inferno dentro.
Quella che dovrebbe essere la non ragazza di quel pervertito schifoso del mio vicino , mi sta fissando Con rancore e sfida, strizza le labbra in una smorfia severa e mi squadra da cima a fondo con profondo disgusto-"per me un Mojito, per lui del Whiskey"-indica Blake che mi osserva ancora con sfida ed un luccichio pericoloso negli occhi.
Brooke è una ragazza piena di curve prosperose ed attraenti, ha i capelli raccolti in una coda alta che le mettono in risalto i lineamenti perfetti del viso: zigomi alti, piccolo naso alla francese , occhi grandi , marroni , circondati da ciglia lunghe nere, e labbra carnose perfettamente piene.
Come potrebbe una ragazza del genere provare anche solo un briciolo di insicurezza?
Mi segno tutto sul taccuino e mi defilo velocemente da quel tavolo di pazzi.
Quando preparo il tutto e sto per lasciare il bancone noto che Blake mi ha raggiunto e mi sta fissando intensamente-"Non dovresti sfidarmi così, nessuno ti ha mai detto che con il fuoco non si gioca?"-sussurra guardandomi con superbia e velando la minaccia, io sospiro esasperata-"se continui a parlarmi, forse sei tu a giocare con la persona sbagliata"-ammetto di tutto punto indispettita, anche se lo temevo un po', non volevo mostrami impaurita o pronta a farmi sovrastare da lui e da quella situazione ridicola-"Ti ritrovo a casa mia, nel mio corso, nel bar che frequento spesso, ed adesso qui... voglio solo assicurarmi che tu non lo stia facendo apposta , so di essere irresistibile però ehi, basta chiedere, non lascio mai le ragazze a bocca asciutta"-le sue allusioni mi fanno tremare dalla rabbia e per poco non lascio andare il vassoio per ficcargli le mie unghie negli occhi, ma cerco di fermare il tremolio e non concedergli il potere di farmi cambiare umore-"Non lasci mai le ragazze con la bocca asciutta ma con altro di asciutto credo proprio di si"-e con questa frase ,che vedo stupirlo, mi allontano a passo spedito e porto l'ordine al loro tavolo trionfante.
Mi sento soddisfatta
Ben fatto, Madison 1 Blake 0

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