Capitolo 9

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"Che diavolo ci fai seduto qui? La tua bambola gonfiabile ti aspetta"-dico infastidita indicandole un posto situato al fondo in cui Brooke è già seduta ad aspettarlo e guarda la scena furibonda.
Posse sentire le sue occhiatacce infuocate sulla pelle della schiena. Lui sbuffa annoiato senza mai togliere gli occhi glaciali da me e dal mio corpo, mi sento imbarazzata-"Non sapevo ci fossero i posti assegnati come alle elementari, sapevo che ognuno si sedeva dove voleva"-dichiara appoggiando la schiena contro lo schienale della sedia e divaricando le gambe-"volevo chiaccerare con te essendo che ti piace tanto chiaccerare con i miei amici"-dichiara riferendosi alla sera prima in cui avevo spiccicato si e no tre parole con Sebastian.
Lo guardo strabuzzando gli occhi, quel ragazzo era pazzo, non gli mancava solo qualche lunedì, ma anche qualche martedì e mercoledì, però decido di non negare-"Infatti ho detto che a me non piace chiaccerare con te"-la sua espressione diventa infastidita, contrae leggermente la mascella e riesco a notarlo subito, si alza dallo schienale e mi si avvicina, invadendo il mio spazio personale  con il suo profumo di fiori d'arancio e limone-"Però interessarti, ti interesso, piccola stalker, l'ho visto sai il tuo like? Che ci facevi sul mio profilo, ti eri persa?"-le guance mi prendono fuoco istantaneamente, sento un calore fastidioso propagarsi per tutto il mio viso e corpo, mi aveva scoperto, avevo sperato fino all'ultimo che non si accorgesse della mia piccola distrazione ed invece no, non gli sfuggiva nulla, forse era anche per questo che le persone lo temevano, era un abile giocatore, ricettivo e manipolatorio.
Con il suo fascino ammaliava le sue prede, nel mentre le studiava, e poi , quando aveva raccolto abbastanza informazioni le finiva attaccandole alla giugulare.
Non so sinceramente come tirarmi fuori da quella situazione, non so cosa inventarmi, ogni scusa che passo a rassegno è ridicola e poco credibili e forse farei più bella figura a rimanere in silenzio o ad ammettere le mie colpe.
Come una bambina, decido di girarmi e di ignorarlo, era un atteggiamento stupido ma non sapevo cosa fare , cosa dire, la bocca era asciutta e l'imbarazzo era calato su di me rendendomi penosa.
Però lui continua ad osservarmi, sembrava ancora più divertito dalla mia reazione ed io vorrei dargli un pugno, in pieno volto per togliergli quel sorrisetto arrogante dal viso-"scommetto che ti sei anche toccata guardando le mie foto, o magari hai fatto qualche sogno sconcio, un sogno in cui ti prendevo e ti sbattevo come non sei mai stata sbattuta in vita tua ragazzina"-a quel punto non reggo più, la mia mano prende autonomia e gli stampo uno schiaffo sordo sulla guancia , per la prima volta lo vedo sorpreso.
Il rumore riscuote tutta la stanza e tutti i ragazzi che prima chiacchieravano tra di loro e prendevano posto si voltano a guardarmi.
Fortunatamente il professore non è ancora arrivato sennò sicuramente sarei stata cacciata dall'aula , il mio comportamento era stato irrazionale, dettato dalla rabbia, e me ne pentì subito, però la soddisfazione di vedere cinque dita rosse, stampate sul suo viso non aveva prezzo.
Si passa una mano sulla guancia ed il suo sguardo cambia, gli occhi si scuriscono, assorbendo quasi tutto l'azzurro delle iridi e l'espressione si incupisce, a quel punto mi afferra la mano ed io sobbalzo per quel contatto inaspettato, la mia pelle sembra quasi bruciare sotto alle sue dita-"Mi sa che ho fatto segno questa volta "-dice con voce profonda  e seria riferendosi alle sue allusioni che mi avevano fatta scattare poi lo vedo schiudere nuovamente le labbra e in malo modo mi avvicina a lui così che possa sussurrarmi all'orecchio-"non provarci mai più o la prossima volta ti piego su questo banco e ti faccio capire come stanno davvero le cose"-e mi scansa voltandosi verso la cattedra.
Ho gli occhi spalancati, il respiro irregolare ed i battiti accelerati.
Avevo fatto una mossa stupida con una persona che era evidentemente instabile , una persona che ora era alterata e con cui condividevo lo stesso condominio.
Ottima mossa Madison.
Come un angelo in mio soccorso vedo entrare dalla porta Chris ancora affannato, e con il viso arrossato dallo sforzo, mi cerca con lo sguardo e quando vede la figura di Blake vicino a me strabuzza gli occhi dalla sorpresa, poi si avvicina a lui e gli indica il posto dove è seduto-"E-emh questo in realtà è il mio posto"-dice, rivolgendosi a Blake che tiene lo sguardo dritto davanti a sé-"Non rompermi le palle e sparisci prima che ti spacchi la faccia"-Chris sussulta ed io spalanco la bocca, sto per protestare e difendere il mio amico quando lo vedo farmi il segno di "no" con il viso e spostarsi alla ricerca di un altro posto dove accomodarsi con aria preoccupata ed allarmata.
Sto per alzarmi e spostarmi io quando fa il suo ingresso il professore ed ormai non ho più la possibilità di allontanarmi da lui, così mi risiedo e la lezione comincia.

Fortunatamente mi ignora per tutta la lezione, ma nonostante il suo silenzio non riesco a concentrarmi su nessuno degli argomenti della giornata,  ed anche se il mio, è un comportamento strano,  mi ritrovo spesso ad osservarlo.
Osservare i suoi lineamenti, il modo in cui i muscoli delle braccia si contraggono sotto alla maglietta nera mentre si stiracchia , il modo nervoso con cui gioca con la pallina del piercing alla lingua o le ciglia lunghe e nere che gli contornano gli occhi enigmatici.
Anche se s negavo a me stessa l'evidenza, Blake Parker era un ragazzo di una bellezza impressionante, tutto di lui emanava sicurezza, ribellione e lussuria e se fossi stata come qualsiasi altra ragazza, sono certa che sarei morta anche io appresso a lui.
Perché sapeva di proibito  anche se c'era qualcos'altro, qualcosa di lui che al cento per cento non comprendevo, come non comprendevo perché il mio corpo non reagisse come aveva sempre fatto alla vicinanza di qualunque ragazzo.
Mi bloccavo , ero certa si trattasse  di qualche ormone maschile che lui possedeva e che mi destabilizzava.
Ma io non ero come qualsiasi altra ragazza, io ero spezzata e questo mi rendeva meno incline a lasciare aperta la porta dei sentimenti.
E con lui, in ogni caso non lo avrei mai fatto, era tutto ciò che di sbagliato poteva esserci in una persona, tutto ciò che mi ricordava cosa dovevo tenere alla larga per costruire il mio futuro, pulito, chiaro ed equilibrato.
Quel ragazzo era una macchia di inchiostro che trascinava tutto nel suo nero profondo.
Non appena termina la lezione mi affretto a ritirare le mie cose, voglio allontanarmi il prima possibile da quel pericolo imminente, ma poco prima di ritirare il mio ultimo quaderno degli appunti , una mano affusolata, con unghie lunghe e smaltate di rosso mi schiaccia il blocco degli appunti sul banco, alzo lo sguardo , Brooke ha un sorriso malvagio sulle labbra , tirato e gli occhi ridotte a due fessure-"Per caso uno non ti basta? Sei una di quelle troiette che vuole farsi tutti i ragazzi di un gruppo?"-la guardo in cagnesco, non ero interessata né a quel mastino di Sebastian né tanto meno al Lucifero seduto di fianco a me-"per me puoi tenerteli tutti. Se ti preoccupa tanto quello che voglio fare io con i ragazzi del tuo gruppo, forse dovresti tenerli un po' più a bada, sopratutto lui che mi da il tormento e sembra un po' troppo interessato a me piuttosto che a te"-le sorrido cinguettuola portandomi le ciocche di capelli dietro alle orecchie e finendo di sistemarmi la borsa-"Adesso vi lascio ai vostri problemi relazionali"-mi alzo indicando sia lui ,che Brooke, che intanto ha la faccia rossa per l'ira e  Blake che ha una espressione annoiata-"non abbiamo nessun problema relazionale essendo che non c'è nessuna relazione"-Blake si alza e la supera senza degnarla di uno sguardo, lei si affretta a raggiungerlo e gli si pone davanti appoggiandole le mani sul petto-"C-ci vediamo a pranzo?"-lui la osserva dall'alto ,sovrastandola, poi le prende una ciocca di capelli biondi e gliela sistema dietro le orecchie-"Ho rivalutato i miei impegni"-e la supera lasciandola lì.
Lei rimane immobile qualche secondo, poi mi lancia un occhiata di fuoco ,si gira e se ne va.
A che cosa avevo appena assistito?

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