-dove sei stata? -chiese mia madre arrabbiata.
Avevo passato la notte da Jordan, ma lei non doveva saperlo. Si era addormentato subito dopo che avevamo fatto sesso ed io mi ero svegliata verso le 4 del mattino per vomitare. Dopo quattro ore a vomitare, mentre mi tenevo i capelli da sola. Mi ero ripresa abbastanza per tornare a casa in condizioni decenti. O almeno speravo di apparire così.
-non urlare ok?- affermai urlando anch'io.
-Carrie- mi richiamò mio padre –non urlare con tua madre.
-Carrie- sospirò lei –dove sei stata?
-da Alina- sbottai andando di sopra.
Mi guardò negli occhi. Sapeva benissimo che stavo mentendo.
-carrie- affermò la mamma –lo sai che non mi piacciono le bugie-
Prima che potessi stare zitta la mia bocca aveva già pronunciato quelle parole –oh, ma da dove viene la predica.
I miei genitori mi guardarono stranita, non capendo dove volessi andare a parare.
-impara ad essere sincera Jennifer- sbottai –poi forse potrai farmi la predica.
-siamo sempre stati senceri con te Carrie- affermò mio padre
Scoppiai a ridere istericamente scendendo gli scalini che avevo percorso per allontanarmi da loro.
-allora per cosa sta la M sul medaglione della mamma-
I miei genitori rimasero straniti da quella domanda. La mamma aprì la bocca per dire qualcosa, ma non uscì nulla. Mio padre prontamente rispose –il mio secondo nome-
Era così convincente che per un secondo volevo credergli. Guardavo i suoi occhi dello stesso colore dei miei, cercando somiglianze che non potevano esserci. Il colore era un puro caso. Così com'era un caso il fatto che fossi brava in fisica come lui o che avessi le sue stesse sopracciglia.
Adesso che lo guardavo meglio, vedevo le differenze come se prima di allora avessi un filtro sugli occhi. Non assomigliavo a nessuno dei miei genitori.
-Michelle- mormorai a voce soffusa.
Entrambi mi sentirono perchè le loro espressioni cambiarono totalmente.
-come- chiese la mamma non riuscendo a finire la frase.
-è stata l'ultima cosa che ha detto la nonna prima di andarsene, voleva che sapessi la verità- sbottai con rabbia.
-non aveva alcun diritto- affermò mio padre furibondo –mia madre non avrebbe dov'
-me l'avreste mai detto?- chiesi interrompendolo. Ma loro mi fissavano e basta.
-Carrie- sussurrò mia madre.
-forza- gli incoraggiai. Sapevo già la risposta però.
Corsi di sopra e mi chiusi in camera.
Non volevo pensare a ciò che era successo. Volevo cancellare gli ultimi cinque giorni. Ma mi sarebbe bastato cancellare ventiquattr'ore.
Se pensavo a quello che era successo ieri sera, mi sentivo in colpa e disgustata e pentita. Non lo avrei mai ammesso ad alta voce. Lo volevo. Jordan aveva cercato di fermami, ma io lo volevo vero?
Non ricordavo quasi nulla di ieri sera, il bruciore in mezzo alle gambe però mi ricordava che era successo e un dolore mi riempiva il petto.
Jordan aveva ottenuto quello che voleva. Jordan mi amava. Volevo questo vero? Essere amata da lui. Ora ero completa no?
Perchè invece mi sentivo così? Doveva essere un ricordo prezioso. Dovevo farlo con qualcuno che amavo.
Perchè amavo Jordan... vero?
Volevo solo piangere.
Dormire e soffocare tutto il dolore. Volevo smettere di respirare. Volevo morire, ma qualcosa me lo impediva.
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Illicit Affairs
RomanceCarrie White è una ragazza solare, bella e costantemente indecisa. Ha appena finito il liceo e non sa cosa fare nella sua vita. Vede le sue amiche andare avanti, avere successo e le sembra di rimanere sempre indietro. Si ritroverà ad affrontare mol...