Erano passati tre giorni da quando avevo parlato con le ragazze.
Avevamo stabilito un piano di attacco. Mi alzai come tutti i giorni abbastanza presto. Non avevo il turno di mattina, ma come sempre scesi per fare colazione la mattina presto. Solo che sta volta non ero sola.
I miei genitori erano seduti di fronte a me. Giacevano sulla sedia con le braccia incrociate e gli abiti di casa – dovreste essere a lavoro- fu la prima cosa che dissi.
Le loro espressioni però erano indecifrabili. Sapevo che volevano parlare, ma a me non andava. Soffrivo per quella situazione, ma nessun momento sembrava quello giusto, era sempre troppo presto. Sapevo anche che dopo quella conversazione sarei stata indotta a perdonarli e forse non ero ancora pronta.
-dobbiamo parlare – sbottò mia madre. Sentii quella presa allo stomaco, tipica di ogni volta che mi sgridava. Ma mi feci coraggio. Ero un adulta, potevo affrontarla.
-in questo momento non posso- affermai -devo andare a lavorare- così presi del pane e della nutella pronta a portali sopra.
-no- affermò -abbiamo chiamati Greg e gli abbiamo detto che sei malata. Dobbiamo parlare.
Quelle parole scatenarono sentimenti contrastanti. Strinsi le mani istintivamente. Mi trattenni dai gridare con lei. Sapevo che non avrebbe portato a niente.
-cosa avete fatto?- feci finta di non capire.
-non andrai a lavoro oggi- mormorò calmo mio padre.
-non potete impedirmi di andare a lavoro, ho diciannove anni.
-vivi ancora sotto questo tetto, perciò... casa mia regole mie.
-papà puoi dirgli qualcosa- implorai -non è normale... tu eri d'accordo?
-Carrie- iniziò -tu ci eviti da due settimane e mezzo, ti abbiamo lasciato tempo per pensare e sbollire la rabbia, ma non riuscivamo mai beccarti. Abbiamo dovuto agire così perché non ci hai lasciato altra scelta.
Ero scioccata -è assurdo- affermai sbattendo le cose sul tavolo.
Mia madre non si risparmio di lanciarmi uno sguardo di rimprovero. Odiava quando lo facevo.
-possiamo parlare da adulti? Non ho 5 anni, non mi potete impedire di fare le cose.
-ti sei comportata come una bambina- ribatte mia madre -perciò non parliamo di chi è infantile qui
-infantile – ripresi -voi mi avete mentito per 19 anni- sbottai.
Guardai le loro espressioni cambiare. Aggrottarono entrambi le sopracciglia e persero almeno una tonalità della pelle.
Era stato come sollevare il vaso di Pandora, ma non si scomposero più di tanto. Il loro sguardo vacillò e potei notare tutte le emozioni che li attraversavano. Era orribile, ma mi dava un senso di potere.
-è stata una decisione che abbiamo preso insieme- affermò mio padre.
- non ci credo- dissi di getto -l'ha presa la mamma e ti ha convinto.
Non ero sicura di quella teoria, ma era già capitato che succedesse una cosa del genere. Mio padre si fa trascinare.
-abbiamo ritenuto opportuno che questa fosse la scelta giusta- affermò mia madre -Abbiamo provato a dirtelo quando avevi 4 anni. Ma hai reagito male- spiegò
-non volevamo crearti altra sofferenza- affermò mio padre.
-ti posso chiedere come lo hai scoperto? -chiese imperterrita mia madre.
-me lo ha detto la nonna- confessai
Vidi lo sguardo di mia madre passare dall'indifferenza alla rabbia -sapevo che non dovevamo dirglielo- disse a mio padre.
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Illicit Affairs
RomanceCarrie White è una ragazza solare, bella e costantemente indecisa. Ha appena finito il liceo e non sa cosa fare nella sua vita. Vede le sue amiche andare avanti, avere successo e le sembra di rimanere sempre indietro. Si ritroverà ad affrontare mol...