Capitolo 2

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Quella stessa sera ci ritrovammo tutte al Waiss, prendemmo gli stessi posti di sempre. Io accanto ad Alina con Jane di fronte a me e Hazel in diagonale.

La cameriera Margaret ci salutò e si avvicinò -il solito? -Aveva sempre gli occhi stanchi, ma tendeva ad illuminarsi quando c'eravamo in giro noi.

Tutte annuimmo.

Margaret era poco più grande di noi, viveva qui vicino e frequentava un'università pubblica per studiare qualcosa di cui non avevo la minima idea.

-come vi sentite? - chiese Hazel.

-vuota- Alina e Jane annuirono. -è come se adesso non avessi uno scopo nella vita.

-mi manca la scuola- disse Jane.

-a me no- dibatté Alina. -non dovrò più vedere quella brutta faccia della professoressa di matematica, mi odiava.

-era reciproco -affermò Hazel.

- non so cosa fare durante l'estate. Vorrei trovarmi un lavoro, ma mia madre mi consiglia di riposarmi, per prepararmi a Stanford.

-Jane, secondo me dovresti riposarti.

-ha ragione, hai studiato un sacco quest'anno -continuai.

-cambiamo argomento- affermò -non ne posso più di parlare di scuola.

-io aiuterò i miei al ristorante- prese la parola Alina –l'altro giorno ho parlato spagnolo, erano venuti una coppia di ragazzi che non aveva idea di cosa fosse l'inglese. Gli ho perfino dato indicazioni.

-bravissima- disse Hazel stupita –se gli avessi parlato io probabilmente avrei detto qualcosa di strano mandandogli in Messico.

Io e Jane annuimmo scoraggiate.

-io credo che farò una specie di stage all'università pubblica di qui. Seguirò delle lezioni di biologia e anatomia e se va bene potrò anche vedere degli interventi.

-non ti fa schifo il sangue?

-no, Alina, ho già aiutato un amico di famiglia a fare punture e cose del genere, voglio fare l'infermiera.

-tu? -chiese Jane rivolgendosi a me.

Risposi prima di farmi prendere dal panico -sto aspettando ancora le risposte nel frattempo, credo che mi troverò un lavoretto- ripetei ormai

-alla gelateria del padre di Stacy cercano personale- mi avvertì Alina

-non voglio lavorare con Stacy- affermai annoiata.

-quella è una stronza- mormorò Hazel.

-hai già considerato cosa fare se ti rifiutano? -chiese Jane seria.

Aveva la brutta abitudine di fare domande a cui non volevo rispondere, ma fui salvata da Margaret.

-ecco qui- si fermò davanti a noi, con il solito vassoio nero. -un caffè per Hazel- glielo porse. -un cappuccino per Jane- che la ringraziò -un succo per Alina e un caffè freddo per Carrie- anche noi la ringraziammo.

-come sono andate le cerimonie di diploma oggi?

-molto bene- rispose Jane–quando mi hanno chiamato sul palco credevo di morire, è così strano aver finito la scuola.

-io credo di essere diventata rossa come un peperone-

-Alina, ti assicuro che lo eri- affermai –io volevo solo scendere da quel palco il prima possibile.

-sapete quando abbiamo lanciato i cappelli? - ricordò Hazel trattenendo una risata–io stavo cadendo. Ho inciampato nella sedia di qualcuno per raccogliere il mio e un tizio della squadra di football mi ha aiutata.

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