10. Coco's pov

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-come sta Mitch? Lo sai che non andava per niente bene a scuola?-
Sono seduta su un divano di pelle rosso nella casa della zia di Kai,nonché professoressa di Mitch al college,sorseggiando una tisana allo zenzero. Kai è andato a vedere il gatto,e non torna da quasi 15 minuti.
-ma Kai è stato sbranato?-dice scocciata di aspettare,e io rido.
-se vuoi vado a vedere-
-tranquilla Coco,non ti scomodare-
-ma non ti preoccupare Pepa- dico alzandomi. La casa è grandissima,due piani e tutta ammobiliata ad alta qualità. Cammino piano nel corridoio dove prima si è diretto Kai. È lunghissimo e pieno di porte.
-Kai?-
Vedo una porta aperta. Scorgo dentro e lo vedo.
È inginocchiato vicino a tantissime cucce sparse per la stanza.
-Kai?- entro lentamente.
Non si gira.
-Kai?tutto bene?-
Respira affannoso.Arrivo al suo fianco e lo vedo.
Tra le mani tremanti ha un corpicino di un gattino che non riesce a respirare. Subito lo prendo tra le braccia. Kai continua a non rispondermi ma si gira a guardarmi. Lo riscaldo tra le mani,poiché era freddo,e gli faccio il massaggio cardiaco.
-forza piccolo,forza- sussurro.
Dopo due minuti prende a miagolare dolcemente. Lascio un sospiro. È vivo.
-Kai,è vivo- gli dico tenendo stretto il piccolo gattino. Piccole lacrime scendono dai suoi occhi.
-ehi ehi,che succede?- dico avvicinandomi sempre di più,tanto da trovarmi faccia a faccia con lui.
-sono qui Kai,sono qui. Respira con me-
Gli prendo il viso con le mani. Non so per quale motivo reagisce in questo modo,il gattino è vivo.
Non riesce a calmarsi,mi siedo e stringo il suo corpo tremante al petto. Ha gli occhi sbarrati,non riesce a calmarsi. Stringe le sue mani sul mio braccio. Quel contatto provoca in me,una strana sensazione nello stomaco.
-Kai,sono qui,torna qui con me. Non perderti nei tuoi pensieri,torna qui- gli sussurro dondolandolo.
-mi dispiace- sussurra lui tra le lacrime.
-ehi ehi,va tutto bene. Va tutto bene,okey? Tutto tranquillo-
Dopo pochi minuti si riesce a calmare.
-sono qui Kai,sono sempre qui-
Non si stacca dal mio abbraccio. Sì sente caldo e protetto.
-scusami,i-io volevo solo salvarlo- dice sussurrando.
-Kai,è vivo,guardalo- dico indicandolo nella cuccia mentre beve. Lui sorride a quella visione e fa sorridere pure me.
-vedi? sta benissimo.-
-l'hai salvato-
-si,ci sono riuscita-
Alza gli occhi a me. I due occhi verdi come il prato,con gli occhi azzurro cielo.
-h-hai visto un ricordo?- provo a dirgli. Non so cosa è successo,ma la reazione è uguale alla mia quando capita.
-c-come lo sai?-
-capita anche a me,riconosco la reazione-
-si,ho visto un ricordo-
Annuisco,non solo che me lo volesse dire,ma penso di no.
-ce la fai ad alzarti?- gli chiedo reggendolo,provando ad alzarmi.
Lui si alza ma barcolla,quindi lo reggo. Ci dirigiamo fuori alla porta e la zia Pepa è sulla porta del corridoio che ci guarda.
-oddio,che è successo?-
Kai si appoggia a me e non risponde.
-niente,Pepa,tutto bene. Il gattino è salvo. Sta bene,sta mangiando e bevendo. Tienilo d'occhio la notte,e portalo in una clinica veterinaria,avrà problemi respiratori- dico reggendo Kai e avvicinandomi alla porta d'ingresso. Prendo il casco ed esco dalla porta.
-grazie Pepa,buonissimo il te. Se vuoi passo domani per controllare il gattino-
-tesoro,va bene. Non ti preoccupare. Se vuoi e puoi,passa mi fa piacere-
Le sorrido e arrivo alla moto di Kai. Gli metto il casco e lo aiuto a salire sulla moto dietro. Io salgo davanti e metto in moto.
-n-no Coco,guido io-
-Kai,non puoi. Stai tranquillo,la so portare. Dimmi solo dove abiti-
Si arrende e mi risponde -due traverse qua dietro,ti indico io la casa- sussurra.
Arrivo alla sua traversa e lui mi indica una casa infondo ad un viale,tipo come la mia. Scende dalla moto e,lentamente,arriva al citofono e subito si apre il cancello. Risale alle mie spalle e accelero fino ad entrare. Una donna dai capelli neri e occhi verdi esce sulla porta. Si avvicina a noi appena vede che non è Kai a guidare.
-Kai,cosa è successo?- chiede in panico aiutando suo figlio a scendere dalla moto. Lui si appoggia a lei,come se fosse spaventato da qualcosa,e lei lo stringe. Io intanto spegno la moto e scendo,togliendomi il casco.
-bella ragazza,sei una amica di Kai?- mi chiede sorridendomi.
-si signora,sono la sorella di Romeo e Gabriel-
Prima mi fissa poi sorride -ooohh! tu sei la piccola Coco,forza,entra- dice avviandosi e io la seguo. Il corridoio di ingresso è bellissimo. Le pareti sono colorate di grigio lucido e ci sono foto sparse per tutto il muro. È arredata nello stesso modo della casa di Pepa,tutti di un certo livello.
La mamma accompagna Kai al piano di sopra,dove penso ci sia la sua camera. Io rimango ferma sul posto,non so cosa fare con precisione. Mi metto a guardare le varie foto appese al muro,aspettando la madre. Le foto sono ambientate maggiormente in campagna,in una baita di legno. Riconosco un piccolo Kai che sorride alla fotocamera insieme ad un'altro bambino più grande ma uguale.
-Kai sta dormendo,vieni Coco,seguimi in cucina-
dice la mamma svegliandomi dai miei pensieri.
La seguo nel lungo corridoio. Alla fine la mamma apre una porta e mi trovo davanti una grandissima stanza tutta vetrata,che affaccia sul giardino. C'è un divano enorme di pelle nera con un tavolino di vetro davanti e una grande televisione attaccata al muro. Dietro al divano, c'è una lunga lampada che parte da terra,fino ad arrivare sopra al divano. Due finestre partenti da terra fino al soffitto alto,illuminano tutta la stanza anche se sono oscurate da tende bianche. Nel lato destro della stanza c'è una cucina,con un isola come la mia,un frigorifero a due ante con il display sopra e altri mobili neri. Seguo la signora,che arriva a sedersi all'isola. Il mio telefono vibra all'interno della mia felpa,lo prendo e noto che è Gab. Rispondo molto velocemente,dicendo che sto a casa di Kai ed è tutto apposto e che sarei tornata verso il pomeriggio tardi a casa.
-signora,come sta Kai?-
-chiamami Amanda,cara. Tutto bene,ha solo visto un brutto ricordo-
-si lo so,capita pure a me-
Lei mi sorride -Romeo parla sempre di te. È innamorato pazzo,mi chiede sempre qualcosa per farti stare meglio. È preoccupato per te,perché,se posso permettermi,mi dice che non mangi parecchio-
Le sorrido a mia volta -lo so,Rom va pazzo per me. Non si preoccupi,non mangio tanto da quando sono piccola-
-vedo,ma ti dico che mangiare non fa male. È davvero buono,sai? Se qualche volta,dopo scuola,volete venire qui a casa a mangiare,tutti e tre,va benissimo-
-grazie Amanda,lo prenderò in considerazione-
-vuoi una tisana?- mi chiede alzandosi.
-no grazie,già me l'ha offerta Pepa-
-cosa è successo di preciso?- chiede dandomi le spalle per prepararsi la tisana.
-io stavo parlando con Pepa,quando Kai non tornava e sono andata a vedere. Era paralizzato con il gattino in braccio che non respirava più. L'ho salvato,ed è vivo, ma Kai era nei suoi pensieri. Ho fatto la stessa cosa che fanno i miei fratelli con me,cercandolo di calmare e ci sono riuscita, e poi siamo venuti qui-
La mamma sembra capire la reazione del figlio.
-grazie per il tuo aiuto Coco-
Le sorrido.
-vuoi mangiare qui?-
-oh,nono grazie Amanda,aspetto che Kai si sveglia e vado via-
-mi fa piacere averti qui. Ti piacciono le tortillas?-
Annuisco.
-e che tortillas siano-
La aiuto a cucinare e dopo circa mezz'ora sentiamo dei passi alle nostre spalle. Kai,con occhi assonnati,è fermo sulla porta a guardarci.
-Kai,stai meglio? ti sei ripreso?- chiede la mamma avvicinandosi a lui.
-vedo bene,è Coco che sta cucinando a casa nostra?
Io sorrido sempre girata di spalle.
-si è lei,mangia con noi. Tortillas!-dice la donna,prima di venire vicino a me. Sento i passi pesanti di Kai avvicinarsi a me,mi lascia un bacio morbido sul capo -grazie piccola rossa-. Sorrido e mi volto.senza però smettere di preparare il pranzo.
-come stai?-
-meglio grazie a te-
-la tua moto è salva,nemmeno un graffio-
Lui ride -grazie,sei brava a guidare-
-lo so-
Alza gli occhi al celo ridendo.
-come fai a prepararle senza guardare! Sei un mostro!- Dice facendo riedere me e sua madre.
-amore,è spagnola! Lo ha nel sangue-
-mi stupisce sempre di più però- dice sedendosi all'isola.
-ha salvato quel micetto in arresto cardiaco in meno di venti minuti!-
Amanda sposta lo sguardo su di me,meravigliata.
-come fai? hai fatto qualche corso?-
-no,solo che in Spagna ci sono solo animali per la città e quando avevo tempo libero,li aiutavo-
-ma che bella cosa!Fino a quanti anni sei stata lì?-mi chiede.
Io ho tre tortillas in mano e le appoggio sulla tavola dentro dei piatti,mentre Amanda posa le salse. Mi siedo al fianco di Kai,che mi fissa.
-sicuro che non mi hai avvelenato?-dice facendomi ridere.
-sono stata lì fino a 8 anni,poi siamo venuti qui-
Amanda mi guarda tristemente,forse Rom le dice più di quello che dovrebbe. Sia lei che Kai lasciano un morso sulla tortillas.
-Oh mio dio! ma che buona è- dice lei.
-cristo,vieni qua a farle più spesso- dice Kai.
Fisso la mia nel piatto,non mi va di mangiarla.
Amanda mi guarda speranzosa. Kai sposta lo sguardo prima a lei poi a me e appoggia una mano sulla mia gamba. Giro lo sguardo verso di lui,stacca la mano dalla gamba soltanto per prendere un coltello e tagliare un piccolo pezzetto di tortillas. Poi lo lascia e mi sorride poggiando di nuovo la mano come prima. Sta facendo la stessa cosa che ha fatto Mitch la sera prima. Sorrido e mangio il piccolo pezzo e Kai ripete il gesto. Non volendo,arrivo a mangiare mezza tortillas,e,nonostante Amanda e Kai avessero già finito di mangiare da tanto,rimasero al tavolo con me.
-non ne voglio più,grazie per l'ospitalità Amanda.Penso che ora devo andare-
-se vuoi puoi,ma voglio solo dirti che non dai fastidio- dice alzandosi.
-rimani per me,ci aiutiamo a ripetere per la verifica di domani-
Lo guardo confusa.
-che verifica?-
-la professoressa Chris ha messo una verifica domani-
-domani non vengo- rispondo facendolo ridere.
-dai ti aiuto io-
alzo gli occhi al celo -va bene Kai,aiutami,ma non ti assicuro che domani vado a scuola-
-okey,però almeno ti aiuto- dice alzandosi e lo seguo. Amanda è sul divano a guardarsi Chicago Fire.
-mamma sei ossessionata! l'hai vista circa 20' volte. Comunque noi andiamo su a studiare-
-va bene ma lasciate la porta aperta- dice facendomi ridere.
-okay-
Ed esce dalla stanza,con me dietro. Saliamo le scale e mi apre una porta infondo al corridoio del secondo piano. La sua stanza è veramente grande. C'è un letto a due piazze in mezzo alla stanza,difronte un mobile con la televisione sopra e di lato c'è una scrivania piena di libri. Il muro soprastante è pieno di foto sue con qualche trofeo in mano oppure con la sua squadra. Mi giro e lo vedo steso sul letto intenzionato a fissarmi. Mi sorride e chiede
-ti piace?-
-è davvero bella-
Sotto la finestra c'è il borsone del basket come quello di mio fratello; sopra al letto ci sono due strisce di lucine a cui lui ha attaccato altre foto. Tra quelle ci sono anche Rom e Gabs da piccoli.La porta laterale al comodino porta al bagno in camera mentre quella dall'altra parte del muro,vicino ad una cassettiera di 4 scomparti,penso che porti alla cabina armadio.
-quella è la cabina armadio?-
Annuisce -vuoi vederla?- e mi apre la porta.
È enorme. Ci sono panni e scarpe da tutti i lati. Scarpe e giacche eleganti,jeans,felpe,giubbini per la moto e in basso,caschi e zaini.
-wow,è grandissima-
-si,lo è. In teoria questa doveva essere un'altra stanza però è diventata quello che vedi-
Esco dalla cabina e lui chiude la porta. Mi siedo sul letto e sento un respiro sulla mia caviglia.
-hai animali?-
-si,mia madre- dice ridendo.
-coglione,hai un cane o gatto?-
-vedi,sta sotto il letto-
Alzo le lunghe lenzuola e scorgo un cane dagli occhi chiari.
-Mio dio,quando è bello-
Kai fischia chiamandolo e da sotto al letto esce una bestia. Un rottweiler dagli occhi chiari.
-lui è Rocky,il mio rottweiler-
Il cane mi viene vicino scodinzolando e poggia il suo muso sulle ginocchia,volendo essere coccolato.
-quanti anni ha questo bestione?- dico strizzando la mia mano sulla sua pelle sotto al collo.
-7- diciamo all'unisono io e Kai.
Lui ride - come cazzo fai a saperlo! Davvero sei un mostro? anzi no,un alieno!-
Rido -si sono un alieno-
-cazzo,avevo ragione io- dice sedendosi al mio fianco. La stanza inizia ad essere più piccola e il fiato a mancare. Una strana sensazione,come uno sciame di farfalle,gira nel mio stomaco.
-giù ce n'è un'altro,è un labrador e si chiama Apollo-
-che bei nomi-
Non parliamo per due minuti ma poi Kai si sveglia e dice
-volevo ringraziarti per prima- dice girandosi a guardarmi.
-vai tranquillo,so cosa si prova-
-difficilmente io li vedo di giorno,di solito sempre di notte- dice grattandosi la nuca. Sembra a disagio.
-puoi pure non spiegarmi,a me da fastidio dirlo,ma se vuoi,sappi che ti ascolto-
Lui sembra rilasciare aria che aveva trattenuto e sorride. I suoi occhi verdi si strizzano quasi come i bambini e due fossette gli compaiono sulle guance.
-con molta sincerità,mi scoccio di studiare- dico
-ma dobbiamo farlo,altrimenti domani la verifica come la facciamo?-
-non la facciamo,molto semplice-
-dai sono cose stupide,prendi il tuo zaino e io prendo un quaderno- dice alzandosi e dirigendosi alla scrivania.Il mio zaino deve essere stato portato da Amanda quando è salita su. Prendo un quadernino ad anelli e una penna nera,risedendomi sul letto. Kai si siede con un quaderno e un pennarello e si stende a pancia in giù.
-togliti le scarpe e mettiti comoda,ne avremo di cose da studiare-
Sbuffo già al pensiero di quanta roba mi farà studiare e mi tolgo le scarpe.
Sarà un lunghissimo pomeriggio,contando che sono ancora le 15.

𝑳𝒂 𝒆𝒔𝒕𝒓𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒇𝒖𝒈𝒂𝒛 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora