Per sempre // One Shot

13 2 2
                                    

// scusate l'interruzione alla storia, ma questa one shot merita più di tutte le altre che ho pubblicato quindi ve la sorbite

Le lenzuola sembravano stringerli insieme, intrecciate ai loro corpi come una promessa silenziosa. Peter si lasciava guidare dal ritmo lento del respiro di Wade, un movimento calmo e rassicurante, mentre il loro contatto diventava sempre più intenso. Le dita di Wade tracciavano una scia di brividi lungo la sua schiena, scendendo piano fino ai fianchi, dove si fermavano un istante, quasi a voler prolungare il momento. Era un tocco familiare e insieme nuovo, come se ogni volta scoprisse qualcosa di diverso, qualcosa di inaspettato.

Peter si aggrappava a quella sensazione, al calore della pelle di Wade contro la sua. C'era un'armonia naturale nei loro movimenti, un modo in cui si cercavano, si trovavano, come se appartenessero l'uno all'altro senza alcuna incertezza. I sospiri si confondevano nel buio della stanza, i respiri diventavano più corti e affannati, e ogni volta che Wade sussurrava il suo nome, Peter sentiva una scarica di emozioni attraversargli il corpo.

Non c'erano parole necessarie. I loro corpi parlavano per loro, esprimendo ciò che nessun discorso avrebbe potuto racchiudere. Era una fusione lenta e profonda, un'onda che li travolgeva entrambi, facendoli scivolare in un mondo fatto solo di sensazioni. Peter si lasciava guidare dalla dolcezza di Wade, dalle mani che si muovevano con delicatezza e passione insieme, tracciando linee immaginarie sulla sua pelle. Ogni carezza era un atto di devozione, ogni bacio una promessa.

Si guardavano negli occhi, vicinissimi, le labbra a sfiorarsi ancora e ancora. Peter poteva vedere ogni dettaglio del viso di Wade, la luce che giocava nelle sue iridi scure, la curva morbida delle sue labbra che si aprivano in un sorriso malizioso, come se stessero condividendo un segreto.
"Ti amo", aveva sussurrato Wade, con una voce così bassa che sembrava quasi un respiro. Peter non rispose con parole, ma solo stringendolo più forte, come a voler ancorare quel momento, farlo durare per sempre.

E poi tutto sembrava fermarsi, come se il tempo avesse deciso di concedere loro una tregua. I loro cuori battevano all'unisono, mentre Wade si chinava a baciargli la fronte, le dita che si intrecciavano con le sue. Peter chiudeva gli occhi, sentendosi al sicuro, sentendosi amato.
Era lì, proprio in quel posto, dove non esisteva alcun dolore, nessuna perdita, solo la certezza di essere insieme.

Ma quando riapri gli occhi, la stanza era diversa.

Non c'era più il calore di Wade accanto a lui, il respiro che gli solleticava la pelle.

Peter si svegliò in un silenzio assordante. Si girò nel letto, cercando istintivamente il lato dove
Wade dormiva di solito. La mano si allungò automaticamente, un gesto che faceva ogni mattina, quasi senza pensarci.

Ma quel lato del letto era vuoto. Il cuscino era freddo.

Peter rimase immobile per un istante, il cuore che batteva più forte. Era come se il sogno lo avesse ingannato, riportandolo a un tempo in cui Wade era ancora lì, accanto a lui, vivo. Ma la realtà lo colpì con una brutalità che non aveva mai imparato a sopportare. Wade non c'era più. Il cancro lo aveva portato via da lui, senza alcuna pietà.

Respirò a fondo, tentando di scacciare quella sensazione di vuoto che si diffondeva lentamente, invadendo ogni angolo della stanza.

Si sedette sul bordo del letto, lasciando che il silenzio lo avvolgesse completamente. La testa era china, gli occhi fissi sul pavimento come se cercasse una risposta tra le crepe delle vecchie tavole di legno. Ma lì non c'era nulla, solo un vuoto sconfinato che si rifletteva in lui, un buco nero che risucchiava ogni altra cosa. Wade non c'era più, e con lui sembrava essersene andata anche una parte di Peter, quella più luminosa, quella che trovava ancora un senso nelle piccole cose.

Aveva sentito dire tante volte che il dolore si sarebbe affievolito col tempo, che sarebbe diventato più sopportabile. Ma per lui non c'era stata tregua. Ogni mattina si svegliava con quel peso sul petto, una pressione insopportabile che gli toglieva il respiro.

Era come se qualcuno gli avesse scavato un vuoto dentro, lasciandogli solo un senso di oppressione che si faceva sempre più soffocante. Ogni volta che chiudeva gli occhi, rivedeva l'ultimo giorno, il ricordo di Wade disteso nel letto d'ospedale, con il respiro così flebile da sembrare quasi un sussurro.

Era rimasto seduto accanto a lui fino all'ultimo istante, stringendogli la mano, cercando di dargli una forza che nemmeno lui aveva più. Ricordava la sensazione delle dita di Wade che si allentavano nella sua presa, il suo volto pallido e stanco, e il suono monotono del monitor che segnava la fine di tutto.

Da quel giorno, Peter si sentiva come bloccato in una bolla. Era lì, nel mondo, ma allo stesso tempo ne era completamente escluso. La vita continuava a scorrere intorno a lui, imperturbabile. Le persone andavano al lavoro, ridevano, litigavano, amavano. Le auto scorrevano per le strade, i bambini giocavano nei parchi, il sole sorgeva e tramontava come sempre. Ma per lui, tutto era rimasto fermo.

Non riusciva a capire come fosse possibile che il mondo non si fosse accorto di ciò che aveva perso. Che non si fosse fermato anche lui, almeno per un momento, per riconoscere il dolore di quella mancanza.

Era rimasto inchiodato a quel giorno, come se fosse incapace di andare avanti, di lasciarsi il passato alle spalle. Ogni cosa gli ricordava Wade: la sua giacca ancora appesa dietro la porta, il libro che stava leggendo e che non avrebbe mai finito, la canzone che ascoltavano insieme la sera. Anche gli odori lo assalivano all'improvviso: il caffè al mattino, il profumo del dopobarba di Wade, persino l'odore della pioggia gli riportava alla mente quelle giornate trascorse a guardarla cadere dalla finestra, mentre si stringevano sotto una coperta.

Era come se ogni piccolo frammento di vita avesse perso significato. La bellezza che una volta trovava nei dettagli si era spenta, lasciando spazio solo a un grigiore uniforme che avvolgeva tutto.

Ogni sorriso che vedeva per strada, ogni risata che gli arrivava alle orecchie, sembravano quasi un insulto. Perché loro avevano ancora la felicità, avevano ancora qualcuno accanto. E lui? Lui era lì, inchiodato a quel letto vuoto, a quel cuscino che non avrebbe mai più portato il profumo di Wade.

Sentiva il tempo scorrere come sabbia tra le dita, ma lui non riusciva a seguirlo. Era rimasto intrappolato nell'attimo in cui Wade aveva esalato l'ultimo respiro, un momento infinito che non riusciva a lasciar andare.

Peter si alzò a fatica, avvertendo il peso di ogni singolo passo. Si diresse verso la finestra, appoggiando la fronte contro il vetro freddo. Fuori, la città si muoveva senza sosta, indifferente. Era una mattina qualunque, una mattina come tante, eppure per lui sembrava che il mondo avesse perso tutta la sua coerenza. Non riusciva a capire come tutto potesse sembrare normale, quando dentro di sé ogni cosa si stava sgretolando.

La sua esistenza era un fardello che si portava dietro giorno dopo giorno, un dolore che non sapeva dove collocare. Era una ferita aperta, e il mondo continuava a girare senza fermarsi, senza accorgersi del suo grido silenzioso.

Passò una mano tra i capelli, cercando di trovare un po' di forza in quel semplice gesto. Ma si sentiva svuotato, come se ogni parte di sé che era stata capace di amare fosse stata portata via insieme a Wade. Non sapeva come andare avanti, come trovare un nuovo senso. Eppure sapeva che doveva provarci, perché sarebbe stato ciò che Wade avrebbe voluto. Anche se ogni passo era pesante, anche se ogni respiro sembrava un'impresa impossibile, Peter continuava a lottare contro quel vuoto, cercando di trovare un modo per far pace con la realtà.

Ma, in fondo, una parte di lui restava ancorata a quel letto vuoto, alla speranza irrazionale che, svegliandosi il giorno dopo, potesse trovare Wade accanto a sé, sorridente e vivo, come se quel terribile incubo non fosse mai accaduto.

Fleeting Shadows // SpideypoolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora