Ludwig si ritrovò all'altra sponda, incredulo di avercela fatta. La sensazione di successo, mista a una buona dose di adrenalina, gli fece correre un brivido lungo le gambe. Guardò indietro verso il ruscello, illuminato dalla pallida luce della luna che vi si rifletteva interamente, e un senso di nostalgia lo pervase. Rimuginò sui tempi passati, quando ogni notte si recava lì, sentendosi un privilegiato. E in effetti lo era stato.
Mentre procedeva nel suo cammino verso le lande, notò due figure in lontananza che avanzavano con determinazione nella stessa direzione. Il paesaggio intorno stava mutando: gli alberi si diradavano, l'aria diventava più secca e arida, concedendo una visibilità maggiore. "Chi sono quei due?" Si chiese, osservandoli procedere avanti con una determinazione che non passò inosservata "Non sono da solo stanotte, sembra che abbiano i miei stessi scopi."
Ludwig osservò i due ragazzi con un misto di curiosità e cautela. Si interrogò se avvicinarsi per chiedere informazioni sarebbe stato opportuno o se sarebbe stato preferibile proseguire da solo.
Una sensazione di familiarità lo colse all'improvviso, come se avesse incrociato quei volti in un'altra vita. Forse anche loro avevano condiviso la stessa esperienza di T.I.A.S.
Tuttavia, considerando l'ampio numero di frequentatori delle lezioni, poteva anche essersi sbagliato. Ma allora, chi altro poteva trovarsi in quel deserto notturno, se non gli studenti dell'A.R.C.E.?
Ludwig, cercando di farsi strada tra l'erba alta e i rovi persistenti, decise.
Provò a chiamarli.
Chiamò i ragazzi con un tono che non era né un urlo, né un sussurro. L'idea di continuare il viaggio in compagnia gli sembrava sempre più sensata, considerando la stranezza di quella notte. Tuttavia, la sua voce si bloccò in gola quando i due si voltarono lentamente verso di lui al suono del suo richiamo. Le loro facce erano orribili, mostruose, come se fossero scolpite nella pietra con occhi fulminei che penetravano nella sua anima. Ma ciò che lasciò Ludwig nel più totale sconcerto fu il fatto che quegli strani esseri, non appena lo videro avvicinarsi, si dissolsero in nuvole gialle, come se non avessero alcuna consistenza.
Ludwig si fermò pietrificato, cercando di dare ritmo al suo cuore impazzito, mentre l'unico suono che riusciva a udire era il ripetuto canto delle cicale e il richiamo dei cuculi, un sottofondo sinistro che accompagnava la sua inquietudine.
Avanzando attraverso le lande selvagge, Ludwig si sentì come se stesse camminando in un labirinto di incertezze. Le immagini dei due misteriosi individui continuarono a danzare nella sua mente, mescolandosi con il buio intorno a lui. Tormentato dai dubbi e dalle paure, si chiese se le sue percezioni fossero vere o se si fosse trattato solo di un'allucinazione causata dalla tensione e dalla stanchezza. Non poteva permettere che l'ansia e la confusione lo sopraffacessero; doveva mantenere la calma e la lucidità per affrontare qualsiasi ostacolo gli si presentasse lungo il cammino. Con passo cauto e occhi vigili, Ludwig proseguì anche quella volta.
All'improvviso, come se fosse sbucato da un sogno, Ludwig si trovò di fronte a una scena familiare ma distorta dalla malinconia del tempo. Di fronte a lui si stagliava un confine immaginario che conosceva benissimo, un tempo dominato da un maestoso cancello oltre il quale potevano vedere solo i prescelti come lui, un confine che potevano varcare solo i prescelti come lui!
Adesso anche i suoi occhi erano considerati occhi comuni e non potevano vedere oltre.
Quel passaggio era riservato solo a coloro che portavano il peso di quella destinazione particolare, di quell'attraversata verso un mondo oltre la percezione comune. Oltre il confine, a quei tempi, un grande vialone si stendeva verso l'istituto segreto che era stato la sua dimora, il suo rifugio.
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L'Effemeride di Cristallo
Adventure✨𝗥𝗼𝗺𝗮𝗻𝘇𝗼 𝗶𝗻 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗮𝗹 𝗖𝗼𝗻𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗜𝗻𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗮 𝟐𝟎𝟐𝟒! 📖 🎬 I𝐥 𝐛𝐨𝐨𝐤𝐭𝐫𝐚𝐢𝐥𝐞𝐫 𝐭𝐫𝐚 𝐢 𝟏𝟎 𝐟𝐢𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐚𝐥 𝐅𝐢𝐥𝐦 𝐅𝐞𝐬𝐭 𝐑𝐨𝐦𝐚 𝟐𝟎𝟐𝟒! 🌟 L'Effemeride di Cristal...