Capitolo 5. Arcane realtà

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Ludwig, ancora esausto per l'esperienza appena vissuta, lentamente si rialzò in piedi, cercando di ignorare il dolore che pian piano si dissolveva nel suo corpo. Con occhi ancora offuscati dalla recente trasformazione, si volse verso il panorama che si stagliava davanti a lui.

Nonostante avesse visto quell'immagine molte volte nelle sue notti trascorse a Nixturnia, Ludwig rimase abbagliato dalla sua bellezza anche questa volta.

La struttura dell'istituto rimaneva intatta, preservando la sua antica magnificenza gotica. Le torri affusolate svettavano verso il cielo notturno, adornate con feritoie intricate che si stagliavano contro l'orizzonte stellato. Le finestre, incorniciate da dettagli elaborati, riflettevano la luce della luna, trasformando la Reggia in un'opera d'arte vivente. Lungo il sentiero, ogni pietra raccontava la sua storia, mentre l'atmosfera era permeata da un'aura di mistero e grandezza.

La luce argentata della luna accarezzava dolcemente le mura di pietra, creando giochi di ombre e riflessi che danzavano sulla superficie. I doccioni scolpiti, con le loro forme mostruose e grottesche, sembravano animarsi sotto il pallido chiarore lunare, come se fossero guardiani silenziosi della notte, pronti a proteggere il segreto della Reggia. L'aria era intrisa di una calma surreale, interrotta solo dal fruscio leggero delle foglie mosse dal vento notturno.

Ogni dettaglio dell'architettura gotica contribuiva a creare un senso di solennità e mistero. Gli archi rampanti, che si innalzavano maestosamente dai contrafforti, sembravano sfidare le leggi della gravità, mentre le vetrate istoriate, con i loro vividi colori attenuati dalla luce notturna, narravano storie di santi e leggende medievali. I rosoni intricati, simili a fiori di pietra, riflettevano frammenti di luce che brillavano come gemme incastonate nelle pareti.

La maestosità di quell'edificio incantava lo sguardo di qualsia si passante, trasportando l'osservatore in un'epoca passata intrisa di nobiltà e fascino gotico. La sua bellezza senza pari donava la sensazione di trovarsi di fronte a un'opera unica, mai vista altrove. Le ombre delle guglie si allungavano sul terreno, creando un mosaico di oscurità che rendeva il paesaggio circostante ancora più enigmatico.

I gargoyle, immobili come sempre, o almeno così sembrava, osservavano con occhi scrutatori ogni nuovo visitatore attraverso i secoli, dando alla scena un'atmosfera di mistero e magia. Le loro espressioni contorte e minacciose sembravano nascondere segreti antichi, come se avessero assistito a innumerevoli storie e intrighi all'interno delle mura della Reggia.

Le lanterne sparse lungo il perimetro del sentiero emanavano una luce fioca, quasi irreale, che accentuava il contrasto tra la solida realtà delle mura di pietra e l'evanescenza dei riflessi lunari. Ogni passo di Ludwig risuonava leggermente sul selciato, creando un eco che sembrava moltiplicarsi all'infinito nell'aria fredda e cristallina della notte.

Ludwig rievocò alla memoria la Scuola Nixturnia che aveva sede dentro quelle mura, dove il contrasto con l'ambientazione esterna la rendeva ancora più preziosa di quanto già non fosse.

"Strano", pensò Ludwig, mentre scrutava il paesaggio familiare, "sembra tutto esattamente come l'ho lasciato."

Ludwig si trovò immerso in un vortice di dubbi e incertezze mentre avanzava lungo il sentiero, il pallido chiarore della luna lo accompagnava nel suo cammino.

Riguardo alla paternità dei testi rinvenuti nel libro appena scoperto, non aveva alcun dubbio che fossero attribuibili al leggendario Maestro Valoran; non potevano essere altro che un suo avvertimento.

Tuttavia, ogni parola scritta destava un'inquietudine che andava ben oltre la normalità che percepiva.

Uno degli avvenimenti più inquietanti era quello riguardante la presenza di un nuovo rettore, rivelato con estrema discrezione e un filo di mistero in quelle righe.

L'Effemeride di CristalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora