Nel buio delle stanze della Reggia, oltre la Foresta Nera di Schwarzwald, da cui Ludwig, Stella e Klaus erano ormai lontani, l'oscurità avvolgeva ogni angolo come un manto di tenebre.
Il rettore si stagliava, lì, in cima alla torre più alta, come una figura sinistra e minacciosa, la sua imponente statura era avvolta in un'uniforme nera come la notte.
Le pieghe del tessuto sembravano muoversi autonomamente, come se fossero animate da una volontà maligna.
Ogni gesto, ogni movimento, emanavano un'aura di malvagità palpabile. Egli era Morgar Obsidi an, un nome che evocava oscurità e potere senza limiti, come una scia oscura tra antichi corpi celesti. Il suo sguardo, profondo come l'abisso con lineamenti duri, trasmetteva un senso di dominio e di crudeltà. I suoi capelli scuri erano ravviati all'indietro, come se volessero fuggire da un volto così tenebroso, mentre la sua pelle pallida sembrava riflettere la stessa oscurità che lo circondava.
Morgar, non solo incarnava il potere, ma si distingueva come un maestro nell'arte sottile della manipolazione politica e internazionale. Con raffinata astuzia, aveva stretto profonde amicizie di comodo con i più alti esponenti del mondo, intrecciando una rete intricata di connivenze per tessere la sua tela di inganni. Il suo piano nefasto, inesorabilmente in corso d'opera, si proponeva un obiettivo oscuro: l'inizio di un lento e completo annientamento della conoscenza. Un attacco che prendeva di mira coloro che custodivano gelosamente il dono dell'apprendimento e della sapienza, segnando così l'inizio di una devastante epoca di ignoranza e oscurantismo.
Morgar era un uomo determinato a perseguire i suoi scopi a qualunque costo, senza alcuna pietà né remore.
Improvvisamente la sua voce riecheggiò nell'oscurità con un tono freddo e deciso.
"Finalmente sono tutti a destinazione," mormorò, rivolto a un'entità invisibile. "Tutto va secondo i piani."
Ma la sua attenzione si concentrò su un'altra questione. "Il Maestro Valoran? È ancora vivo?"
L'entità, nascosta nell'ombra, rispose con voce sommessa. "Non sappiamo nulla del Maestro Valoran. Sembra scomparso. La sua cella è vuota da settimane."
Con un ghigno di disprezzo, Morgar si rivolse al Maestro come se riuscisse a mettersi in contatto con lui: "Valoran! Grande Maestro... Spero che tu stia ancora sognando a occhi aperti la tua utopia, mentre il mondo reale si avvia verso la sua inevitabile rovina. Ah! Che triste spettacolo sarebbe vedere un uomo così ingenuo ancora credere nel potere del progresso e della conoscenza."
La sua voce riecheggiò con una nota di beffarda superiorità, come se avesse già tracciato il destino del Maestro con certezza implacabile. Chiaramente nessuna risposta pervenne e nessun segno che Morgar fosse riuscito a intercettare il Maestro, il quale sembrava essere stato inghiottito dal nulla.
Morgar allora serrò i pugni, una scintilla di rabbia si accese nei suoi occhi. "È sempre stato un prestigiatore, quella canaglia, "ringhiò. "Ma lo troveremo! Nessuno può sfuggire alla nostra giustizia, neanche lui."
La sua voce rimbombò nelle stanze oscure della Reggia, carica di determinazione e di minaccia.
Poi, il rettore rivolse uno sguardo tagliente all'entità nascosta nell'oscurità. "Ebbene, dimmi, quando avverrà questo sacrificio?" Chiese con voce cupa.
In quell'istante, l'entità celata nelle tenebre si concentrò, e una visione prese forma nella sua mente.
Vide una cerchia di uomini raccolti vicino a un tavolo di vetro di straordinaria fattura, simbolo di prestigio e modernità. Con gesti lenti e solenni, iniziavano a indossare camicie impeccabili, i loro volti erano concentrati mentre stringevano con precisione il nodo delle cravatte. Infilando le eleganti giacche, simboli di un'eleganza senza tempo, il tessuto sembrava scivolare sulle loro spalle come un manto di autorità.
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L'Effemeride di Cristallo
Adventure✨𝗥𝗼𝗺𝗮𝗻𝘇𝗼 𝗶𝗻 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗮𝗹 𝗖𝗼𝗻𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗜𝗻𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗮 𝟐𝟎𝟐𝟒! 📖 🎬 I𝐥 𝐛𝐨𝐨𝐤𝐭𝐫𝐚𝐢𝐥𝐞𝐫 𝐭𝐫𝐚 𝐢 𝟏𝟎 𝐟𝐢𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐚𝐥 𝐅𝐢𝐥𝐦 𝐅𝐞𝐬𝐭 𝐑𝐨𝐦𝐚 𝟐𝟎𝟐𝟒! 🌟 L'Effemeride di Cristal...