L'Effemeride di Cristallo

Capitolo 12. Viaggi silenziosi

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Dunque, la lunga giornata volse al temine vedendo i tre ragazzi in viaggio verso le loro rispettive destinazioni.

Con tutto ciò che l'A.R.C.E. le aveva fornito, Stella aveva tra le mani un biglietto aereo per Pisa, un taxi prenotato per raggiungere Siena, dove sarebbe stata ospite di un prestigioso centro di formazione artistica e culturale situato tra i pittoreschi colli toscani. Inoltre, disponeva di una busta contenente una somma considerevole di denaro, sufficiente per garantirle una vita serena per almeno un semestre, e una lettera da parte di un tutore che le permetteva di viaggiare sui mezzi pubblici senza difficoltà. L'aria frizzante dell'aeroporto, combinata con l'emozione di un nuovo inizio, accelerava i battiti del suo cuore.

Klaus, diciassettenne, intraprese un lungo viaggio in treno da Schwarzwald a Praga, senza incontrare alcun tipo di problema lungo il tragitto. Immerso nei suoi pensieri e nei sogni di ciò che avrebbe trovato nella nuova città, per un momento allontanò i brutti pensieri, lasciandosi trasportare dalla visione di un futuro ricco e promettente. Tuttavia, fu improvvisamente riportato alla realtà quando il suo telefono squillò, era Stella che gli mandava un messaggio.

"Ciao Klaus, come è andato il tuo viaggio? Spero che tu sia arrivato a Praga senza problemi e che ti stia già godendo l'atmosfera della nuova città," scrisse Stella, con una nota di preoccupazione che sfiorava delicatamente le sue parole, come una carezza di vento primaverile.

Klaus contemplò lo schermo del suo telefono, un sorriso spontaneo increspò le sue labbra mentre leggeva il messaggio. Sentì un calore diffondersi dentro di sé, un senso di gratitudine per avere qualcuno che si preoccupava per lui. Con un rapido tocco delle dita sullo schermo, cominciò a rispondere, lasciandosi trasportare dalle emozioni che quel breve scambio gli aveva suscitato.

"Stella," iniziò Klaus, le dita danzavano leggere sulla tastiera del telefono, "il viaggio è stato come un respiro profondo dopo una lunga corsa. Grazie per esserti presa il tempo di scrivermi, mi hai portato un raggio di luce in questa giornata."

Con un sorriso sulle labbra, Klaus inviò il messaggio, sentendo un senso di gratitudine avvolgerlo come una calda coperta in una fredda notte d'inverno.

Per Ludwig, il viaggio fu un'esperienza familiare e condivisa: un aereo da Strasburgo a Praga insieme alla sua famiglia, un'occasione per godere dell'affetto dei suoi cari prima dell'avventura che lo attendeva.

Tuttavia, appena arrivati a destinazione, mentre la madre si lasciava incantare dalla sontuosità del residence per studenti, con i suoi eleganti arredi e le viste mozzafiato, e il padre sorrideva orgoglioso per il figlio, Ludwig si sentiva turbato. Dietro quella facciata di lusso e raffinatezza, sapeva che si nascondevano segreti e ambizioni che nessuno avrebbe mai immaginato.

La sensazione di inquietudine cresceva dentro di lui mentre osservava il panorama urbano che si stagliava oltre le finestre, chiedendosi cosa avrebbe scoperto una volta varcata la soglia reale di quel luogo apparentemente perfetto.

Tutti e tre i ragazzi, dunque, erano a destinazione già in serata, l'aria era impregnata di attesa e speranza, mentre il futuro si stagliava dinanzi a loro più incerto che mai.

Quella sera, quando finalmente si distesero sui loro letti, furono sopraffatti da un sonno profondo e totale, conquistati dalla stanchezza accumulata nei giorni precedenti, e si abbandonarono completamente al dolce abbraccio del riposo.

Nella sua camera dell'ostello, riservatagli dalla società di traduzioni per il periodo di formazione, Klaus si trovò immerso nella solitudine. Sentiva la mancanza di Stella in modo acuto, come un vuoto che sembrava non poter riempire. Le sue risate, i loro discorsi, tutto sembrava così lontano. Tuttavia, anche i pensieri sudi lei furono sconfitti dalla stanchezza accumulata nei giorni precedenti. Il sonno si impose, portando con sé un breve e fugace allontanamento dalle preoccupazioni e dalle incertezze che affollavano la sua mente.