Chiusi in questa baita, lontano da tutto e da tutti il tempo pare allungarsi e fermarsi per quanto monotone passano le giornate.
Una uguale all'altra.
Le ore si confondono quando non si ha nulla da fare se non starsene seduti accanto al fuoco.
La notte è confusa quando nemmeno di giorno il sole riesce a fare capolino.
La nebbia si addensa tra le cime degli alberi e permea tutto con il suo abbraccio umido.
Così le settimane passano silenziose e noi tre non possiamo fare altro che sperare la primavera arrivi presto.
"Cosa avete in mente voi due?" chiedo mentre allungo i piatti colmi di zuppa bollente ai due uomini seduti al piccolo tavolo di legno.
Una piccola ciotola al centro contiene qualche pagnotta fumante di pane sfornato da poco che sta profumando tutta la stanza.
"Cavolo, è davvero buono!" Nicola allunga la mano per la seconda volta e acchiappa ancora una pagnotta avvicinandosela al viso per odorarla con piacere.
"Prendi pure, ce ne sono delle altre" gli sorrido incoraggiante per poi posare lo sguardo ancora una volta su Samuele.
"Voglio sapere quale sia la vostra idea. Non possiamo vivere per sempre in questa piccola rimessa" sono tentata di incrociare le braccia al petto, ma al contempo ho troppa fame e mi arrendo accomodandomi per servirmi una dose generosa di zuppa calda.
"Lo so" Samuele rimescola la zuppa col cucchiaio per qualche secondo.
"Abbiamo cambiato più e più volte piano, ma non per paura di non riuscire ad andarcene, è piuttosto semplice a dire il vero. Ma quello che ci ha sempre frenato è il fatto che qui ci siamo nati, cresciuti, abbiamo fatto le nostre esperienze e ad ogni luogo bene o male è legata qualche emozione e qualche ricordo."
"Fammi capire... quindi sareste potuti andarvene in ogni momento ma siete rimasti intrappolati qui per i lieti ricordi?" ingollo la zuppa che mi da ristoro.
"Forse te ne sei dimenticata, ma una volta anche tu amavi questo posto. E poi Nicola ha delle faccende da sistemare" Sam getta un'occhiata al suo amico che mi guarda grave e annuisce.
"Quando Sam parla di faccende, si riferisce forse ad una persona?" alzo un sopracciglio guardando Nicola.
Deglutisce rumorosamente prima di rispondermi "mia nipote in effetti"
"Che le è successo?" spero nulla di troppo terribile.
"E' ancora una bimba piccola" allude a che nulla di brutto le possa essere ancora capitato.
"Di che età stiamo parlando?" voglio avere un quadro più completo possibile.
"Quattro anni, è piccola ma non una neonata insomma. Il problema è che non mi sento affatto libero finché non potrò considerarla al sicuro" senza aspettare altri incoraggiamenti Nicola continua "è la figlia di mia sorella minore. Il suo è stato un matrimonio felice, non come... altri ecco" il mio polso viene ispezionato velocemente con una rapida occhiata.
"Non come il mio vuoi dire" rispondo amareggiata.
"Ce ne sono davvero tanti come il tuo Demetra" interviene Samuele. Sembra che ne sappia qualcosa.
"E tu come..."
Ma Nicola mi interrompe per riprendere il suo discorso che mi affascina molto."Dicevo, il loro matrimonio è stato davvero felice finché mio cognato, col quale andavo anche molto d'accordo, è venuto a mancare"
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La donna di nessuno
RomanceL'unico destino in questo mondo è quello di appartenere ad un uomo. Un uomo che ti ama. Un uomo che ti compra. Un uomo che ti possiede. L'epilogo è sempre lo stesso. Un bracciale dimostra di chi sei, e di conseguenza chi sei. Una donna come poche al...