Pov Samuele
Da quando è entrata in bagno sono passati più di 40 minuti e la mia pazienza ormai sta esaurendosi.
Ho passato i primi minuti seduto sul divano impegnandomi a far diventare quadrate le mie chiappe, ma poi ho iniziato a spazientirmi e l'unico modo per far passare più veloce il tempo è stato camminare su e giù.I gomiti e le spalle mandano segnali che si tramutano in fitte dolorose lungo il collo.
Mantenere questa posizione, coi gomiti appoggiati al bancone della cucina e le dita delle mani intrecciate sul piano lucido di sicuro non gioverà al mal di schiena.Sarà meglio trovare qualcosa, qualsiasi cosa che possa essere capace di impegnarmi per un un altro po'.
La cucina... se così la posso chiamare, è davvero mini. Ma una tazza e un pentolino non saranno così difficili da trovare.La missione è prepararle un the caldo. Subito dopo potrò procedere con l'interrogatorio.
So bene che è scossa e confusa e non dovrei forzarla in questa situazione.
L'ideale sarebbe lasciarle del tempo per poter raccogliere le idee e farla tranquillizzare, o almeno questo è quello che la mia coscienza si sta sforzando di farmi fare.Purtroppo però, per quanto la mia mente stia venendo invasa di ricordi di anni passati fianco a fianco, risate e complicità vengono oscurate dall'aura di pericolo che posso perfino vederle attorno.
Devo a tutti i costi sapere chi mi sto tenendo in casa. Devo risalire al suo proprietario il prima possibile.
Sento la porta aprirsi di poco e la immagino spingere fuori la testa avvolta dal turbante intenta a cercarmi.
"I tuoi vestiti sono lì" la informo senza voltarmi. Voglio dare ai suoi occhi altro tempo per far andare via il rossore. L'ho sentita singhiozzare sommessamente e per qualche motivo avrei voluto entrare in quello spazio angusto e stringerla.
Tutti i sentimenti provati nei suoi confronti quando eravamo piccoli sono tornati prepotentemente dal primo momento che l'ho riavuta di fronte e ho inspirato il suo profumo.
E' cambiata.
Come me d'altra parte.
Tutti siamo cresciuti, cambiati e invecchiati.
Le forme si sono irrobustite o ammorbidite, le voci si sono fatte più profonde o mature, le espressioni si sono evolute adattandosi alle esperienze vissute.
Però qualcosa in lei è decisamente diverso e voglio capire di cosa si tratta."Ehm... solo questo?" la sua voce si incrina un poco finendo la frase e io sorrido compiaciuto dandole ancora per un attimo la schiena.
"Sì tesoro. Solo quello" mi volto con un ghigno soddisfatto e per poco il sorriso mi muore sulle labbra.
La maglia blu del pigiama che le ho fatto trovare fuori dalla porta le arriva a metà coscia e ha dovuto risvoltare più volte le maniche per potersi vedere le mani.
Cazzo!
Seriamente?
Il solo guardarla conciata così ha avuto il potere di dare appuntamento a tutto il sangue del mio corpo nella stessa zona.Lasciata la tazza colma del bollente liquido ambrato sul bancone mi stravacco sul divano e sistemo i pantaloni della tuta per fare in modo che non si tendano stile tenda da campeggio.
Come se volesse farlo apposta, Demetra dopo aver preso la tazza, si avvicina con passo felpato e riprende posto sul divano a poca distanza da me.
"Grazie per il the" mormora prima di soffiarci sopra e appoggiare le labbra al bordo della tazza.
Le lascio qualche minuto per godersi la sensazione di calore e distolgo lo sguardo dal suo profilo.
Devo pensare ad altro se voglio che questa fastidiosa erezione molli l'osso.
"Di chi sei?" l'ho presa alla sprovvista. Lo so anche se non la sto guardando.
"Perché vuoi proprio saperlo?" le tremano le mani e se ne porta una al viso probabilmente per pizzicarsi il labbro inferiore com'era solita fare.
"La domanda te l'ho fatta io"
Un tonfo ovattato e il tintinnio del cucchiaino di acciaio sulla ceramica accompagnano i gesti di Demetra, che prima posa la tazza sul tavolino accanto e poi si volta verso di me prendendomi le mani tra le sue.
"Ti prego!" stringendo con più forza "ti prego Samuele, non farlo"
Sono costretto a guardarla in viso e noto con piacere che il the deve averle fatto bene, il viso ha ripreso colore e le labbra sono ancora più rosse.
"Dimmelo" non riesco comunque ad usare un tono più delicato. Non posso cedere alle sue moine. Qua si tratta di rischiare la pelle.
"Ti prego, fallo per la nostra vecchia amicizia, farò tutto quello che vuoi ma ti prego non chiedermelo"
"Per prima cosa non ti riconosco come mia amica, secondo non penso che vorresti fare quello che ti chiederei e terzo, per me sei solo una donna fuggita al suo padrone che si è liberata del suo bracciale identificativo e che ora mi prega di non rimandarla da suo marito" dopo le mie prime parole è sbiancata e ha levato velocemente le mani dalle mie.
"Potresti mettermi alla prova per ciò che vorresti chiedermi... e poi l'hai detto tu. Non ho il bracciale, per te potrei anche non essere una fuggitiva... potrei..."
Samuele mi guarda divertito mentre cerco un aggettivo che possa descrivermi meglio.
"Potrei essere la donna di nessuno"
Ciao, spero che la storia vi stia piacendo.
Se così fosse vi chiedo di lasciare una stellina e se volete anche un commento che mi fa sempre piacere leggervi!-- Prossimo appuntamento sabato 6 luglio alla solita ora, 16.30 --
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La donna di nessuno
RomanceL'unico destino in questo mondo è quello di appartenere ad un uomo. Un uomo che ti ama. Un uomo che ti compra. Un uomo che ti possiede. L'epilogo è sempre lo stesso. Un bracciale dimostra di chi sei, e di conseguenza chi sei. Una donna come poche al...