quattordici

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🩰💋☀️🐆

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🩰💋☀️🐆

«Dove sta Vybes?» chiesi entrando in cucina con una scatola in mano.

Ilan e Senza Cri mi seguirono e lo andammo a cercare insieme.

Andammo nella sua stanza, ma non lo trovammo, così andammo nel giardino posteriore e lo vidi sulla panchina con le cuffie.

«C'è un regalo per te» dissi appoggiandoglielo sulle gambe.

«Per me?» chiese levandosi le cuffie e spostando il computer.

Aprì la scatola e trovò un libro delle barzellette di Totti con dentro scritto "Guarda che poi ti interrogo. Rudy."

Lui ci guardò incredulo e poi si mise a ridere.

«No vabbè, rega, io pensavo stesse a scherzà» disse esaminando il libro.

«Che mito Rudy» disse Senza Cri.

«Ora hai un nuovo passatempo» disse Ilan.

«Che cos'è?» chiese Alessio uscendo nel giardino.

«Il libro delle barzellette di Totti, gliel'ha regalato Rudy» spiegai io.

«No vabbè» disse avvicinandosi per vedere il libro e successivamente rientrare in casa.

«Dai leggine una» disse Ilan.

Vybes fece come detto dal suo compagno di squadra.

«I vostri coach non ve li fanno questi regali» disse alzandosi e sventolando il libro.

~
Guardai l'orario dal mio computer e andai verso la camera azzurra in cerca di Alessio.

Entrai in camera e lo trovai sul suo letto a dormire. Sorrisi e, dopo averlo coperto, mi allontanai dal suo letto.

«Ylenia» sentii la voce assonnata di Alessio chiamarmi e mi girai.

«Scusa, non ti volevo svegliare» mi sorrise come per tranquillizzarmi e poi si stropicciò gli occhi.

«Che dovevi dirmi?»

«Ti volevo chiedere se potevi aiutarmi con la coreografia» dissi sedendomi sul letto accanto al suo.

«Sì, va bene, però prima resta un po' qua con me» mi disse con voce flessibile allungando un braccio.

«Se mi sdraio poi non mi alzo più.»

«Dai» mormorò lui.

Mi sedetti sul suo letto poggiando le gambe sopra le sue e appoggiandomi al muro.

«A che punto sei con la coreografia?» mi chiese aggiustandosi i capelli.

«La so, però visto che è il tuo stile, vorrei che mi aiutassi.»

«Non devi nemmeno chiedere, amó.»

«Alessio» lo chiamai, interrompendo il silenzio che si era creato.

«Vatti a preparare che abbiamo la sala alle 21:15 e tu sei lento» continuai.

Mi alzai e successivamente si alzò anche lui sbuffando. Mi sedetti sul suo letto e feci dondolare le gambe.

«Finalmente» dissi vedendolo uscire.

Prese il suo borsone e gli occhiali e andammo verso gli studi.

«Piove» dissi guardando la pioggia e andando a prendere l'ombrello.

«Dai non prendere l'ombrello, vieni qua, ci facciamo una corsa» disse porgendomi la sua mano che afferrai poco dopo.

Iniziammo a correre mentre la pioggia cadeva sui nostri corpi e, dopo una risata e qualche parola, arrivammo agli studi.

Entrai in sala e mi avvicinai subito al computer per mettere la musica.

«Ok allora non perdiamo tempo, guardami e dimmi cosa posso migliorare» dissi guardandolo con serietà.

«Va bene, ci sono.»

Feci partire la base e iniziai a ballare la coreografia che finì a terra.

«Sei stata terribile» mi disse con una faccia seria.

«Davvero?» chiesi preoccupata mentre sorseggiavo l'acqua.

Lui mi guardò per qualche secondo e poi rise.

«Dai Alessio, fai il serio.»

«A parte gli scherzi, sei stata brava però secondo me dovresti mettere un po' più forza nelle braccia ed essere più sicura, soprattutto nella camminata all'inizio.»

Annuì e rifeci la coreografia per la seconda volta.

«Meglio» disse battendo le mani.

Presi l'acqua di nuovo e mi sedetti davanti a lui.

«Mi spoileri la tua?» chiesi facendo un piccolo sorriso.

«No» disse ridendo.

«Guarda che non fai ridere, la prossima volta chiedo aiuto a qualcun altro» feci la finta offesa, cosa che mi riusciva molto bene, e mi alzai andando verso il mio borsone.

«Dai Ylenia.»

«Non vale se mi guardi così» dissi coprendogli gli occhi.

«Ma non sto facendo nessuno sguardo.»

«Non lo so, hai gli occhi che sorridono» dissi diventando rossa, probabilmente.

«Sei diventata rossa, che carina» disse sorridendo e accarezzandomi il viso.

«Per favore dimmi qualcosa, io ti spoilero sempre le mie» dissi facendo gli occhi dolci.

«Ti dico solo che faremo lo stesso stile» disse spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Allora arriverò sicuramente giù» dissi chiudendo la porta della sala.

«Perché?»

«Perché ci metteranno a confronto, anche se tu sei nel tuo e io no.»

«Lelina guarda che sei stata brava adesso, per davvero e sono sicuro che non arriverai in basso» disse mettendomi un braccio intorno alla vita.

«Mi fido?»

«Fidati» disse stringendomi a sé.

Una volta arrivati a casa, mi feci subito una doccia ed indossai il mio pigiama, presi la mia iQOS e andai verso il giardino posteriore.

Feci qualche tiro guardando il cielo quando la porta si aprì improvvisamente rivelando la figura di Alessio.

«Ciao» sussurrai buttando fuori il fumo.

Si sedette vicino a me e mi guardò.

«Come mai sei qui?» chiesi incrociando il suo sguardo.

«Ti ho visto uscire e ho pensato di venire anche io.»

«Eh perché non ci vediamo da tanto tempo» dissi sorridendo e lui annuì.

«Domani voglio il buongiorno come quando mi hai svegliato prima, sennò mi arrabbio» disse guardandomi negli occhi.

Fissai anche io i suoi. «Vuoi anche un bacetto?»

«Certo» disse ridendo.

Lo guardai sorridendo, di nuovo, e appoggiai la mia testa sulla sua spalla avvicinandomi ancora di più al suo corpo.

𝒔𝒐𝒕𝒕𝒐 𝒈𝒍𝒊 𝒔𝒕𝒆𝒔𝒔𝒊 𝒓𝒊𝒇𝒍𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒊 - 𝒂𝒍𝒆𝒔𝒔𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒑𝒐𝒏𝒛𝒊𝒐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora