Capitolo 3

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Molti anni fa, quando il regno di Drazorea era ancora in fase di costruzione, un potente terremoto colpì la regione, causando gravi danni. L’allora re Aldred, nonostante le difficoltà, aveva investito tutto ciò che possedeva per la costruzione di questo regno. La devastazione che provò in quel momento fu terribile. E nemmeno la sua forza sovrannaturale di licantropo o la presenza delle altre creature potpotevano fare qualcosa. Le persone iniziarono a dubitare di lui e della sua buona fede. Non credevano che questo ambizioso obiettivo potesse davvero essere realizzato.

Aldred, il re coraggioso e determinato, si trovava in una situazione disperata. La sua gente dubitava di lui, e la costruzione del regno sembrava destinata al fallimento. Ogni mattina si svegliava con il peso del futuro del suo popolo sulle spalle, e ogni sera andava a dormire con il pensiero che forse aveva fallito. Ma in quel giorno di giugno, tutto cambiò. Una notte di luna piena, durante la sua trasformazione, Aldred si ritrovò in un luogo remoto, al limitare di una foresta oscura. Lì, incontrò un demone degli inferi, un essere antico e potente.
Il demone, avvolto in un manto di oscurità, gli offrì un patto: avrebbe aiutato Aldred a completare la costruzione del regno, ma in cambio avrebbe richiesto qualcosa di prezioso. Aldred,disposto a tutto per il suo sogno, accettò con un nodo in gola. Il demone gli disse che avrebbe preso in prestito le anime delle sue future figlie, ma solo per un breve periodo di tempo. In cambio, avrebbe fornito a Aldred il potere ricostruire Drazorea.

Tuttavia, poiché Aldred non ebbe mai figlie femmine, il demone si infuriò. Lo fece talmente tanto che promise all’uomo che appena nella sua stirpe sarebbe nata una femmina, l’avrebbe portata nel mondo degli inferi per sempre, al compimento dei suoi 18 anni.
Con il potere del demone, Aldred accelerò la costruzione di Drazorea. Le persone rimasero sbalordite quando videro i progressi rapidi. E così continuò la costruzione del regno. Tutti erano finalmente felici e in pace.

Fino a quel momento.

La stanza era carica di tensione. Il re aveva convocato entrambi i suoi figli. Edric guardò sua sorella con occhi preoccupati. La giovane principessa si teneva stretta la mano. Era arrivato il momento. Il demone sarebbe venuto a reclamare ciò che gli spettava. La promessa fatta da Aldred aveva un prezzo, e ora la famiglia reale doveva pagare. Sapevano tutti di ciò che sarebbe successo ad Anemone, che si preparava per il suo diciottesimo compleanno, eppure speravano fosse solo uno scherzo. Nessuno ci aveva mai dato davvero

La sala del trono, di solito un luogo intriso di solenne tranquillità, si trovava improvvisamente avvolta in un silenzio irreale mentre le massicce porte di quercia si spalancavano con una forza quasi innaturale.  Il rumore che ne derivò spezzò l'atmosfera di quiete, come il fragore di un tuono che preannuncia l'arrivo di un temporale imminente. Un uomo emerse dall'oscurità dell'ingresso, e il suo mantello nero svolazzava dietro di lui come le ali di un corvo solitario, rendendo immediatamente tutti i presenti consapevoli della sua minacciosa presenza.

Il suo incedere era maestoso e autoritario, e il portamento nobile con cui avanzava richiedeva rispetto e incuteva timore. Ogni passo che compiva riecheggiava sul pavimento di pietra, producendo un suono cupo che sembrava sussurrare presagi inquietanti nei cuori degli astanti. Ogni rintocco del suo passo pareva essere il battito di un orologio sinistro, che alterava il flusso del tempo nella sala e imponeva un’atmosfera di attesa sospesa.

L’aria, solitamente calma, sembrava ora vibrare di tensione, diventando quasi palpabile mentre i presenti faticavano a distogliere lo sguardo da quell'intruso enigmatico.
I suoi occhi, di un rosso intenso e innaturale, brillavano come tizzoni ardenti in grado di illuminare l'oscurità della sala con un fervore che faceva tremare gli animi. Quegli occhi sembravano celare una forza oscura e arcana, capaci di penetrare direttamente nell’essenza di chiunque egli osservasse. Non vi era nulla di umano in quello sguardo penetrante; pareva che una luce sovrannaturale animasse i suoi occhi, conferendo all'uomo un’aura di mistero e pericolo che nessuno osava sfidare.
Davanti a questa manifestazione di autorità e potere, i presenti reagirono con paura reverenziale e curiosità. Il principe si allontò impercettibilmente, mentre le regina e il re trattennero il respiro, ma nessuno osava emettere alcun suono. Anche il più flebile sussurro sembrava fuori luogo di fronte a tale spettacolo. I presenti si sentirono per un momento insignificanti, come semplici pedine di fronte a quella nuova figura che incombeva su di loro.

L’atmosfera elettrica che permeava la sala del trono faceva vibrare gli arazzi appesi alle pareti, conferendo loro un’apparente vita propria, come se anch’essi stessero partecipando al dramma che si stava svolgendo. L’uomo misterioso sembrava essere il portatore di un enigma irrisolto, un pericolo latente che minacciava la stabilità di tutto ciò che era conosciuto. E mentre quella figura enigmatica continuava ad avanzare, la domanda su chi fosse e quale scopo avesse piombato in quel luogo, cresceva come un mormorio ansioso che pulsava nei cuori silenziosi dei presenti.
Seduto sul trono, il re osservava la scena con uno sguardo che celava un’inquietudine profonda. Anche se tentava di mantenere la compostezza che il suo ruolo richiedeva, non poteva nascondere del tutto la preoccupazione che trapelava dai suoi occhi. Sapeva che l’uomo davanti a lui non era un
visitatore ordinario; la sua presenza non era un semplice atto di ostentazione. C’era qualcosa di straordinariamente significativo, un potere oscuro che lo aveva condotto lì proprio in quel momento critico, come un filo invisibile di destino.

Con movimenti lenti e misurati, l’uomo continuò a ridurre la distanza che lo separava dal trono, con un’eleganza calcolata che dava l’impressione di assistere a una danza orchestrata, i cui passi erano sconosciuti a tutti eccetto che a lui. La sua bocca, rimasta fino a quel momento chiusa in un silenzio enigmatico, si aprì finalmente per pronunciare parole che avrebbero scolpito il futuro di quella sala e delle vite che l’abitavano.
Il tempo sembrava essersi fermato, trattenendo il respiro dell’intero universo, mentre l’uomo stava per rivelare il significato nascosto della sua visita. E in quell’attimo sospeso, quegli occhi brillanti e quel mantello nero continuarono a dominare la scena, trasformandola in un teatro di emozioni non dette, un attimo eterno in cui il corso del destino stava per essere ridefinito sotto lo sguardo vigile di un corvo che sembrava albergare nello spirito di quell’uomo oscuro e possente. di emozioni non dette, un attimo eterno in cui il corso del destino stava per essere ridefinito sotto lo sguardo vigile di un corvo che sembrava albergare nello spirito di quell’uomo oscuro e possente.

Angolo autrice: E qui entriamo già nel vivo dell'azione. Cosa ne pensate? Se volete possiamo seguirci anche su IG : anem.onebooks!

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