Capitolo 17

8 4 0
                                    

Il bosco che le circondava sembrava respirare insieme a loro, ogni albero e radice esalando un'energia antica, come se la terra stessa fosse viva e consapevole della loro presenza. Le fronde degli alberi, dense e nere come il velluto, facevano ombra al debole chiarore della luna, creando un labirinto di tenebre. Anemone camminava in silenzio, gli occhi attenti a ogni movimento intorno a lei, ma la mente era altrove. Il suo cuore batteva forte nel petto, eppure c'era qualcosa di gelido che le bloccava la gola, una paura sottile che non riusciva a scacciare.

Era stata una notte lunga, densa di fuga e di paure non dette. Ma ora, mentre il gruppo si addentrava sempre più nel cuore del bosco, Anemone non riusciva a liberarsi dalla domanda che da tempo le bruciava dentro. Si sentiva come una pedina in un gioco di cui non conosceva le regole, eppure Vespera e Liora le chiedevano di fare scelte che andavano oltre la sua comprensione. Morax la stava inseguendo, eppure il pericolo più grande sembrava non essere lui, ma il potere che si agitava dentro di lei.

Si fermò, improvvisamente, facendo indietreggiare leggermente Liora che le camminava accanto. Vespera proseguì senza voltarsi, ma Anemone la chiamò, con una voce che tremava appena.

«Vespera...»

La donna si fermò, lentamente, e si voltò verso di lei. Gli occhi di Vespera, che da sempre sembravano privi di emozioni, ora brillavano di una luce che Anemone non riusciva a comprendere. Le fiamme di una determinazione incrollabile ardevano in quel nero profondo, ma c’era anche una profondità che le dava l'impressione di vedere dentro di lei, come se Vespera fosse capace di leggere ogni pensiero, ogni paura che cercava di nascondere.

«Cosa c'è, Anemone?» la sua voce era bassa, ma priva di esitazione.

Anemone esitò, poi, con un respiro profondo, la domanda che la tormentava da ore scivolò fuori dalle sue labbra, più urgente di quanto volesse ammettere.

«Perché mi stai aiutando?»

Vespera la guardò in silenzio per un istante che sembrò eterno. Il suono della pioggia che cadde leggero sopra le foglie, il rumore di piccoli animali che fuggivano al loro passaggio sembravano farsi più lontani. Poi Vespera rispose con una calma glaciale.

«Non lo faccio per te, Anemone.»

Anemone rimase senza parole, gli occhi sbarrati. Non era pronta a sentire quella risposta. Non lo era mai stata. Vespera sembrava aver capito il suo disorientamento, e continuò con voce ferma, ma anche stranamente comprensiva.

«Non ti sto aiutando perché ti voglio bene, o perché ti considero una persona speciale. Ti aiuto perché sei l’unica che può fermarlo. Morax è più di un semplice nemico. Lui è un demone che ha legato il suo destino a forze oscure. E tu, Anemone, sei l’unica che ha il potere di distruggerlo. Sei destinata a farlo.»

Il cuore di Anemone fece un salto nel petto. Sentiva il peso di quelle parole, ma non riusciva a comprenderle completamente. «Destinata»… come poteva esserlo? Non aveva scelto nulla. Non aveva mai voluto essere coinvolta in tutto questo.

«Ma… io non sono pronta,» disse, la voce che tradiva il suo disorientamento. «Non so come controllare questo potere. Non so nemmeno cosa sia. Cosa se succede qualcosa di terribile?»

Vespera fece un passo avanti, il suo viso ora solo a pochi passi da Anemone. Sembrava quasi che la stesse studiando, alla ricerca di qualcosa che non riusciva ancora a vedere.

«Non devi essere pronta,» rispose. «Non c'è un momento perfetto per imparare a usare ciò che sei. Ciò che conta è che tu faccia una scelta. Devi decidere di combattere. Devi decidere di non lasciarti consumare dal tuo potere, ma di usarlo.»

Anemone guardò Vespera, ma non sapeva come rispondere. Non era preparata a questa verità, non era preparata a sentire che la sua esistenza stessa dipendeva dalla sua capacità di scegliere. Eppure, in qualche parte di sé, una piccola fiamma di speranza si accese, timidamente, come una scintilla che non voleva essere spenta. Non era una questione di essere pronta. Era una questione di volere, di volere fermare Morax.

«Ma perché io?» chiese ancora, più a se stessa che a Vespera. «Cosa c’è in me che possa essere così potente da fermarlo?»

Vespera la scrutò intensamente, gli occhi fissi su di lei come se cercasse di penetrare il velo che la nascondeva. Poi, lentamente, rispose con una voce che sembrava provenire da lontano, da un luogo che Anemone non riusciva a percepire.

«Non sei solo una ragazza, Anemone. Il tuo potere è nato con te, è una parte di te, ma è anche qualcosa che trascende la tua volontà. C’è una forza dentro di te che va oltre ciò che credi di essere. Morax lo sa. E per questo ti cerca. Perché il tuo potere è l’unica cosa che può fermarlo. Ma se non impari a dominarlo, se non impari a controllarlo, ti userà, ti manipolerà, come ha fatto con altri prima di te.»

Anemone, che aveva ascoltato in silenzio, si sentiva confusa. Un groppo le si formò in gola. Vespera non parlava di una magia qualsiasi, ma di un potere antico e pericoloso. Morax lo voleva, e lei, che fino a pochi giorni prima non sapeva nemmeno cosa fosse davvero la magia, si trovava ad affrontare un destino che sembrava troppo grande per lei.

«Come faccio a fermarlo?» chiese, la voce più bassa, quasi come se la domanda stessa fosse un peso che non riusciva a sostenere.

Vespera la guardò con uno sguardo che mescolava determinazione e una leggera apprensione. «Non è solo una questione di fermarlo, Anemone. È una questione di scegliere chi sei. Devi capire chi sei davvero, prima di poter combattere. Il potere che hai dentro è come una lama affilata: può distruggere tutto ciò che tocchi, o può essere usato per proteggere. Sta a te decidere.»

Le parole di Vespera risuonavano nell'aria, piene di significato. In quel momento, Anemone capì qualcosa di fondamentale. La guerra che stava per affrontare non era solo contro Morax. Era una guerra con se stessa. Doveva decidere se accettare il suo potere o lasciarsi sopraffare da esso.

Anemone chiuse gli occhi per un momento, respirando profondamente. «Lo farò,» sussurrò, senza esitazioni. «Farò tutto il possibile. Non voglio che Morax vinca.»

Vespera la guardò con un'espressione che mescolava orgoglio e preoccupazione, ma non disse altro. Con un cenno del capo, riprese il cammino, e Liora la seguì senza parole. Anemone si unì a loro, sentendo il peso della sua decisione crescere con ogni passo.

Il bosco sembrava sempre più oscuro e minaccioso, ma adesso Anemone non si sentiva più sola. Sentiva che qualcosa dentro di lei stava cambiando, come se una forza invisibile la spingesse a proseguire, a lottare. Non era pronta, ma sapeva che non c'era più tempo per aspettare. Morax era troppo vicino. E adesso, finalmente, aveva capito: doveva affrontarlo, per se stessa e per tutti coloro che dipendevano da lei.

The Kingdom's ProphecyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora