Capitolo 11

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"Sono così stanco," sussurrò Edric tra sé e sé, nella soffitta polverosa del castello, un altro dei suoi luoghi di relax ,mentre il ricordo recente di un dialogo col suo padre riaffiorava nella mente. "La mia è una vita fatta di menzogne, di bugie... Sembra che a papà e a Isabella non importi nulla di Anemone..." Il silenzio avvolse la stanza come una coperta pesante, interrotto improvvisamente da uno scatto, il cuore che batteva all'impazzata. Non si sarebbe mai aspettato di trovare qualcuno nascosto nel suo rifugio segreto, tanto meno una figura così oscura e imponente come Morax. Il principe cercò di mantenere la calma, ma la presenza del demone lo metteva a disagio.
"Cosa vuoi da me, Morax?" chiese Edric, cercando di tenere la voce ferma, mentre le ombre si stringevano minacciose attorno alla figura del demone.

"Non sei l'unico stanco, principe," disse Morax, emergendo dall'ombra. I suoi occhi scintillavano di un male antico e insondabile. "Quante notti ho passato a tessere le trame del mio impero, a guardare gli uomini distruggersi da soli con le loro ambizioni e paure."

Edric aveva il cuore che batteva forte nel petto. Ogni fibra del suo essere urlava di fuggire, ma lui rimase fermo, lo sguardo dritto in quello del demone.

"Che ne sai tu della fatica?" rispose Edric, cercando di mantenere la voce ferma. "Ti nutri della sofferenza degli altri, non conosci la stanchezza vera, quella che brucia l'anima."
Morax sorrise con un ghigno inquietante. "Io? Non voglio nulla da te, principe. Sei tu che mi hai evocato con il tuo lamento, con la tua disperazione." Fece un passo avanti, e le ombre nella stanza sembrarono avvicinarsi a lui, come attratte dal suo potere. "La tua vita è intrecciata con le menzogne, hai detto... parole pesanti per un giovane cuore."
Fece una pausa ed emise un suono che sembrava provenire dalle profondità della terra. "Oh, principe, le tue parole sono dolci come miele. Ma io conosco la stanchezza. Conosco il peso di mille anni di esilio, di piani che svaniscono come fumo nel vento."

Edric sentì una rabbia crescente dentro di sé. "Allora dovresti capire quanto sia importante Anemone. Perché continuare a seminare distruzione? Perché non lasciare che il regno trovi la pace?" Poco dopo deglutì con difficoltà, ma non poté fare a meno di condividere il suo turbamento. Stava parlando con colui che aveva rapito sua sorella , ma non aveva amici. Persone con cui sfogarsi. Certo, c'era sempre Absalom ma non erano così legati.
"Mio padre mi vede soltanto come un erede, una pedina per consolidare il suo potere. E Isabella... un tempo eravamo così vicini, ma ora sembra che i suoi occhi non vedano altro che la corte e le sue frivolezze." Si avvicinò alla finestra, i suoi occhi persi nel paesaggio notturno, la luce argentea della luna rifletteva i suoi pensieri tumultuosi.
Morax lo raggiunse, rimanendo immerso nell'oscurità. "La pace è un'illusione, un sogno che gli uomini si raccontano per non affrontare la verità. Il caos, la sofferenza, sono l'essenza della realtà. Anemone è solo un pezzo del gioco, un sacrificio necessario
E " fece una pausa guardando il ragazzo "Questo è il destino dei potenti, principe. Solitudine e sacrifici taciuti. Ma tu hai qualcosa che gli altri non hanno," disse il demone con voce suadente. "Hai me al tuo fianco, se lo desideri. Posso mostrarti come spezzare le catene delle bugie che ti imprigionano."
L'offerta di Morax s'insinuò nella mente di Edric, allettante come una melodia proibita. "E quale sarebbe il costo di questa... libertà?" chiese, un'ombra di sospetto evidente nella sua voce.
"Un prezzo che sei già disposto a pagare, giovane principe. La verità è una lama a doppio taglio: può liberarti o distruggerti. Io ti offro la chiave per governare il tuo destino, lontano dalle menzogne di tuo padre e dalle illusioni di Isabella."
Il giovane principe rifletté profondamente sulle parole di Morax. Le bugie che lo circondavano erano come una ragnatela intricata, e liberarsene non sarebbe stato facile. Ma la prospettiva di conoscere il vero significato della sua esistenza, al di là delle aspettative degli altri, era una tentazione irresistibile. Tuttavia, in quel frangente, era consapevole che ogni scelta avrebbe avuto delle conseguenze inenarrabili su di lui e sul destino del regno.
"Se accetto il tuo aiuto, divento un tuo servitore?" chiese Edric, la voce tremante appena un filo.

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