Capitolo 4

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La tensione nella grande sala del castello era palpabile, un intreccio di paura e speranza che si rifletteva sui volti dei nobili presenti. La luce tremolante delle torce danzava sulle pietre antiche, rivelando una storia di battaglie, passioni e fatiche. I lunghi tavoli di legno scuro, riccamente decorati con arazzi che raccontavano le gloriose gesta dei predecessori, sembravano ora essere silenziosi testimoni di quell'orribile controversia. Ogni dettaglio contribuiva a elevare la gravità della situazione: gli ornamenti in oro, i delicati calici di cristallo sul tavolo dei dignitari, tutto era permeato da una penosa attesa.
Re Eamon, alto e maestoso, indossava un'armatura ornata dagli emblemi della sua casata, ma il suo sguardo tradiva una fitta inquietudine. Ogni volta che il suo sguardo si posava su Anemone, poteva vedere non solo la sua amata figlia, ma anche un simbolo della fragilità dell'esistenza umana, un ricordo di quanto fosse precaria la vita anche nelle corti più potenti.
La regina Isabella, seconda moglie del re, madre di Anemone, vestita in un abito di broccato blu profondo, sembrava un faro di calma mentre cercava di mantenere l'unità della famiglia. La sua mano, delicata ma fortemente decisa, si posava sulla coscia di Edric, come se stesse cercando di trasferire la propria forza al giovane. Ella conosceva Morax, più di quanto tutti potessero immaginare, i suoi poteri, e la sua astuzia: era un nemico astuto e opportunista, capace di manipolare la mente e il cuore. Perché? Perché lo aveva fatto anche con lei.

Edric, il cui aspetto giovanile nascondeva un'anima ardente, si sentiva lacerato. Dentro di lui si mescolavano il rifiuto e la disperazione. Anemone, la sua sorella prediletta, era stata sempre il suo porto sicuro, la compagna di giochi nelle lunghe notti invernali, la spalla su cui appoggiarsi nei momenti difficili. La perdita di lei rappresentava un'assenza insopportabile, un vuoto che nessuna parola o gesto poteva colmare. Era come se un canto di sirene risuonasse nei suoi pensieri, tentando di persuaderlo a cedere alla paura e all'apatia.

Il demone avanzò con passo sicuro, i suoi occhi scarlatti brillavano di una luce innaturale. La sua presenza riempì la stanza di un'aura di oscurità, e la sua voce risuonava come maledizioni. Il suo sguardo va "Il tempo è giunto," annunciò, la sua voce riecheggiando nella sala. "Sono qui per reclamare ciò che mi spetta."
"Il tempo è giunto," annunciò, la sua voce riecheggiando nella sala. "Sono qui per reclamare ciò che mi spetta."

Edric si posizionò davanti ad Anemone, il cuore che batteva all'impazzata. Ogni fibra del suo essere urlava di proteggerla. "Non ti permetterò di portarla via," disse con voce ferma, cercando di nascondere la paura che provava. Sentiva il cuore battere così forte che temeva potesse fermarsi da un momento all'altro, ma non poteva permettere che Anemone vedesse il suo terrore.

Morax ridacchiò, il suono freddo e inquietante. Era divertito dalla determinazione del giovane principe, ma qualcosa in Edric lo colpì. C'era una forza, una luce che brillava nei suoi occhi, diversa da quella che aveva mai visto. Questo giovane non era come gli altri che aveva affrontato. Era affascinato dalla sua audacia, dalla sua passione.

"Oh, Edric, la tua audacia è ammirevole, ma inutile. Il patto è stato sigillato e il sacrificio deve essere compiuto," disse Morax, nascondendo la scintilla di ammirazione che provava.Il re Eamon intervenne, il volto segnato dalla preoccupazione e dalla disperazione. "Morax, ci deve essere un'altra soluzione. Non possiamo lasciare che nostra figlia venga portata via così." Le sue parole erano cariche di un dolore profondo, un dolore che solo un genitore poteva capire. Sentiva il peso della responsabilità, il fallimento di non aver potuto proteggere la sua famiglia.

Il demone fissò il re con uno sguardo impassibile, i suoi occhi rossi come fiamme eterne. "Le regole del patto sono chiare. Tuttavia, sono disposto a concedervi una possibilità. Se Edric riuscirà a superare tre prove, lascerò Anemone libera e il patto sarà annullato." Probabilmente Morax stava andando contro i principi del patto, stava andando contro tutto ciò che gli avevano detto i suoi genitori ma voleva vedere fino a quel punto poteva spingersi quel ragazzo. Odiava la nobiltà, nel corso della sua vita aveva avuto modo di fare con loro centinaia di volte eppure...di certo non si sarebbe aspettato di essere colpito un principe. Ogni volta che interagiva con la nobiltà, provava una certa soddisfazione nel manipolare i loro destini. Tuttavia, di fronte a Edric, avvertiva un’attrazione inquietante.
Era abituato a considerare gli esseri umani come pedine, ma il giovane principe emanava un'aura di determinazione che lo colpiva. Morax odiava la nobiltà, eppure si ritrovava intrigato dalla loro fragilità e resilienza. "Sei diverso," pensò, mentre osservava la determinazione negli occhi di Edric. C’era qualcosa di puro in quella sfida, qualcosa che lo spingeva a spingersi oltre i confini del suo ruolo di demone.
Morax osservò la regina Isabella , mentre Edric guardò suo padre e poi Anemone, determinato a non arrendersi. Gli occhi di sua sorella erano pieni di paura, ma anche di fiducia in lui. "Accetto la tua sfida, Morax. Supererò le tue prove e libererò Anemone."

Quando Edric accettò la sfida, Morax si sentì invadere da un’improvvisa esaltazione. La sua risata malvagia echeggiò, non solo per deridere il principe, ma anche per il brivido della competizione. Sentiva l’adrenalina pulsare nei suoi artigli, un desiderio di vedere fin dove si sarebbe spinto quel ragazzo. "Che sia interessante," si disse, mentre una parte di lui bramava la sconfitta di Edric, mentre un'altra parte sperava che il principe potesse davvero superare le prove.
"Molto bene, principe. Le prove inizieranno tra due giorni .Che la tua forza e il tuo coraggio ti guidino, perché ne avrai bisogno. Ti aspetto negli inferi, ti farò venire a prendere da qualcuno"

Con queste parole, il demone fece un cenno e un vortice oscuro si formò intorno a lui e Anemone. La giovane principessa fu risucchiata nell'oscurità, il suo sguardo terrorizzato fissava Edric mentre scompariva, come se il tempo si fosse fermato.

Il cuore di Edric si spezzò nel vedere sua sorella, le labbra serrate in un grido silenzioso, mentre veniva inghiottita da quella spirale maligna. Ogni fibra del suo essere tremava, e un gelido senso di impotenza lo avvolse. La sala, un tempo piena di speranza, si trasformò in un abisso di angoscia.

“Anemone!” urlò, ma la sua voce si perse nel vuoto, e la figura della sorella svanì nell'oscurità, lasciando solo un eco straziante. Edric sentì il mondo crollargli addosso; il peso della paura e della disperazione lo schiacciava.

Morax, con un sorriso sardonico, osservava la scena, e in quegli occhi rossi brillava un misto di divertimento e cinismo. “Sei pronto a combattere per lei, principe?” sussurrò, la sua voce una melodia sinistra. “O continuerai a lasciarti sopraffare dal dolore?” aggiunse per poi sparire anche lui.

La visione del volto di Anemone, pallido e spaventato, lo tormentava. Ogni istante senza di lei era un tormento, e il pensiero di perderla per sempre lo colpiva come un colpo di scure. Ma, in quel buio, una scintilla di determinazione si accese nel suo cuore. Non poteva lasciarla affondare nell’oscurità senza lottare.

Angolo autrice: SORPRESA!! NUOVO CAPITOLO SOLO PER VOI. NON VI NEGO CHE SONO UN PO' GIÙ PERCHÉ PENSAVO QUESTA STORIA POTESSE PIACERE DI PIÙ, MA VA BENE LO STESSO.

FATEMI SAPERE!

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