Capitolo 10

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Nella sala delle ombre del regno oscuro, Vespera si muoveva silenziosa come un'ombra. Le sue lunghe dita scorrevano agili tra le pergamene antiche e gli strumenti magici, incastonati nei ripiani di ebano. La luce fioca delle torce gettava contorni di segreti mai svelati sulle mura di pietra nera. Sebbene il peso delle responsabilità che portava con sé fosse notevole, il suo sguardo non tradiva mai un attimo di esitazione. Era nata per servire, era nata per proteggere. Ma non per servire Morax, nonostante lo stesse facendo. Nessuno sapeva davvero per quale motivo lo faceva, nessuno sapeva davvero chi era e nessuno sapeva davvero che , in realtà era dalla parte del bene.Ogni giorno, sotto l’apparente ombra di Morax, sentiva il peso della sua doppia vita. La gente la vedeva come una semplice serva, una guardiana che eseguiva ordini senza mai mettere in discussione la sua fedeltà. Ma dentro di sé, portava il fardello di una verità nascosta.

Era nata con un dono, un’abilità unica che nessuno conosceva appieno: il potere di percepire le vere intenzioni delle persone. Questo dono le consentiva di riconoscere il male anche nei momenti più insignificanti, di decifrare le sfumature della bontà e della cattiveria in chiunque la circondasse.

Con i lunghi capelli scuri raccolti in un'elegante treccia, Vespera era un'entità imponente tanto nel suo aspetto quanto nella sua presenza. Gli occhi di un verde profondo sembravano custodire una saggezza antica, vestigia di un passato a cui in pochi avevano accesso. Il suo abbigliamento, un'elegante un'elegante fusione di stile e funzionalità, era ornato da intricate incisioni che narravano storie di battaglie e conquiste, di eroi dimenticati e regni perduti.

Le ombre che si allungavano sull'antica carta rivelavano territori un tempo separati, ora pronti ad essere riscritti dalle dinamiche di un potere in divenire. Vespera tracciò con il dito linee invisibili, ripensando alle storie narrate dai nonni sul lato oscuro, un regno di misteri e magia, avvolto nel segreto e nella paura. Le loro leggende avevano sempre parlato di un equilibrio fragile: un delicato gioco di alleanze e antagonismi che ora sembrava sul punto di rompersi.

La ragazza sapeva che la sua posizione come guardiana della conoscenza la metteva in una posizione unica, ma anche pericolosa. Le voci di invasioni, di creature che si spingevano al di là dei confini precedentemente stabiliti, si mescolavano a sussurri di alleanze precarie tra le razze, pronte a unirsi per affrontare una minaccia comune. I palazzi di potere erano in fermento, e le decisioni avrebbero preso forma non solo attraverso le parole, ma anche attraverso le azioni.

Mentre la penna scivolava sulla pergamena, Vespera scrisse le sue osservazioni, riflettendo su un futuro incerto. La sua mente correva alle visioni che aveva avuto nei sogni, strane apparizioni di creature misteriose e battaglie in lontananza. Era il suo destino intervenire? O doveva rimanere al sicuro dietro le mura della biblioteca, avvolta nel conforto delle storie antiche? E rimanere nell'ombra di Morax?

Vespera era affacciata alla finestra, il suo sguardo perso oltre la fitta distesa della foresta che circondava il castello. Il brusio della natura contrastava intensamente con il silenzio della sua mente, dove i pensieri erano in tumulto. Era un momento di quiete solo apparente, poiché il turbinio di preoccupazioni non le concedeva tregua. All'improvviso, un colpo deciso alla porta la strappò dalla sua introspezione. La voce conosciuta che fece eco dall'altra parte della porta pronunciò il suo nome con urgenza: "Vespera, è il momento di riunire il consiglio. I fatti non aspettano."

Era Liora, la sua fedele compagna e confidente. Liora lavorava per Morax, da quando era solo una bambina. Da quando  Morax l'aveva trovata sui margini di un villaggio abbandonato, Liora aveva sempre sentito un forte legame con lui. Non era solo un maestro; era un mentore, una figura paterna, e un rifugio in un mondo che spesso sembrava troppo ostile.

Con il passare degli anni, Liora era cresciuta sotto la guida di Morax, apprendendo le arti arcane e sviluppando abilità che la maggior parte delle persone poteva solo sognare. Ogni giorno era una lezione, ogni sfida un'opportunità di crescita. Morax le insegnava non solo la magia, ma anche il valore della saggezza e della pazienza. La sua mente acuta e la sua determinazione l'avevano portata a diventare un'abile incantatrice, rispettata e temuta nei circoli magici.

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